DE MAGISTRIS FUORI! - IL PREFETTO DI NAPOLI HA RICEVUTO LA COMUNICAZIONE DEL TRIBUNALE E "OGGI STESSO PROCEDERÀ AGLI ADEMPIMENTI PREVISTI DALLA LEGGE" -GIGGINO CITÒ GIORGIO NAPOLITANO IN MERITO AD UNA 'SECRETAZIONE' QUANDO ERA PRESIDENTE DELLA CAMERA

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Ansa.it

 

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Il prefetto di Napoli ha ricevuto la comunicazione del tribunale sul caso del sindaco di Napoli Luigi De Magistris e "oggi stesso procederà agli adempimenti previsti dalla legge" e cioè alla sospensione da sindaco condannato, non definitivamente, per abuso d'ufficio nell'ambito del processo Why Not. Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano.

 

"Non sussistono le condizioni per il rinvio delle elezioni a Napoli" per la città metropolitana in calendario per il 12 ottobre, ha detto Alfano rispondendo al question time sulla sospensione del sindaco della città Luigi De Magistris.

 

NAPOLITANO VEDE ITALIA COSTARICA SULLA BATTELLO PER CAPRI NAPOLITANO VEDE ITALIA COSTARICA SULLA BATTELLO PER CAPRI

LA REPLICA DI DE MAGISTRIS - "Non ho ancora ricevuto niente di ufficiale". Questa la replica del sindaco in merito alla sua possibile sospensione per la condanna ricevuta nel primo grado del processo Why Not. Poi rilancia: ''Non so quello che faranno gli altri, so quello che farò io, non mi dimetto, farò il sindaco di Napoli fino al 2016 e starò di più per strada a fare il sindaco dei cittadini''.

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Lo ha detto Luigi de Magistris, commentando le parole del ministro Alfano durante il question time. ''Alfano - ha aggiunto il sindaco - dice in Parlamento quello che ritiene. Sento tanti annunci in queste ore ma quando arriverà il provvedimento formale commenterò il provvedimento formale e farò i miei passi successivi''.

 

IL VICESINDACO - Il vicesindaco di Napoli, Tommaso Sodano, non verrà sospeso. "Per quanto riguarda il vicesindaco di Napoli, Tommaso Sodano, preciso che la sentenza emessa a suo carico non comporta l'applicazione di provvedimenti sanzionatori o cautelari che inibiscano anche temporaneamente la funzione", ha detto Alfano al question time.

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"La carica di vicesindaco? Non comunicherò in modo preventivo le mosse che farò perché l'attacco istituzionale è così virulento che dobbiamo fare resistenza''.

 

Così De Magistris ai cronisti che gli chiedevano del vicesindaco che prenderà il suo posto durante la sospensione. ''Contro l'artiglieria pesante - ha detto - noi opponiamo solo le mani pulite di chi è libero, quindi non consegniamo ai nostri avversari le nostre mosse''. De Magistris sta ora per presiedere una 'pregiunta' che, spiegano da Palazzo San Giacomo, era già stata convocata nei giorni scorsi, prima della condanna del sindaco nel processo Why Not.

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DE MAGISTRIS CITO' NAPOLITANO AL PROCESSO DI ROMA - Luigi De Magistris durante l'udienza del 9 maggio a Roma del processo Why Not che lo vedrà poi condannato a 15 mesi, citò Giorgio Napolitano in merito ad una 'secretazione' che lo riguardava quando era presidente della Camera. De Magistris, come si legge a pagina 88 del verbale del processo, spiegando il perche' aveva secretato i nomi di alcuni iscritti nel registro degli indagati, in aula disse:

 

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"Perché lo avevo secretato, siccome avevo elementi per ritenere collegamenti strettissimi tra gli altri di Pittelli con il procuratore della Repubblica, tanto è vero da fare una società col figlio del procuratore, ritenni di secretare. Atto sicuramente forte, mi sono posto il problema se potessi secretarlo, mi sono anche consultato, c'era stato un precedente alla procura della Repubblica di Napoli dove il mio magistrato affidatario, il dottore Cantelmo oggi procuratore della Repubblica e un altro magistrato oggi componente d'esame, Quatrano, mi dissero che anche loro durante l'inchiesta di Tangentopoli procedettero a secretare un'iscrizione, in particolare quella dell'allora presidente della Camera, Giorgio Napolitano e secretarono per evitare che ci potesse stare una fuga di notizie".

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A quanto si apprende a Napoli, in ambienti giudiziari, l'iscrizione di Napolitano, la cui posizione fu poi archiviata, fu disposta dai pm di Napoli Rosario Cantelmo e Nicola Quatrano nell'ambito dell'inchiesta condotta negli anni 1993 e 1994 sulle tangenti per la realizzazione della Metropolitana collinare a Napoli. I magistrati, insieme con l'allora procuratore di Napoli Agostino Cordova, decisero la secretazione dell'atto per evitare fughe di notizie, assai frequenti in particolare in quel periodo delle indagini sulla cosiddetta tangentopoli.

 

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L'iscrizione fu disposta in seguito a dichiarazioni dell'ingegnere Vincenzo Maria Greco, il quale sostenne che erano stati consegnati 200 milioni di lire al ministro Paolo Cirino Pomicino il quale avrebbe dovuto distribuire la somma a esponenti di altri partiti, tra cui politici della corrente migliorista del Pds che faceva capo all'epoca a Giorgio Napolitano. Pomicino smentì tuttavia tale circostanza nel corso di un confronto con l'ingegnere Greco. L'assenza di riscontri portò i magistrati, dopo alcuni mesi, all'archiviazione della posizione di Napolitano.