DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN…
Simone Canettieri per il Messaggero
Si inizia con il debito del Campidoglio, si finisce con i rom e Casapound. In mezzo c' è la Capitale. Ai bordi del ring ancora loro: Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Ed è proprio il leader della Lega, nella sua Milano, appena spicciata la conferenza stampa sovranista, ad annunciare: «Non pagheremo debiti fatti da altri, a differenza dei governi del passato». E ancora: «Stiamo ragionando su come aiutare i cittadini senza ripianare i debiti. Cercheremo di aiutare i cittadini perché non possono andarci di mezzo loro per la pessima amministrazione del Comune di Roma, non tanto quella attuale ma passata».
Salvini ce l' ha con la fine della gestione commissariale del debito storico del Campidoglio (12 miliardi di euro) prevista per il 2021 con tanto di annuncio della diminuzione dell' Irpef per i romani, notizia lanciata in pompa magna la settimana scorsa dal viceministro all' economia Laura Castelli e dalla sindaca Virginia Raggi. Il provvedimento è contenuto nel decreto crescita e, se questo è il mood, se ne vedranno delle belle in sede di conversazione.
Ma la giornata gira anche sull' ennesimo caso che vede coinvolti i rom, questa volta cacciati da una case popolare per la quale avevano i requisiti dopo le proteste di Casapound. Ancora un' altra tensione, che cade a pochi giorni dalla rivolta di Torre Maura. Questa volta siamo sempre in periferia, a Casal Bruciato, appendice est della Capitale.
La storia è differente e scende in campo Di Maio. Per la prima volta in maniera netta e definitiva. «Quel che sta accadendo a Roma - si sfoga il leader M5S con i suoi durante la visita al Vinitaly - è paradossale. Qui bisogna ricordare le cose. Chi è che aprì i campi rom nella Capitale?
Fu la Lega con i finanziamenti di Maroni da ministro degli Interni ad Alemanno sindaco.
Stanziarono decine e decine di milioni di euro di soldi pubblici.
Poi è scoppiata Mafia Capitale ed è venuto tutto fuori. E ora chi è che li sta chiudendo? Noi, il M5S. La sindaca Raggi ha chiuso lo scorso anno Camping River».
matteo salvini e virginia raggi 9
LA STOCCATA Pur di entrare in conflitto con Salvini, la copertura dei vertici del M5S è totale: «Il superamento dei campi rom è doveroso. La legge vale per tutti. Superiamo i campi rom, subito. E sgomberiamo CasaPound - continua ancora Di Maio - così come chiunque occupi in modo illegittimo un' abitazione o uno stabile già assegnato a chi ne ha realmente bisogno». Nei campi ci sono famiglie che si dichiarano nullatenenti e poi girano in auto lussuose? «Gli mandiamo la Guardia di finanza. Ci sono altri stabili occupati da chi non ne ha diritto? Vanno sgomberati anche quelli. Tempo fa, ad esempio, avevo sentito parlare di priorità o meno in merito allo sgombero dell' edificio occupato da CasaPound in pieno centro a Roma.
Scusate, quindi se io ho una casa e qualcuno me la occupa ma la tiene pulita devo starmene zitto? Ma stiamo scherzando?».
Il tentativo del leader pentastellato è chiaro: togliere a Salvini gli alibi, facendolo passare per il ministro dell' Interno che tollera i fascisti del terzo millennio per motivi di vicinanza ideologica.
E anche questa battaglia si infila nella narrazione che vede contrapposte - e sarà così fino a fine maggio - le due forze di governo.
Con i gialli che dicono ai verdi: voi siete degli estremisti.
Da Verona, Di Maio si lamenta e sbuffa per il caso Roma. E dice apertamente ai suoi collaboratori che «Virginia è sola, dal Viminale arriva solo il silenzio».
matteo salvini e virginia raggi 8
Non solo: «Sul fronte sicurezza della Capitale voglio fatti concreti». Il messaggio dunque è chiaro: la tolleranza zero annunciata nei confronti dei campi nomadi deve essere altrettanto dura in tutti gli altri ambiti.
Con una postilla velenosa: «So che la competenza dei campi nomadi è dei Comuni, ma Roma è anche la Capitale d' Italia, da parte dell' Interno e di Salvini mi aspetto qualcosa in più per quanto riguarda l' ordine pubblico. Perché il problema c' è a Roma così come a Milano, ad esempio, e in altre città».
LAURA CASTELLI
Lorenzo De Cicco per il Messaggero
«Salvini fa la sua campagna elettorale, spera che il Comune di Roma cada per andare al voto. Ma questa è una misura portata avanti dal Ministero dell' Economia e da tutto il governo.
Quindi decida, Salvini, se vuole fare un attacco politico o se vuole fare il membro di questo governo». Laura Castelli, viceministro dell' Economia in quota M5S, giovedì scorso era accanto a Virginia Raggi per annunciare che tra due anni sarà smantellata la bad company del Comune di Roma, la struttura che gestisce 12 miliardi di debiti accumulati fino al 2008. «È una misura a costo zero per i cittadini, zero. Fare polemica su questo è assurdo», dice Castelli, dopo avere letto le dichiarazioni del leader del Carroccio.
Dice Salvini: non pagheremo i debiti fatti da altri...
laura castelli giuseppe conte luigi di maio alfonso bonafede
«Ma per lo Stato non ci sono costi aggiuntivi: si accolla il debito e in cambio non paga più la quota annuale per la gestione commissariale».
I famosi 300 milioni all' anno sborsati dal 2009...
«Esatto. Quindi il costo è zero.
In cambio la gestione commissariale, smantellata dal 2021, avrà la liquidità per coprire la cassa. Altrimenti la situazione era difficile».
In che senso?
LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE
«Lo ha già detto anni fa l' ex commissario del debito, Scozzese: se qualcuno non ci mette mano, la cassa della struttura commissariale si sfonda. Noi in legge di bilancio abbiamo già inserito alcune norme per fare chiarezza, non si capiva se certe partite dovessero essere pagate dal Comune o dal commissario. E in questi tre mesi la gestione commissariale ha migliorato le sue performance».
Quindi Salvini, secondo lei, sbaglia?
«Salvini dice queste cose per campagna elettorale. Si dovrebbe ricordare che la Capitale d' Italia è Roma e non è Milano».
A quanto ammonta il debito che lo Stato si accollerà? Si parla di 12 miliardi?
matteo salvini e virginia raggi 5
«Ma no, già oggi siamo sotto quella cifra. Il resto si saprà quando uscirà il decreto. E come ha detto la giunta di Roma in conferenza stampa, per il 2021, quando scade il mandato di Raggi, lasceremo un' eredità a chi verrà dopo, un credito potenziale di 2,5 miliardi da poter investire per la città».
Quindi si va avanti? Tutto il M5S è compatto?
«Non solo tutto il Movimento, tutto il governo. È d' accordo anche il collega viceministro Garavaglia, della Lega. Ci sono le mail in cui chiede di inserire la misura nel decreto Crescita».
Non c' è possibilità che il provvedimento salti o slitti?
matteo salvini e virginia raggi 7
«Ma sta scherzando? Sarà nel decreto Crescita, è stato votato dal Consiglio dei ministri. Tria lo condivide, perché dovrebbe saltare?».
Beh, se il vicepremier ne parla così negativamente...
«Ma fa così perché non vede l' ora che cada il Comune di Roma, forse per andare a elezioni, è evidente, no? Ma è un' operazione su cui può star tranquillo.Mi pare poi che la nuova Lega non sia più nordica, o sbaglio?».
Salvini, parlando del debito di Roma, ha detto anche che l' Autonomia servirà «a risolvere questa follia».
«Le Autonomie non c' entrano nulla, la gestione commissariale nasce da una legge fatta nel 2009 da un governo di cui la Lega faceva parte. Ora abbiamo fatto una norma a costo zero, che è win-win, vincono tutti, e non permetterà agli italiani, tutti, di pagare i buchi prodotti dalle vecchie giunte. Salvini dovrebbe essere contento. Poi se ha bisogno di andare contro il Comune di Roma, è un problema suo».
DANILO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI
SALVINI MARONI E ATTILIO FONTANA
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