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Alessandro Ferrucci per il "Fatto quotidiano"
Lo definiscono un ministro sotto assedio. Straniero in casa, nonostante sia il responsabile della Farnesina. Giulio Terzi di Sant'Agata, a capo degli Esteri, da oltre due settimane è alle prese con un nucleo di sindacalisti, particolarmente avvelenati, che tutti i giorni gli manifestano contro. L'appuntamento quotidiano è alle ore 12, primo piano, nell'anticamera della segreteria particolare: qui tirano fuori i tamburelli, cori, foglietti dedicati (da "buffone" a "vergogna", fino a concetti più articolati qui accanto riprodotti).
E va sempre peggio. La questione è la seguente: i tagli previsti dal ministero, "via le aree funzionali dalle sedi estere e rischio di licenziamenti per il personale a contratto". Si parla anche di chiusura di molte sedi consolari, declassate a semplici sportelli.
Eppure Terzi non risponde. Nessuna spiegazione o confronto. In compenso i dipendenti sono rimasti ammirati per la sua capacità di "svicolare, di evitare ogni contatto - racconta un sindacalista - Non si era mai vista una cosa del genere, qua dentro, presunto regno della diplomazia nostrana. Gli stagisti ci guardano allibiti. E hanno ragione".
Così, da un paio di settimane, tutti gli appuntamenti fissati al primo piano vengono sistematicamente spostati "meglio evitare figuracce", spiegano i suoi collaboratori. E non parliamo di summit qualsiasi, "l'inciampo" è avvenuto anche in occasione di un vertice bilaterale.
"Pensi, dopo giorni e giorni di protesta, a un certo punto sembrava fatta: âvi riceve' ci fanno sapere - racconta un dipendente - Al contrario, al rientro da un vertice Nato, ha contattato il suo staff e ha fatto spostare da un'altra parte la conferenza della commissione mista italo-messicana". Dove? A Villa Madama. Una delle residenze più belle della Capitale. Sede di feste, ricevimenti. Anche matrimoni, a seconda del budget a disposizione delle coppie.
Ed ecco un altro dei punti: il ministero prevede dei tagli per ottimizzare spese, via i presunti sprechi. Al tempo stesso affitta un luogo iper costoso perché non è in grado di svolgere nei spazi adibiti il normale calendario dei lavori internazionali.
Il Fatto Quotidiano ha provato a contattare il ministro attraverso lo staff per avere la sua opinione, e gli è stato risposto che il ministro è "disponibile a incontrare le organizzazioni sindacali e a discutere del futuro della Farnesina. ma questo non può avvenire per effetto di pressioni operate con forme di agitazione plateali, imbarazzanti per il normale lavoro in presenza di delegazioni straniere". Questione di diplomazia.
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