guido crosetto giorgia meloni

DELLE DUE L’UNA: O A PALAZZO CHIGI SONO IN MALAFEDE, O DORMONO – APPARENTEMENTE NESSUNO SAPEVA DELLA NORMA CHE AUMENTAVA GLI STIPENDI DEI MINISTRI NON PARLAMENTARI, EQUIPARANDOLI A QUELLI DEI COLLEGHI DEPUTATI O SENATORI (8MILA EURO AL MESE TRA DIARIA, RIMBORSI E SPICCIOLI). È L’ETERNO RITORNO DELLA “MANINA”, CHE EBBE IL SUO APICE CON IL GOVERNO GIALLO VERDE (REMEMBER I “PEZZI DI MERDA DEL MEF” BY CASALINO?) – ALLA FINE LA MELONI, TRAVOLTA DALLE POLEMICHE SULLA CASTA, HA STACCATO LA SPINA ALL’EMENDAMENTO – PER “LA STAMPA”, A CHIEDERE LA NORMA SAREBBE STATO IL MINISTRO CROSETTO…

1. MA CHI HA CHIESTO I SOLDI? LA NORMA E IL MISTERO DELLA «MANINA»

Estratto dell’articolo di Tommaso Labate per il “Corriere della Sera”

 

GIORGIA MELONI MEME

A Palazzo Chigi dicono di non saperne nulla, che Giorgia Meloni fosse all’oscuro del dettaglio che poi tanto dettaglio non è, qualcuno addirittura scommette sul finale a sorpresa e gli applausi sui titoli di coda, con l’emendamento che viene ritirato. Scendendo la scala delle gerarchie di governo, e arrivando ai due vicepresidenti del Consiglio, Antonio Tajani dice che «non è una proposta di Forza Italia» e Matteo Salvini che «non ho seguito la vicenda e non ne so nulla».

 

guido crosetto ad atreju foto lapresse 2

[…] E poi ci sono i potenziali beneficiari della norma, che iniziano a sfilarsi uno dopo l’altro. «Non intendo utilizzare questa opportunità», spiega il titolare dell’Istruzione Giuseppe Valditara. «Mi lascia indifferente», annota il pari grado alla Difesa Guido Crosetto, che poi chiederà di ritirare l’emendamento.

 

A metà tra una spy story alla John Le Carrè e un mistero buffo alla Dario Fo, impressa nella memoria collettiva di quel che verrà ricordato della Finanziaria del 2024 c’è la vicenda dell’emendamento che parifica […] lo stipendio mensile dei componenti del governo non parlamentari a quello dei deputati e dei senatori, e quindi anche a quello dei loro colleghi dell’esecutivo che contemporaneamente risultano eletti a Montecitorio o Palazzo Madama.

 

GIORGIA MELONI CONSIGLIO DEI MINISTRI

Tutti ormai sanno perfettamente che cosa comporta, calcolatrice alla mano 7.193,11 euro mensili (più 1200 euro l’anno di spese telefoniche) di diaria e di rimborsi «per l’esercizio del mandato»; nessuno che sappia chi abbia immaginato, voluto o anche solo vergato quattro striminziti commi finiti per iniziativa della maggioranza nelle modifiche all’articolo 1 della legge 418 del 1999 contenute nella legge di bilancio […]

 

Modifiche che, di fatto, consistono in una sola correzione, spalmata su più articoli: la singola parola «indennità» — per la vecchia legge era già uguale per ministri e parlamentari, 10.435 euro lordi al mese — viene ovunque sostituita da due, «trattamento economico», in modo da contemplare anche i 7200 euro mensili di diaria e rimborsi di cui sopra.

 

IL TWEET DI GUIDO CROSETTO SULL AUMENTO DEGLI STIPENDI DEI MINISTRI

Insomma, la norma che dal punto di vista dello stipendio parificherebbe le condizioni dei ministri — Abodi (Sport), Calderone (Lavoro), Crosetto (Difesa), Giuli (Cultura), Piantedosi (Interno), Valditara (Istruzione), Locatelli (Disabilità) e Schillaci (Salute) — più altri dieci tra viceministri e sottosegretari, a quella dei loro colleghi del governo eletti alle Camere, che comunque di fatto attività parlamentare non ne fanno, non la riconosce nessuno.

 

Non il governo stesso, né i piani alti di Palazzo Chigi né i vicepremier, tantomeno i vertici di Lega e Forza Italia. È l’eterno ritorno della «manina», […] che griffa tutti i provvedimenti più contestati — di legislatura in legislatura, maggioranza di centrodestra o di centrosinistra che sia — che dai commi più nascosti della legge di bilancio arrivano alle cronache nazionali. Col colpo di scena finale, che forse c’è e forse no. Nascosto nell’ombra, chissà, come l’autore dell’emendamento.

 

2. E ALLA FINE MELONI ORDINA L’ALTOLÀ: “NON REGGIAMO AGLI ATTACCHI”

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

È un'idea nata e confezionata male. «Un mezzo pasticcio» ammettono da Palazzo Chigi, pochi minuti dopo che il ministro della Difesa Guido Crosetto ha annunciato che l'emendamento della discordia, quello che equipara ministri e sottosegretari non eletti ai parlamentari, riconoscendo rimborsi spese, sarà ritirato.

giuseppe valditara nella scuola di ostia dove e stata aggredita una maestra 4

 

«È la cosa giusta? - si chiede retoricamente Crosetto sul social X all'ora di cena - Non penso, perché non ha particolarmente senso che il ministro dell'Interno o della Difesa (se non eletto, ndr) debbano avere un trattamento diverso rispetto a un loro sottosegretario».

 

MILEONI - MEME BY EMILIANO CARLI

Come è stata partorita e come muore la proposta è interessante per capire una piccola parabola mediatico-politica di questo governo. Partiamo dalla fine: la premier Giorgia Meloni […] decide di staccare la spina d'accordo con Crosetto, che da giorni aveva ingaggiato una battaglia per spiegare, motivare, difendere la scelta. Dentro la maggioranza non tutti sono d'accordo. Anni di clima anti-casta, d'altronde, hanno creato un terreno poco fertile per queste iniziative.

 

L'eco sui media poi ha fatto risuonare il rimprovero verso i partiti di governo che lamentano di avere poche risorse per salari e sanità ma poi ne trovano a sufficienza per i membri dell'esecutivo.

 

Meloni fiuta il pericolo: il combinato con l'assedio di Elly Schlein che ogni giorno accusa la premier di aver messo troppi pochi soldi sulla salute, la fa riflettere e la spinge a disinnescare una proposta sicuramente non popolare.

 

ELLY SCHLEIN

La frase della segretaria del Pd che fa capitolare Meloni è questa, raccontano dal governo: «Ai ministri 7 mila euro, agli in- fermieri 7 euro».

 

[…] Anche Crosetto capisce che a passare sarebbe questo messaggio. E capisce che l'onda mediatica sarebbe rimasta, rivelandosi insostenibile, nonostante sia stato lui - assicurano più fonti di Fratelli d'Italia- a chiedere l'emendamento. A pensare per primo a un aumento ad hoc per i ministri, infatti, è proprio il titolare della Difesa. La pratica viene affidata a Monica Ciaburro, vice-presidente della commissione Difesa e deputata di FdI di Cuneo, stessa zona da cui proviene Crosetto.

 

crosetto giorgia meloni

Chi conosce il ministro, tra i collaboratori, ne difende la buona fede nelle intenzioni e la razionalità che intende mostrare contro l'antipolitica, con argomenti che poi lui stesso riporta sui social: «Quello che non sarebbe comprensibile per nessuna altra professione, e cioè che due persone che fanno lo stesso lavoro, nella stessa organizzazione abbiamo due trattamenti diversi, per chi fa politica deve essere messo in conto».

 

Va detto che per Meloni è un ragionamento che resta convincente. Lo prova anche il fatto che il primo a suggerire di resistere, fino a ieri sera, è Giovambattista Fazzolari, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio […]. […] Fazzolari considera l'emendamento «una questione di equità», non a caso stesso identico termine che nell'intervista di ieri a LaStampa usa l'ex capogruppo e neo-ministro al Pnrr e agli Affari europei Tommaso Foti.

Andrea Abodi - un giorno da pecoragiorgia meloni ignazio la russa lorenzo fontana augusto barbera guido crosetto 25 aprile 2024 altare della patriaguido crosetto giorgia meloni GUIDO CROSETTO - GIORGIA MELONI giorgia meloni con guido crosetto nella camionetta dell esercito 2 FOTO DI MELONI E CROSETTO BRUCIATE A TORINO