DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
Paolo Rodari per “la Repubblica”
«Antagonisti della destra, alternativi alla sinistra». Con la firma di una fra le più alte cariche laiche del Vaticano, Stefano Zamagni, capo della Pontificia Accademia delle scienze sociali, nasce il primo vero partito di cattolici democratici e popolari dopo la fine della Democrazia cristiana. Il Manifesto viene lanciato oggi.
E anche se le gerarchie di Cei e Santa Sede non si espongono, è chiaro che il partito viene alla luce dopo mesi di lavori dal basso con la benedizione, non dichiarata ma reale, di gran parte della Chiesa italiana che reputa il progetto rappresenti la prima risposta concreta all' invito del cardinale Gualtiero Bassetti a creare una rete nel Paese per uscire dall' indifferenza e dalla irrilevanza.
Gualtiero Bassetti, presidente Cei
Per la prima volta dopo anni, sono i gruppi più importanti dei laici cattolici interessati alla politica che hanno deciso di mettersi insieme per costruire una presenza che vuole essere efficace, senza l' illusione di ridare vita alla Dc. L' iniziativa vede la collaborazione fra tre gruppi di dimensione nazionale: Politica Insieme, di cui fa parte Zamagni, economista di punta del mondo cattolico italiano e voce ascoltata da Francesco per le vicende politiche; Rete Bianca, che riunisce ex parlamentari come Lucio D' Ubaldo, Enzo Carra, Lorenzo Dellai e Andrea Olivero, ex vice ministro all' Agricoltura del governo Monti; Costruire Insieme, di cui fa parte il senatore Tarolli.
A questi tre gruppi se ne sono aggiunti numerosi altri con forti collegamenti territoriali come i Popolari del Piemonte, dell' Emilia e della Lombardia, numerose associazioni ispirate a Sturzo, La Pira e a De Gasperi. I siciliani del Ciss (Centro internazionale Sturzo) hanno manifestato la loro adesione con un convegno che si è svolto sabato a Palermo, cui hanno partecipato centinaia di persone provenienti da tutta l' isola. C' è poi anche l' apporto di componenti dell' Aidu, l' associazione che riunisce i professori universitari cristiani, e l' Ucid, che riunisce gli imprenditori cattolici.
In totale, attorno al Manifesto che viene reso noto oggi e sul quale hanno lavorato soprattutto Zamagni e l' economista Leonardo Becchetti, si sono riunite decine di associazioni che stanno creando una rete presente in tutte le province italiane. Il Manifesto è stato sottoscritto da circa 500 persone ed è ora fatto circolare per la raccolta di una più ampia adesione che vuole segnare il risveglio di una realtà che ha sofferto l' irrilevanza per oltre vent' anni. Da mesi le gerarchie sono spaventate dal quadro politico.
Il consenso di Salvini, anche fra i cattolici, preoccupa. La convinzione è che manchi, per i cattolici, un' alternativa reale agli schieramenti in gioco. Di qui l' idea di una presenza nuova che sfoci in un partito la cui parola d' ordine vuole essere «autonomia», nel senso che i firmatari non intendono pregiudizialmente pensare a schieramenti con la destra, soprattutto dopo che questa si è messo sotto la guida di Salvini, o con il Pd, di cui giudicano negativamente la perdita dei collegamenti con le forze sociali e il mondo del lavoro, oltre che criticare quella che è definita la trasformazione in un «partito radicale di massa». Il primo obiettivo dichiarato sono le elezioni regionali in primavera.
L' idea è di un collegamento con il mondo delle tante liste civiche già presenti in moltissimi comuni italiani e, in discreta parte, organizzate da cattolici. Dopo la diffusione del Manifesto, verrà diffuso di un documento politico programmatico e verrà aperta un' Assemblea costituente che sceglierà nome e dirigenti del partito.
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