DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA…
1- IL CORRIERE DELLA CENA
Libero di sabato 24 marzo - Ieri sera (giovedì), a Milano a casa di Mario Monti, si è svolta una cena alla presenza del presidente del Consiglio, del ministro Fornero, di Renato Schifano, di Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera di cui Monti è stato per anni editorialista. Decidevano il titolo o il prossimo presidente della Rai?
2- IL MENU DEL CORRIERE
Libero di domenica 25 marzo - Venerdì sera il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, è andato a cena a casa del presidente del Consiglio, Mario Monti. Ieri, sul giornale di via Solferino, c'era un editoriale del direttore (cosa rarissima) per criticare quelli che stanno provando a bloccare la riforma del lavoro dei professori. Evidentemente De Bortoli deve aver mangiato bene. Ma molti altri la riforma continuano a non digerirla.
3- ARTICOLO 18, MONTI DIALOGA SOLO A TAVOLA
Stefano Feltri per Il Fatto
Il clima è quello di certi dopo partita, ricorda il caffé al bar al termine dei dibattiti tv. Spente le telecamere, i nemici tornano affabili. Lo dimostrano le foto: pranzo a Villa d'Este, il più lussuoso albergo italiano sul lago di Como, Mario Monti con Susanna Camusso, scherzano, ridono, ci sono anche Angelino Alfano e Pier Luigi Bersani, più Enrico Letta.
Ma la concertazione resiste soltanto a tavola, sul palco del Forum di Confcommercio a Cernobbio i toni sono quelli abituali in queste settimane. Il giorno dopo l'annuncio della riforma del lavoro e dell'articolo 18 il ministro del Lavoro Elsa Fornero ha espresso tutto il suo "rammarico" perché "ho creduto e sperato fino all'ultimo che ci potesse essere un consenso generale su questa riforma". Susanna Camusso della Cgil, che ha confermato lo sciopero generale e le altre mobilitazioni, le replica: "Aveva tutte le condizioni di non doversi rammaricare: sono lacrime di coccodrillo".
Non ci sono novità di rilievo, il governo ha pubblicato le 26 pagine della riforma che dovrà diventare un disegno di legge da sottoporre al Parlamento. L'appuntamento annuale dell'associazione dei commercianti, di solito marginale nell'agenda dei grandi summit, diventa quindi una passerella per le reazioni. "Non possiamo accettare che per i licenziamenti economici la monetizzazione sia la sola via d'uscita", dice il segretario del Pd Pier Luigi Bersani che finora, però, ha incassato tutto quello che Monti ha imposto.
Ed è difficile che riesca a modificare tra Camera e Senato un punto chiave della riforma, permettendo al giudice di scegliere tra reintegro e indennizzo nel caso di licenziamento economico. Anche perché il Pdl è pronto a sfruttare al massimo l'imbarazzo del Pd, in vista delle elezioni amministrative di maggio. Il segretario Angelino Alfano avverte: "O si accetta il punto di equilibrio individuato dal governo o se si comincia a lavorare su modifiche non si può immaginare che avvengano solo sull'articolo 18 e che siano modifiche di un solo colore".
Mario Monti chiude il summit di Cernobbio, accolto da un clima rispettoso ma non sempre entusiasta tanto che a un certo punto gli tocca dire: "Sono sicuro che questo silenzio significa un grandissimo applauso". Si concede anche una frecciatina alla Fornero, vittima di qualche incidente di comunicazione di troppo in queste settimane: "Il ministro vi ha detto tutto, spero non più di tutto, sulla riforma". E poi chiarisce il messaggio per lui cruciale: "In passato sono state ascoltate troppo le categorie" e nel tentativo di cercare consenso "si sono prodotti danni". La riforma del governo non può quindi essere stravolta in Parlamento: "Nessuno pensi che sia suscettibile di incursioni".
Prima di salire sul palco, Monti ascolta dalla platea il dibattito tra i leader di maggioranza e il leghista Roberto Maroni, che apprezza i metodi del governo ma ne critica i risultati. Quando il premier prende la parola, visibilmente seccato, rivendica la comune origine varesotta con l'ex ministro dell'Interno e confessa: "Tanti tanti anni fa ero entusiasta di vedere certe spinte nella Lega che credevo andassero verso una società liberale". Ma la vera rivelazione è che Monti sperava di avere Maroni nel suo governo: "à stato un ottimo ministro dell'Interno e, lui lo sa, nell'ancora più ampia convergenza politica che io avrei auspicato sarebbe ministro dell'Interno di questo governo".
La notizia ha un suo rilievo. Questa la traduzione politica: visto che era impossibile avere tutta la Lega al governo, essendo nota la contrarietà di Umberto Bossi e della parte di apparato che a lui fa riferimento, Monti (s'immagina d'intesa con il Quirinale) deve aver pensato di poterla dividere in due una volta per tutte, offrendo la poltrona dell'Interno a Maroni.
La tensione violenta dentro il Carroccio, certificata dalla nascita della corrente maroniana dei "Barbari sognanti", sarebbe così deflagrata pruducendo due Leghe, una di Bossi e una di Maroni. L'ex ministro dell'Interno non se l'è sentita. Lo conferma l'interessato, definendo il discorso di Monti "una cosa sgradevole, mitigata solo dal ricordo che all'inizio mi aveva chiesto di fare il ministro dell'Interno del suo governo e io gli ho detto no grazie". A Maroni la riforma sul lavoro non sembra dispiacere troppo, ma dopo questo confronto plateale è difficile che in Parlamento Monti possa contare sulla sponda della parte della Lega che risponde all'ex ministro.
bv30 giustina destro ferruccio de bortoliCAMUSSO E MONTI A CERNOBBIOCAMUSSO E MONTI E FINI A CERNOBBIOMONTI E BERSANI A CERNOBBIOCAMUSSO, MONTI E SANGALLI A CERNOBBIO CAMUSSO E MONTI A CERNOBBIOALFANO, BERSANI, E MONTI A CERNOBBIOBERSANI E MONTI A CERNOBBIOCAMUSSO E MONTI A CERNOBBIOVilla Erba Cernobbio Concorso eleganza Villa d'EsteMONTI A CERNOBBIOBERSANI A CERNOBBIOENRICO LETTA, CAMUSSO, MONTI A CERNOBBIOCAMUSSO E MONTI A CERNOBBIO
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