DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
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Attenti a quello che lasciate online in vita, perché quando sarete morti un software riunirà le vostre chat, foto e commenti e sarà in grado di chattare con i vostri cari rispondendo come avreste fatto voi se foste ancora vivi su argomenti e fatti che non avete vissuto. Non è una puntata di Blackmirror. In California esiste già un App per questo.
Questa sera, Speciale tg1 di Barbara Carfagna, 23.30 girato a Singapore, in Islanda e in Italia parla di come il digitale sta cambiando l’essere umano, l’amore, il sesso, il lutto, e soprattutto la politica, mettendo le relazioni e non gli individui al centro. In un mondo di intelligenze artificiali, le vite non sono più online o offline, ma costantemente ONLIFE.
Scenari tutti rigorosamente reali e documentati. A partire da Singapore, dove è intervistata per la prima volta la neopresidente del GOVTECH, startup statale inaugurata nell’autunno scorso: un governo tecnologico dentro il Governo politico, che produce algoritmi in base ai dati rilasciati in rete dai singaporeani.
Gli algoritmi impongono le regole di vita ai cittadini come fossero leggi; il Presidente governa insieme a un supercomputer più potente di Watson dell’IBM e la moneta corrente, in attesa del Bitcoin e della Blockchain, è la reputazione: tutti i comportamenti sono racchiusi nel chip della carta d’identità, consultabile da chi vuole fare affari con qualcuno, o saperne di più prima sposarlo. Tu vali a seconda della reputazione che hai.
internet ha cambiato il modo di incontrarsi
Una politica paternalistica e disciplinare che presto si riprodurrà, con le dovute variazioni, in tutto il mondo digitale seguendo le regole che già vediamo in Google e Facebook, ha portato gli abitanti a non immaginare più nemmeno di commettere reati, a mangiare sano, a non buttare carte a terra o parcheggiare in doppia fila.
Un uomo, a giungo scorso, è stato arrestato prima di commettere uno stupro, proprio come in Minority Report. I politici usano gli influencers e gli youtubers, a volte creandoli ad hoc per orientare il voto politico (l’opposizione non riesce nemmeno ad alzare la testa da anni) e gli stessi politici sempre più spesso coincidono con gli influencers dei socialmedia.
I like su Facebook rischiano di essere i nuovi derivati finanziari dove, con lo sviluppo del machine learning, scompariranno anche i lavoratori del terziario: avvocati, notai, giornalisti, giudici, saranno sostituiti da sofisticati algoritmi come quelli che vengono progettati a Singapore e in Corea del Sud.
Anche per questo, mentre la leader del Partito dei Pirati islandesi, che ha lavorato per Assange ed è reduce da un incontro con Snowden, spiega che sta cercando di convincere i cittadini a uscire da Facebook e creare una piattaforma islandese o europea, in Silicon Valley un alunno della Singularuty University sta studiando la possibilità di far pagare le tasse a Google e Facebook e redistribuirle ai veri lavoratori delle piattaforme: i cittadini di tutto il mondo, in forma di basic sotto forma di Basic Income, reddito di cittadinanza.
Se la dittatura dell’algoritmo impone comportamenti alle masse inconsapevoli, il vero obiettivo della cybersecurity dovrebbe essere difendere le nostre menti, e non solo i nostri devices, dall’hackeraggio, ma la miglior difesa è la conoscenza.
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