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Renzi ricorda che "con la vecchia legge, l'Unione e' dovuta andare a Palazzo Chigi con i sette nani" e poi sappiamo com'e' andata a finire. Allora ci vuole "un premio di maggioranza che porta al 53-55 per cento e che scatta dopo il 35". Il premio di maggioranza e' al massimo del 18 per cento. Abbiamo messo un tetto al premio, perche' con la fine del bicameralismo se no si rischia che con il 49 per cento cambi la Costituzione da solo".
Renzie spiega anche che il ballottaggio non e' tra aspiranti premier, ma tra coalizioni. In caso di vittoria, si ottiene il 13 per cento.
Sulle soglie di sbarramento, ammette che "si tratta di complicato castello", quindi chi vuole modificare qualche tassello in Parlamento, "sia chiaro che crolla". Non e' "riforma à la carte", sia chiaro che "o si vota tutto o salta tutto".
Poi passa all'attacco sulle preferenze, punto sul quale e' stato criticato duramente. "Io non ho problemi sulle preferenze, ma l'accordo semplicemente non lo prevede". Pero' dice che lui ci mette la faccia sulla scelta dei candidati e quindi si impegna a "confermare le primarie per i parlamentari e a introdurre equilibrio uomo-donna".
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