silvio berlusconi

EFFETTO CAV - LA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI ALLE EUROPEE POTREBBE CREARE UN EFFETTO PUSH-UP A “FORZA ITALIA”, PORTANDO FINO AL 5% IN PIÙ DI VOTI - LA SUA CANDIDATURA CONSOLIDA LO ZOCCOLO DURO DELL'ELETTORATO AZZURRO E SERVE A RICONQUISTARE I DELUSI DAL CENTRODESTRA - DAL SOGNO DEL 1994 ALL'ULTIMO PREDELLINO, I 25 ANNI DI SILVIO PIFFERAIO

1 - I SONDAGGISTI: PUÒ PORTARE A FI OLTRE IL 5% IN PIÙ

Giuseppe Alberto Falci per il “Corriere della Sera”

 

SILVIO BERLUSCONI

La decisione a sorpresa del ritorno in campo è maturata compulsando i soliti sondaggi che arrivano con una certa costanza sul tavolo di villa San Martino. A oggi la maggior parte degli istituti di ricerca attesta Forza Italia - che tra qualche giorno festeggerà i 25 anni - attorno al 10%. Davanti, però, ci sono cinque lunghi mesi di campagna elettorale nel corso dei quali il fattore Berlusconi e la sua presenza in giro per lo Stivale potrebbero determinare un delta positivo e far balzare gli azzurri fra il 15 e il 20%.

 

Non a caso, secondo alcuni report sul tavolo di villa San Martino, Berlusconi resta un vero e proprio brand, un catalizzatore di consensi che può solo giovare in vista delle Europee. Sempre stando ai numeri che ha visionato il Cavaliere in queste ore, la sua candidatura consolida lo zoccolo duro dell' elettorato azzurro e serve a riconquistare chi in passato ha votato centrodestra ma oggi si trova senza una casa ed è alla ricerca di una proposta politica alternativa «al governo degli scappati di casa dei 5 Stelle».

SILVIO BERLUSCONI

 

Ecco perché, si legge in alcuni report, «Berlusconi resta l' azionista di una maggioranza di un partito ed è impensabile immaginare un futuro senza il suo fondatore». Ma quanti elettori è ancora in grado di attrarre il marchio Berlusconi? Secondo Nicola Piepoli «la sua ridiscesa in campo serve a mantenere, non a vincere. Ma attenzione: c' è ben un milione di cittadini che ancora oggi si butterebbe sul fuoco per lui». Mentre per Antonio Noto «il marchio Berlusconi vale quello che è oggi Forza Italia».

 

BARBARA BERLUSCONI E SILVIO

2 - DAL SOGNO DEL 94 ALL'ULTIMO PREDELLINO 25 ANNI DI FORZA ITALIA NEL NOME DI SILVIO

Marco Gervasoni per “il Messaggero”

 

Quando, nel gennaio di venticinque anni fa, nacque Forza Italia, apparve subito una creatura marziana. Un partito-non partito, nato dal ventre di un' azienda (Publitalia più che Fininvest), che affidava la sua comunicazione a un trust di televisioni private, guidato da uno dei massimi imprenditori italiani.

 

CARLO PELLEGATTI SILVIO BERLUSCONI

Qualcosa di inedito nel mondo. A breve Forza Italia si aggiudicò un altro primato: mai si era visto dal Dopoguerra un partito che dal nulla in pochi mesi arrivava al 21% dei voti, vinceva le elezioni e si proiettava alla guida del governo il suo capo. Anche il nome, Forza Italia, con la sua carica impolitica, lasciò basiti tutti. E proprio una gioiosa, ottimistica, e forse un po' inconsapevole carica antipolitica, di reaganismo latino e solare, colorava la ideologia anti-ideologica del Cavaliere e dei suoi. L' inconsapevolezza stava tutta nell' illusione di poter cambiare l' Italia e facilmente.

 

BERLUSCONI 1994

Benché una classe dirigente e anche un ceto intellettuale Forza Italia li possedesse, la sua carica anti-establishment (molti già all' epoca parlarono di populismo) la rendeva indigesta al sistema. Il primo governo Berlusconi durò pochi mesi, il Cavaliere sottovalutò la perizia luciferina del Capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro, anti-berlusconiano doc, e cominciò una lunga traversata nel deserto. Anche negli anni dell' opposizione, tuttavia, Forza Italia, grazie soprattutto al suo leader, riuscì a dettare l' agenda politica: i governi dell' Ulivo si reggevano soprattutto per evitare che il Cav. tornasse al potere.

 

Silvio Berlusconi

Cosa che comunque accadde nel 2001, dopo che l' alleanza di centro-destra aveva conquistato larga parte delle regioni e molte città. Forza Italia era già diventata diversa.

LA COLLOCAZIONE

L'ingresso nel Ppe, fortemente voluto dal cancelliere tedesco Helmut Kohl, l' aveva trasformata in un attore del nuovo popolarismo europeo, simile al Pp dello spagnolo Aznar. Restava tuttavia nel partito, ora più strutturato, una vena di erasmiana follia, di spirito anti-istituzionale, e quasi di sberleffo, soprattutto nei confronti di quella Ue con cui i rapporti sempre erano stati complicati. Il lungo governo Berlusconi usurò un po' Forza Italia, anche se nel 2006 il centro-destra arrivò a pareggiare con il centro-sinistra. Ma a quel punto la Grande Recessione stava cambiando il quadro del mondo e dell' Italia.

Silvio Berlusconi

 

Quando il Cavaliere vinse per la terza volta le elezioni, nel 2008, FI si era tramutata in Popolo della Libertà, unendosi con An. Una fusione a freddo e non riuscita che indebolì il Pdl, che finì subito per rinsecchirsi. Se nel 94 erano i rinnovatori, Berlusconi e Pdl si trasformarono nell'emblema della Casta, e cominciarono a fioccare i casi di corruzione, che fino a quel momento avevano poco lambito il gruppo dirigente del partito berlusconiano.

 

Il tentativo di parricidio di Gianfranco Fini, e la sua uscita dal Pdl («che fai mi cacci?») coincisero con l' inizio della fine del Pdl. Quando il Cavaliere fu costretto a cedere il governo nel 2011, il suo partito era ormai un corpo indebolito e poco capace di reagire, anche se a dargli il colpo di grazia fu la condivisione delle politiche di austerità di Monti.

 

PREDELLINO BERLUSCONI

Eppure il Pdl possedeva ancora forza organizzativa, se, nelle elezioni del 2013, raggiunse un dignitosissimo 21%: la saggia decisione di ritornare al nome originario, FI, dopo la scissione capitanata da Alfano, non fu in grado di fermarne il declino. L'Italia in 25 anni è profondamente cambiata, il blocco sociale che aveva portato agli altari il berlusconismo si è in parte dissolto, e il capo carismatico del partito è legittimamente stanco.

FI deve ora dimostrare se è in grado di camminare anche senza Berlusconi oppure, come sembra, se non potrà mai fare a meno di lui.

BERLUSCONI A PIAZZA SAN BABILA 2007La svolta del predellino