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Una fonte autorevole dei Palazzi del Campidoglio, che ha seguito in prima persona i passaggi dalla I Repubblica alle giunte Rutelli-Veltroni, fino ad Alemanno e Marino: MARCUS AURELIUS
La trasversalità degli affari, del controllo delle delibere e degli appalti, delle aziende municipalizzate come serbatoio di voti, di tangenti, di posti di lavoro pilotati, di proliferazione di imprese di comodo: tutto questo a Roma è esploso con Tangentopoli.
Simbolicamente, l'arresto del potente assessore all'Urbanistica della Giunta Carraro, Antonio Gerace (detto "Luparetta") chiuse un’epoca. L'uomo si consegnò agli inquirenti dopo avere girovagato in auto per Roma, disperato, con il telefonino scarico e il serbatoio della benzina vuoto, nel febbraio del 1993.
Poi, 14 anni di Giunte "progressiste". Si riconosce a Rutelli di essere stato l'architetto del cambio più drastico, con l'immissione di una classe dirigente che ancora oggi funziona bene, e con una progettualità enorme (nel Palazzo Senatorio, è luogo comune il rimpianto per quegli anni).
Veltroni è stato altrettanto integro e attivo; meno progettuale, ma più attento agli aspetti sociali, che sono il pericolo, la fonte del malessere più profondo della Capitale. Ma oggi Rutelli è fuori, ha lasciato il PD, e Veltroni ha un pessimo rapporto con Marino.
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Il primo balzo all'indietro è stata la bocciatura del Rutelli-ter, nel 2008, a beneficio di Alemanno. Non per il cambio politico (dopo un quindicennio, meglio facce nuove), ma per il ritorno delle vecchie trasversalità: pochi hanno analizzato quel voto. Ruini mobilitò le Parrocchie per Alemanno, Caltagirone armò “Il Messaggero” chiedendo ai suoi lettori “Discontinuità”, la sinistra dell'Arcobaleno sparì in un battibaleno nel ballottaggio (dopo essere stata eliminata dal Parlamento) e soprattutto si registrò un voto disgiunto in alcuni settori di sinistra che rinverdì le vecchie trasversalità.
Se i missini, infatti, avevano spesso sostenuto sottobanco (non solo all'epoca della celebre "operazione Sturzo") le Giunte democristiane, fu una vera sorpresa vedere alcune sezioni DS di periferia propagandare l'accoppiata Alemanno-Zingaretti (candidato alla Provincia), che si rivelò poi nel risultato elettorale in città. Qualcosa che richiama ciò che emerge oggi nell'inchiesta della Procura.
La tragedia di Alemanno è stata l'incapacità amministrativa e la soggezione ai vecchi ambienti fascisti. Il capo della segreteria Antonio Lucarelli era il principale punto di collegamento. Ma nessuno tra i vecchi camerati, anche coinvolti in delitti o rapine, veniva messo alla porta, grazie all'intermediazione di mondi di Finmeccanica, o grazie al factotum della Fondazione alemanniana Nuova Italia, Franco Panzironi.
Sempre sistemato dal suo capo (all'UNIRE ai tempi del Ministero dell'Agricoltura, poi all'AMA e quindi alla Multiservizi), Panzironi è DC di formazione, ma usa le sue qualità per gestire assunzioni clientelari di massa di cui si era persa traccia da anni in Campidoglio. Il peggio fu Riccardo Mancini, di cui nei corridoi dell'EUR SpA - dove fu messo da Alemanno pretendendone la conferma anche dal Governo Monti - si aveva fisicamente paura.
Il caso del picchiatore Stefano Andrini - nominato Ad di AMA servizi - fu solo la punta dell'iceberg. Alla domanda dei "neri", il Campidoglio chinava sempre il capo.
042908 artefatti alemanno fascetta
L'arrivo del Sindaco "marziano", Marino, è un problema diverso, ma non meno serio. La completa mancanza di conoscenza della città da parte dell'attuale inquilino del Campidoglio è tragica (errore marchiano di superficialità del vecchio 'dominus' della sinistra, Goffredo Bettini, che si illudeva di recuperare il proprio controllo politico sulla città attraverso un uomo poco competente e auspicabilmente docile).
Come agisce Marino l'incompetente? Tipico: arroccandosi nel cerchio magico dei suoi fiduciari (Cattoi e Tricarico), che però sono ancora più estranei di lui alla città, venendo dall'Emilia e dal Piemonte. Chiuso nel suo ufficio fino a tardi, Marino studia, studia. Ma non coglie mai il punto. Si è illuso di conquistare gloria eterna con la mal congegnata pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali.
la destra marcia a roma contro marino
Oggi, crede che l'esplosione dello scandalo "Mafia Capitale", nonostante il coinvolgimento di un Assessore (Ozzimo) e di vari collaboratori (Schina, Figurelli, il funzionario capo della Direzione Trasparenza, Politano), sia una manna per lui. Che i romani lo portino in trionfo perché estraneo a questi giochi. Ma non si rende conto che chi non capisce dove si trova e ha puntato su una squadra di Serie B (o C?) per la guida della Capitale, può tutt'al più prendere i remi per navigare sulla palude. Visto che con la bicicletta ci può affondare dentro.
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