DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Maria Berlinguer per “La Stampa”
L'Ue è a un passo dall'accordo politico sulla direttiva per il salario minimo, un vero e proprio traguardo sociale per i 27. A poco più di un anno e mezzo dal primo varo del testo da parte della Commissione europea, il via libera politico, d'intesa con il Parlamento Ue e gli Stati membri, è atteso a Strasburgo nella notte di oggi.
Con l'Italia - tra i sei Paesi che ancora non hanno una regolamentazione in materia - spettatrice interessata, stretta tra l'inflazione che corre schiacciando il potere d'acquisto e un nuovo scontro politico nella maggioranza di governo.
A mandare un messaggio chiaro a Roma è l'intestatario della misura, il commissario al Lavoro Nicolas Schmit, che scandisce: «Il regime non sarà negativo per la creazione dei posti di lavoro e per l'occupazione». Anzi, «è stato dimostrato» il contrario, per esempio dalla Germania, che nei giorni scorsi rivisto la soglia minima al rialzo. Ma, precisa Schmit, spetta poi «al governo e alle parti sociali in Italia dover decidere l'importanza di introdurre un salario minimo».
Il Parlamento europeo mira a stabilire dei requisiti di base per garantire un reddito che permetta un livello di vita dignitoso ai lavoratori e alle loro famiglie. I deputati propongono due possibilità per raggiungere l'obbiettivo: un salario minimo legale (il livello salariale più basso consentito dalla legge) o la contrattazione collettiva fra i lavoratori e le imprese.
Inoltre, il Parlamento vuole rafforzare ed estendere la copertura della contrattazione collettiva obbligando i Paesi europei con meno dell'80% dei lavoratori coperti da accordi a prendere misure efficaci per promuovere questo strumento.
La direttiva punta «a istituire un quadro per fissare salari minimi adeguati ed equi» rispettando le diverse tradizioni di welfare dei Ventisette per garantire «un tenore di vita dignitoso», ridurre le disuguaglianze e mettere un freno ai contratti precari e pirata.
A oggi il minimo salariale non è stato istituito in sei Paesi: oltre all'Italia, mancano all'appello Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Svezia. «Non possiamo ignorare che molti lavoratori stanno soffrendo per il caro-vita», ha ricordato Schmit.
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