"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……
1. IL DOGE IN CARROZZINA: “SONO INCAVOLATO NERO E SAPETE BENE CON CHI...”
Fabio Poletti per “La Stampa”
Scacco al Doge. E pure con tigna perché una cosa così non si era mai vista. «Sono incazzato nero e voi sapete benissimo con chi...», sbrocca l’ex Governatore del Veneto Giancarlo Galan alle 15 e 10 quando sale sull’ambulanza che dall’ospedale di Este lo riporta al villone di Cinto Euganeo su per i colli, ultimo domicilio conosciuto dopo che il Parlamento ha votato per il suo arresto, prima che la Procura di Venezia che aspetta questo giorno dal 4 giugno decida di spedirlo nel carcere di Opera al centro clinico.
«Sono vittima di una doppia ingiustizia... Ma io non mi fermo qui, voglio continuare la battaglia...», promette sfracelli questo omone piegato sulla sedia a rotelle, la gamba sinistra ingessata per la doppia frattura a tibia e perone che si è provocato due settimane fa potando il roseto della villa, maglietta giallo malva e bermuda cachi eppure non è certo l’inizio della villeggiatura, al massimo la fine di tutto.
Chi gli è stato vicino ieri pomeriggio racconta che Giancarlo Galan è «imbestialito e incredulo». In quaranta e passa giorni dove ha scritto un paio di memoriali per dire che lui c’entra niente con questa storia di mazzette la rabbia non gli è sbollita.
Il suo avvocato Antonio Franchini ci mette il carico da novanta: «Abbiamo assistito ad una brutta pagina del Parlamento. Non si è mai visto disporre l’arresto di una persona senza dargli la possibilità di difendersi in aula come lui avrebbe voluto».
La prima ingiustizia per lui data 4 giugno. Quando il suo nome finisce nella monumentale ordinanza e nelle centosessantamila pagine degli atti dell’inchiesta sul Mose. Dove viene accusato di aver intascato dal Consorzio Venezia Nuova quasi sei milioni di euro più la ristrutturazione milionaria di questo villone per oliare gli appalti del Mose anche se, a dir la verità, non c’è uno tra i suoi accusatori che giuri di averlo visto di persona intascare la mazzetta.
Né Giovanni Mazzacurati del Consorzio, né Piergiorgio Baita della Mantovani che pagava né la sua ex segretaria Claudia Minutillo. I magistrati avrebbero voluto arrestarlo insieme agli altri trenta. Il suo ruolo da deputato come ricorda la targa di ottone davanti alla villa fa da scudo.
Ma ora che il Parlamento ha votato, il destino del Doge è segnato. Quando arriva nella sua villa dal quadruplo ingresso, doppia barchessa per la servitù, arcate illuminate da lampadari in ferro battuto e cappella privata con tanto di croce in mezzo a simili delizie, Giancarlo Galan chiama i carabinieri. Ci vuole un pomeriggio perchè il Parlamento avvisi gli uffici giudiziari di Venezia.
Alle otto e mezza di sera arriva un’ambulanza, l’auto della polizia penitenziaria con l’ordine di arresto e il navigatore puntato su Opera. I suoi avvocati hanno presentato istanza di arresti domiciliari ma non vale fino a che non lo arrestano. Se ne parla nei prossimi giorni. Giancarlo Galan finisce in un carcere con centro clinico, a Opera dove c’è pure Totò Riina.
Perché i medici dell’ospedale di Este che hanno firmato ieri mattina le sue dimissioni sono stati inflessibili. Sulla cartella clinica c’è scritto che ogni quattro ore gli deve essere controllata la glicemia, la terapia per il diabete deve essere somministrata correttamente, il rischio di trombo alla gamba fratturata va monitorato e poi ci sono le eventuali complicazioni cardiache con le assai pericolose apnee notturne per cui è sottoposto ad adeguate cure farmacologiche.
Un quadro clinico che lo obbliga a stare a riposo con la gamba in trazione almeno fino al 20 agosto. Senza necessità di rimanere in ospedale perché le cure gli possono essere somministrate a casa. E pure in un carcere con un centro clinico assai attrezzato dove il giudice di Venezia ha tempo cinque giorni per fissare l’interrogatorio di garanzia.
Prima che arrivino i magistrati o un altro provvedimento che lo riporti a casa sui colli agli arresti domiciliari, dove a un cancello si vede un cartone con bottiglie vuote di Amarone e di champagne, i cocci di qualche festa di chissà quando.
2. BERLUSCONI: “GIANCARLO CORRETTO, SONO ADDOLORATO”
Amedeo La Mattina per “la Stampa”
«Profondamente addolorato» per il voto della Camera che ha dato il via libera all’arresto di Galan. Berlusconi trova «particolarmente ingiusto» che sia stato impedito al deputato di Forza Italia di essere presente in Aula per potersi difendere dalle accuse. «Sono vicino a Giancarlo, della cui correttezza dopo trent’anni di collaborazione e amicizia sono assolutamente certo, in questo momento così drammatico e difficile».
Alla fine, in punta di penna e con la supervisione dei suoi avvocati, qualcosa la dice in una nota, ma avrebbe potuto dire di più contro magistrati e giustizialisti se fosse andato alla presentazione del libro «Il cuore oltre gli ostacoli» di Michaela Biancofiore. Ha dato forfait e la sua assenza è stata rumorosa: consigliato dai suoi difensori e dalla «linea Coppi» che gli ha portato l’assoluzione per la vicenda Ruby, il Cavaliere ha così evitato il rischio di perdere il controllo incalzato delle domande dei giornalisti.
Hanno influito anche le parole di encomio pronunciate dal capo dello Stato per l’«equilibrio e il rigore ammirevoli» mostrati da «interlocutori significativi» (ovvero Berlusconi): su questa strada della pacificazione si aprono prospettive concrete per la riforma della giustizia. Musica per le orecchie del Cavaliere.
La difesa d’ufficio di Galan c’è stata. Lui, ex doge, dice di essere «tanto incazzato», ma non solo perchè non gli è stato concesso di essere in aula per difendersi dopo la convalescenza. Ex governatore veneto lo è anche con il suo partito, a cominciare da Berlusconi che nelle scorse settimane non ha speso una parola per difenderlo.
Galan ha avuto l’impressione, sotto i colpi di un’accusa circostanziata, di essere stato mollato al suo destino. Cosa che in altri tempi non sarebbe successo. Invece ora prevarrebbe un «garantismo a geometria variale»: quando serve a Berlusconi si urla.
NAPOLITANO AL TELESCOPIO - FOTO LA PRESSE
Adesso invece con l’assoluzione del Cavaliere e il clima del «volemose bene» sulle riforme e su altro lo spartito è cambiato. Questo lo sfogo di Galan e degli ipergarantisti di Forza Italia. Ma di più il Cavaliere «addomesticato» (per il momento) non può e ha voluto fare.
Premio Guido Carli Michaela Biancofiore
Del resto la sua assenza alla presentazione del libro della Biancofiore gli stata quasi imposta dagli avvocati viste le parole durissime pronunciate contro coloro che in Parlamento «non vedono l’ora di dare in pasto a una certa opinione pubblica lo scalpo di chi ha la sventura di finire sul banco degli imputati. E’ una barbarie infierire su una persona ammalata che non può venire alla Camera a difendersi: non è mai successa una cosa del genere».
Avvocato FRanco Coppi difensore di Gianluigi Gabetti
Raccontano che Berlusconi abbia alzato il telefono per esprimere solidarietà a Galan, ma non ci sono conferme. Sicuro è invece che la vicenda dell’ex doge contro cui si sono uniti i voti di Pd, 5 Stelle, Lega scivolerà sul marmo di interessi superiori. In aula, tra l’altro, mancavano diversi deputati di Fi.
«Assenti ingiustificati», ha sottolineato il capogruppo Brunetta che ha espresso «amarezza e dolore». Lo stesso Brunetta ha sparato a pallettoni in aula e alla riunione dei capigruppo dove è stato deciso che non ci sarebbe stato alcun rinvio del voto: ha pure provato a collegare questa decisione alle sorti delle riforme, ma i suoi interlocutori sapevano benissimo che Berlusconi non ha interesse a far saltare le riforme e quel clima che gli fa tanto bene.
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