DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Veronica Tomassini per il "Fatto quotidiano"
In definitiva: cosa potevano saperne Domenico Dolce e Stefano Gabbana che i siracusani hanno il karma di Paolino Paperino. Loro hanno presentato un profumo, punto, il resto sono affari nostri. E cosa dobbiamo raccontare a loro, chissenefrega se sono 57 anni che il teatro comunale di Siracusa è il manifesto esangue di tutte le incompiute, chiuso, sbarrato. Chissenefrega se i siracusani di tre generazioni ne ignorano la sostanza, per quel che vale, potrebbe pure essere una cisterna, un fontanile, un vespasiano.
Macché, è semplicemente la pezza a tutti gli sprechi e appalti monumentali, dal 1998 a oggi, soltanto, divoratore di una girandola di finanziamenti per un totale di oltre 10 milioni di euro. Per fare? Ristrutturarlo, ovvio, sempre con piccoli passettini e un allarme a scansione: stiamo aprendo; un attimo che apriamo; eccoci che è quasi fatta e così via.
Amministrazione dopo amministrazione, con tanto di video divulgativi su youtube, uno dei più recenti - nel 2011-con l'ex sindaco Visentin. Roberto Visentin, in quota Pdl, allora annunciava aperture prossime venture, poi il collasso, la giunta commissariata fino alle amministrative e il default consegnato alla città : 5 milioni di euro (poco più) e altre piccolezze tipo evasione tributaria e squilibri gestionali.
Dolce & Gabbana l'altro ieri hanno trasferito le luci del bel mondo da queste parti, potendo laddove tutti i gagliardetti hanno fallito, hanno preso e affittato il teatro, poche storie, transazione facile, su, non c'è niente che non si possa comprare o noleggiare. Un minimo di arredi, addobbi e velluti, voci raccolte dall'uomo di strada che è abbastanza incazzato.
Quanto può costare su? Il barista della piazza, accanto al Teatro, nel pieno centro storico (si tratta di patrimonio Unesco eh), sostiene che siano bastati 20 mila euro (la cifra viene confermate a più riprese) e che il comune li abbia messi in tasca sa' com'è dice il barista, con la crisi. Certo.
Ma il profumo? Il profumo si chiama The One, ah ecco. Ad assistere alla cerimonia c'erano 120 giornalisti da tutto il mondo. Mise da gran soiree, per la miseria, slarghi e angiporti bloccati, security ovunque, auto blindate che noi umani eccetera, ordine imposto e sguinzagliato fino al parossismo, astanti indigeni allibiti, incapaci di realizzare la natura di una tale e sconsiderata frenesia di lamé, sete e zigomi turgidi, labbroni idem, sfolgorii sparsi. Ma cecchini sui tetti a spiovere? No, quelli no. Nessuno poteva immaginare, salvo a cose fatte. Eh no, non è giusto. Non siamo babbei.
Eppure il silenzio stampa fino alla conclusione dell'hit mondano esaurito in gran segreto. Ma perché? Almeno un siracusano su due ha un completo giacca e cravatta nell'armadio. Niente da fare, il catering secondo alcuni par che sia arrivato fin dentro il porticato del teatro, costruzione antichissima e nobilissima, con decori eccellenti firmati dai maestri della scuola siciliana e napoletana del XIX secolo: e chi li ha visti mai?
Siamo fatti così, abbiamo bisogno di un Gastone Paperone del caso, ci piace sapere che ad esempio nel parco archeologico millenario si organizzano feste o cene, come quella degli ordini degli avvocati questa estate, che convivio, roba da matti, imbandito precisamente dentro l'anfiteatro romano, altro che il Balletto del Bolshoi, all'anfiteatro si mangia e alla grande. E infatti, la cena era squisita secondo certuni che non si arrabbiano più. Secondo certuni in quel mondo lì, tipo jet set, si mangia poco e non certamente impanate o cotolette, ecco per dire.
Domenico Dolce and Stefano Gabbana with Caterina Murino Paloma Faith and Daisy Lowe FOTO LA NUOVA VENEZIA Domenico Dolce and Stefano Gabbana dolce gabbana venezia BANNER DOLCE E GABBANA CHIUSI PER INDIGNAZIONE CONTRO IL COMUNE DI MILANO dolce gabbana ad sexist
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