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“GIORGIA MELONI NON POTEVA NON SAPERE CIÒ CHE STAVA AVVENENDO SUL CASO ALMASRI. E HA RAGIONE: A PROCESSO DOVEVA ANDARCI ANCHE LEI” – IL QUOTIDIANO “DOMANI”: “UN PRESIDENTE DEL CONSIGLIO È, PER DEFINIZIONE, SEMPRE INFORMATO DELL’ATTIVITÀ DEI TITOLARI DEI DICASTERI, CIRCA LA QUALE HA UNA RESPONSABILITÀ CHE NON È SOLO POLITICA. QUANDO NORDIO HA DECISO DI CONSENTIRE CHE ALMASRI FOSSE LIBERATO E RIPORTATO IN LIBIA SU UN VOLO DI STATO, MELONI NON È INTERVENUTA. ANCHE SE NELL’ORDINANZA DI ARCHIVIAZIONE SI LEGGE CHE NESSUN ‘DETTAGLIO O ELEMENTO VALUTABILE’ DIMOSTRA LA ‘SUA CONDIVISIONE DELLE DECISIONI ADOTTATE’, LA PREMIER POTEVA IMPEDIRE QUANTO STAVA AVVENENDO PER ALMASRI, E NON L’HA FATTO”
Estratto dell’articolo di Vitalba Azzollini per https://www.editorialedomani.it
GIORGIA MELONI E IL CASO ALMASRI - MEME BY FAWOLLO
La premier non poteva non sapere ciò che stava avvenendo. Quanto a Nordio, Piantedosi e Mantovano, se non fosse concessa l’autorizzazione a procedere si creerebbe un cortocircuito giuridico: l’Italia potrebbe essere “sanzionata” in sede internazionale per non aver consegnato il libico alla CPI, ma chi si suppone ne abbia la responsabilità potrebbe essere sottratto al giudizio in sede nazionale
Giorgia Meloni ha ragione quando lamenta che il Tribunale dei Ministri ha archiviato la sua posizione per il caso Almasri, al contrario di quanto ha fatto per i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, nonché per il sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata alla sicurezza della Repubblica. Un presidente del Consiglio è, per definizione, sempre informato dell’attività dei titolari dei dicasteri, circa la quale ha una responsabilità che non è solo politica. […]
KISS ME LIBIA - MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
La responsabilità di Meloni
I compiti che l’art. 95 della Costituzione assegna al presidente del Consiglio - dirigere la politica generale del governo ed esserne responsabile, mantenere l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovere e coordinare l'attività dei ministri – comportano che egli non possa non sapere cosa fanno i suoi ministri.
Perciò Meloni afferma che il governo «agisce in modo coeso sotto la mia [sua] guida» e «ogni scelta, soprattutto così importante, è concordata». Ma la responsabilità del vertice dell’esecutivo va anche oltre: la legge gli attribuisce il potere sospendere l’adozione di atti politici o amministrativi da parte dei ministri competenti, investendone il Consiglio dei Ministri (legge n. 400/1988). Quando Nordio ha deciso di consentire che Almasri fosse liberato e riportato in Libia su un volo di stato, Meloni non è intervenuta.
LA LIBERAZIONE DI ALMASRI - VIGNETTA BY VAURO
Dunque, anche se nell’ordinanza di archiviazione si legge che nessun «dettaglio o elemento valutabile» dimostra la «sua condivisione delle "decisioni" adottate», la premier poteva impedire quanto stava avvenendo per Almasri, e non l’ha fatto.
L’indagine sui componenti dell’esecutivo era stata aperta per i reati di peculato e favoreggiamento, e riguardo a Nordio pure per omissione di atti d’ufficio. Cosa potrà accadere quando la parola passerà alle Camere, che decideranno sull’autorizzazione a procedere?
La legge definisce i criteri che le Camere devono seguire nella decisione. L’autorizzazione può essere negata se l’inquisito «abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di Governo» (legge costituzionale n. 1/1989). Dunque le Camere dovranno valutare se la liberazione del generale libico sia stata un atto “politico” - cioè teso a soddisfare interessi prevalenti rispetto a quelli sacrificati con il suo rilascio - quindi insindacabile dai giudici.
Questo è un punto nodale, in cui si intersecano l’ordinamento interno e quello internazionale. L’Italia, con la sottoscrizione e la ratifica dello Statuto di Roma, istitutivo della Corte penale internazionale, ha riconosciuto la giurisdizione di quest’ultima, assumendosi l’obbligo di cooperare «pienamente con la Corte nelle inchieste ed azioni giudiziarie che la stessa svolge», quindi anche eseguendo i suoi mandati di arresto.
Ma per Almasri, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità, il governo Meloni non l’ha fatto. Se non fosse concessa l’autorizzazione a procedere, i soggetti coinvolti sarebbero sottratti a una valutazione giudiziaria volta ad accertare se essi abbiano agito entro quei canoni di legalità, che includono anche il rispetto dei trattati, cui pure la politica deve attenersi, in ossequio ai principi fondamentali dello Stato di diritto.
GIORGIA MELONI - VIGNETTA BY MANNELLI SUL FATTO QUOTIDIANO
Se le Camere decidessero di evitare il processo a ministri e sottosegretario, rischia di crearsi un cortocircuito giuridico. Sul lato internazionale, la procura della Corte ha già chiesto di deferire l’Italia al Consiglio di Sicurezza dell’Onu o all’assemblea degli Stati che aderiscono al tribunale dell’Aja, per il caso Almasri. Non consegnare il libico alla CPI, in violazione degli obblighi sanciti dallo Statuto di Roma, ha impedito che si svolgesse un processo a suo carico, dato che la Corte non giudica in assenza dell’imputato.
Sul lato interno, il diniego dell’autorizzazione a procedere precluderebbe l’accertamento delle responsabilità di chi, non evitando il rilascio di Almasri, ha ostacolato la Corte nella ricerca della verità circa i crimini ipotizzati a suo carico […] In sintesi, per il caso Almasri, l’Italia potrebbe essere “sanzionata” in sede internazionale, ma chi si suppone ne abbia la responsabilità potrebbe essere sottratto al giudizio in sede nazionale. Un cortocircuito […]
IL SUPPLIZIO DI SANTA MELONI - VIGNETTA BY NATANGELO - IL FATTO QUOTIDIANO
IL POST DI GIORGIA MELONI SULL ARCHIVIAZIONE PER IL CASO ALMASRI
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