DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
La Santa Sede ?? si è messa a disposizione per facilitare il dialogo tra #Ucraina e #Russia con la sua diplomazia, che - bisogna ricordarlo - è sempre di cucito e mai di taglio.
— Antonio Spadaro (@antoniospadaro) February 28, 2022
Da open.online
Violente esplosioni a Kiev nel tardo pomeriggio di oggi, 28 febbraio. Mentre si era da poco concluso il primo round di colloqui tra le delegazioni di Mosca e Kiev, la capitale ucraina è stata scossa da alcuni potenti boati. Le esplosioni si sono verificate nell’est del centro di Kiev, intorno alle 18.40 locali, le 17.40 in Italia. Subito dopo nella capitale ucraina sono risuonate le sirene d’allarme.
Si sono conclusi poco dopo le 17 italiane i colloqui tra Kiev e Mosca. I negoziati tra le due delegazioni si sono tenuti oggi, 28 febbraio, in una località segreta vicino al confine tra Ucraina e Bielorussia. La delegazione di Kiev, come anticipato nella giornata di ieri, ha richiesto l’immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina. Il presidente russo Vladimir Putin, da parte sua, ha chiesto che la Crimea venga riconosciuta come territorio russo e che l’Ucraina venga «smilitarizzata» e assuma «uno status neutrale». I negoziati proseguiranno nei prossimi giorni. Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato la domanda di adesione all’Unione europea.
Mosca: «Ci sono le basi per una trattativa»
Resta aperto il dialogo tra Kiev e Mosca. Dopo che sono terminati i colloqui andati in scena oggi al confine tra Ucraina e Bielorussia, fonti di Kiev hanno fatto sapere che le due delegazioni stanno tornando nei rispettivi Paesi per consultazioni e si vedranno per un «secondo round» di negoziati. I nuovi colloqui, dice il Cremlino, si terranno in una località al confine tra Polonia e Bielorussia. Sarebbero stati individuati alcuni principi generali che verranno approfonditi nelle prossime ore. «Abbiamo individuato punti su cui è possibile trovare un terreno comune», ha detto il negoziatore russo Vladimir Medinsky.
Putin a Macron: «Fermerò gli attacchi ai civili»
Fonti dell’Eliseo hanno reso noto che il presidente francese Emmanuel Macron ha avuto oggi, 28 febbraio, un colloquio telefonico con Vladimir Putin. Secondo quanto riferito da fonti dell’Eliseo, il presidente russo «si è impegnato a preservare le vite dei civili e a sospendere tutti gli attacchi contro i civili e le abitazioni».
Secondo quanto riferito dall’agenzia russa Tass, che cita fonti del Cremlino, il presidente Putin durante il colloquio ha spiegato all’omologo francese che «l’accordo con l’Ucraina sarà possibile solo dopo la smilitarizzazione e denazificazione di Kiev, quando avrà assunto uno status neutrale». Inoltre, il presidente russo ha posto tra le condizioni per porre fine al conflitto in Ucraina quella del riconoscimento internazionale della Crimea come territorio russo.
Borrell: «Preoccupazione per Moldavia e Georgia»
L’Alto rappresentante della politica estera dell’Ue, Josep Borrell durante la riunione in videoconferenza dei ministri della Difesa, ha dichiarato che «Bruxelles teme che la Russia possa cercare di destabilizzare anche altri Paesi», oltre all’Ucraina. Nello specifico Borrell ha menzionato in particolare la Moldavia e la Georgia, spiegando che «l’Ue ritiene che la pressione russa possa aumentare nei prossimi giorni sui due Paesi,» così come sull’intera area dei Balcani occidentali. Borrell ha infine annunciato che mercoledì 2 marzo si recherà in Moldavia per discutere di questa preoccupazione con le autorità locali. A preoccupare è soprattutto la Transnístria, la regione indipendentista sostenuta dalla Russia al confine tra Ucraina e Moldavia.
Il Regno Unito aumenta il sostegno militare in Ucraina
Il primo ministro britannico Boris Johnson ha parlato questo pomeriggio con il presidente ucraino Zelensky, confermando il supporto militare all’Ucraina da parte del Regno Unito e annunciando che il governo britannico si impegnerà a inviare, nelle prossime ore, ulteriori risorse per la difesa di Kiev e del Paese contro l’attacco russo. Inoltre, da Downing Street, il portavoce del premier britannico ha specificato che il primo ministro Johnson «si è espresso male» quando ha sostenuto che le sanzioni occidentali «mirano a far cadere il regime di Putin». «Non stiamo cercando nulla in termini di cambio di regime – ha precisato il portavoce di Johnson -, quello di cui stiamo discutendo è come fermare la Russia che cerca di soggiogare un Paese democratico», come l’Ucraina.
missile a kiev mezzi russi in fiamme a kiev
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