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Marco Marozzi per "la Repubblica"
Il primo a batterlo in bici fu Vittorio Adorni. E passi. Lui dodicesimo, il futuro campione primo. L'ultimo, cinquanta e passa anni dopo, Giorgio Squinzi. Ma stavolta «con aiutini», «portato un po' su da qualche amico».
E Romano Prodi si è quasi arrabbiato. Non con il presidente della Confindustria: fra i due - 73 e 69 anni - c'è un feeling non solo sui pedali, ma che si estende ai giudizi preoccupatissimi e alle ricette molto difficili per l'Italia e l'Europa. A far irritare l'ex premier è stato il come si è raccontata la sua «sconfitta» sul Passo dello Stelvio. E anche Squinzi, il «vincitore», non ha gradito.
«Il Professore va più forte di me», ha dichiarato appena superato il traguardo del cicloraduno organizzato dalla sua Mapei, l'azienda di giocattoli. Adriana Spazzoli, moglie di Squinzi, laureata in economia industriale con Prodi, responsabile comunicazione per il marito Mr.Mapei, la risolve con saggezza femminile: «Capita, nei momenti non visti qualche spintarella ci sta. Ma sono arrivati insieme. Io stessa ho fatto le fotografie».
«Già , capita. E non è serio parlare di queste cose fra amici quando le cose serie per l'Italia sono ben altre», dice a sera Romano Prodi. Che si trova pure costretto a dettare una dichiarazione pubblica: «Lasciateci correre un po' in pace, senza polemiche e speculazioni. Non importa chi sia arrivato primo o secondo. Quello che importa è che Squinzi ed io ci siamo molto divertiti. Per me fare lo Stelvio in meno di tre ore in bella compagnia alla verde età di quasi 73 anni è il massimo. Mi piacerebbe che qualcun altro, decisamente ultrasettantenne, facesse la stessa cosa».
A Prodi non sono andati giù titoli come «Squinzi umilia Prodi», distacchi ciclistici «di un bel pezzo», metafore politiche «dall'Ulivo allo Stelvio». Gli amici che hanno pedalato con lui domenica da Bormio fino allo Stelvio dicono si sia lamentato parecchio di mancanza di sportività , degli «aiutini»: o si gareggia in piena regola e allora si guarda chi arriva primo, è la tesi prodiana, oppure si pedala in amicizia e si evita poi di fare classifiche. Lui si è fatto gli oltre 21 chilometri con le proprie gambe, in due ore e 48 minuti. Squinzi aveva con sé Tafi, Zanini, Adriano Baffi, che sono stati campioni della Mapei. Uno squadrone contro un solo uomo e nemmeno al comando. Squinzi, partito dopo, ha impiegato 4 secondi in meno di Prodi, ma l'ha aspettato prima di passare (da solo) il traguardo.
I brontolii del Professore sono diventati pubblici e si è rischiato il caso diplomatico.
Poi i ciclo-presidenti si sono sentiti. «E abbiamo riso». Andrea Tafi, ex campione italiano su strada e più volte azzurro, racconta di conoscere lo Squinzi atletico e di aver scoperto domenica il Prodi muscolare: «Ha dimostrato di essere in forma. Complimenti per come porta i suoi anni».
I ciclisti professionisti raccontano che gli ultimi tre chilometri sono terribili. Ma Prodi se la ride: «Io sono andato solo un po' più piano nella parte finale». Squinzi da parte sua si vanta della sua miglior performance sullo Stelvio nella gara che organizza da nove anni.
E Prodi ci tornerà , aiutini o non aiutini? «Certo, non è stata la prima volta e spero proprio non sia l'ultima». «Uno dei pochi leader europei» lo aveva definito qualche giorno fa Squinzi a Bologna a un incontro di fronte a un migliaio di professori. Poi, su richiesta, aveva aggiunto al gruppo Mario Monti.
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