DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Fabrizio Caccia per corriere.it
«Sì, è vero, sono amico di Costantino Di Silvio detto Cha Cha. Quello che voi chiamate il boss. E allora?», eccepisce al telefono Pasquale Maietta, 49 anni, commercialista, ex tesoriere di Fratelli d’Italia alla Camera, già plurindagato e pure arrestato, nel 2018, per riciclaggio, bancarotta fraudolenta, evasione fiscale e vari altri reati tributari.
«Sono amico di Di Silvio nel senso che ci vado al bar — continua Maietta — ma non ho mai fatto affari con le famiglie dei Rom di Latina né li ho mai presentati a Giorgia Meloni per la campagna elettorale del 2013. Questa è una storia inventata».
«È partita la macchina del fango contro l’unico partito di opposizione», è stata la reazione, ieri, durissima, della leader di Fratelli d’Italia, dopo che il quotidiano Repubblica ha rivelato la testimonianza di un collaboratore di giustizia, Agostino Riccardo, davanti ai pm antimafia romani. Secondo il pentito Riccardo, Fratelli d’Italia, nel 2013, avrebbe fatto avere al clan nomade Travali di Latina 35 mila euro («in una busta del pane») per comprare voti e attaccare manifesti a favore di Pasquale Maietta, all’epoca candidato FdI alla Camera e amico di vecchia data del boss Costantino Di Silvio.
«A Latina Maietta disse alla Meloni che c’era bisogno di pagare i ragazzi presenti per la campagna elettorale — ha raccontato Agostino Riccardo — e la Meloni rispose: Dì a questi ragazzi che ne parlino con il mio segretario. Quindi, il segretario ci prese in disparte e ci disse: Senza che usiamo i telefoni diamoci un appuntamento presso il Caffè Shangrila a Roma. E all’incontro successivo ci diede la busta del pane con dentro 35 mila euro. Poi, salutandoci, ci disse: Mi raccomando, io non vi conosco. Non vi ho mai dato niente...».
Maietta, però, smentisce tutto: «Questo Riccardo, con cui non ho mai avuto niente a che fare, è lo stesso che raccontò ai magistrati che io, da presidente del Latina, andai a Milano al calciomercato a comprare giocatori con una valigia piena di 5 milioni di euro. Ma vi pare che i calciatori si acquistino così?
IL VERBALE CHE TIRA IN BALLO LA MELONI
La verità è che durante quella campagna Giorgia Meloni venne a Latina due volte: una volta ad incontrare a Borgo Carso imprenditori di alto profilo e la seconda in un teatro davanti a 2 mila persone. Ma non c’erano Rom e non le ho mai presentato nessuno. Poi se mi dite che i nomadi, che a Latina sono integrati,vengono chiamati così come tanti altri cittadini non abbienti per attaccare manifesti elettorali, io dico che è possibile. Ma lo fanno per tutti i partiti, di destra e di sinistra. E a pagarli sono i candidati di tasca propria».
Agostino Riccardo avrebbe anche sostenuto che Maietta nel 2013 riuscì ad essere eletto in Parlamento «solo dopo che noi minacciammo pesantemente Fabio Rampelli, costringendolo ad optare per un altro collegio». Il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, non ci sta: «Conoscete il mio passato (ex dirigente del Fronte della Gioventù, ndr), secondo voi minacciandomi i Rom cosa avrebbero ottenuto? Il contrario.
Eppoi 35 mila euro per attaccare i manifesti? Ma ci avrebbero foderato l’intero grattacielo di Latina! É una cifra incredibile. Noi di FdI eravamo appena nati, ma chi ce li aveva tutti quei soldi? Maietta, in realtà, fu eletto perché a Latina quell’anno ottenemmo il 10-11% dei voti rispetto all’1,95% nazionale. Insomma, un trionfo. Perciò era giusto riconoscere al territorio almeno un deputato. E così dovemmo sacrificare Marco Marsilio, l’attuale governatore dell’Abruzzo, che in pratica è mio fratello. Maietta poi all’epoca era pulito, stimato da tutti. Da quando ha avuto i suoi guai giudiziari ogni nostro rapporto con lui si è interrotto».
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