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L'INTIFADA 3.0 È ARRIVATA - UN ALTRO ACCOLTELLAMENTO A GERUSALEMME: UN 19ENNE PALESTINESE PUGNALA UN 25ENNE ORTODOSSO. IL SINDACO AI CITTADINI COL PORTO D'ARMI: ''GIRATE ARMATI'' - VIOLENZE ANCHE A JAFFA, ALLE PORTE DI TEL AVIV: SE ALLE PROTESTE SI UNISCONO ANCHE GLI ARABI-ISRAELIANI, PER NETANYAHU È UN BEL CASINO

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1.MO: UN ISRAELIANO ACCOLTELLATO A GERUSALEMME

 (ANSA) - Un israeliano è stato accoltellato vicino alla sede della polizia a Gerusalemme. Lo dicono i media secondo cui l'aggressore è un palestinese. La polizia ha confermato l'assalto e ha detto che l'attentatore è stato "neutralizzato". Il ferito è un ebreo ortodosso ed è in condizioni serie.

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Secondo le prime informazioni, ci sarebbe anche un secondo ferito leggero, un agente a guardia della linea del tram, intervenuto a difesa dell'assalito. L'aggressore ha 15 anni ed è ora nelle mani della polizia. L'ebreo ortodosso ferito ha 25 anni.

 

2.POLIZIA, ATTENTATORE HA 19 ANNI

 (ANSA) - Il palestinese che oggi ha pugnalato un ebreo ortodosso risiede a Gerusalemme est e ha 19 anni: lo ha reso noto la polizia israeliana, aggiornando le sue prime informazioni secondo cui l'assalitore era un quindicenne. Il giovane e' stato catturato dopo aver tentato la fuga correndo in una arteria di Gerusalemme. Alla vista di agenti in motocicletta ha cercato di impadronirsi di un'automobile di passaggio ma è stato fermato.

 

3.SINDACO GERUSALEMME A ISRAELIANI,PER DIFESA GIRATE ARMATI

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 (ANSA) - Il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat ha fatto un appello ai cittadini "dotati di porto d'armi, addestrati e a conoscenza delle regole di apertura del fuoco" a portare con loro l'arma per difendersi. "Gli israeliani - ha detto citato dalla tv Canale 10, dopo gli ultimi episodi in città di accoltellamenti di ebrei - comprendono che le retrovie sono come la prima linea. Girare con l'arma personale accresce il senso di sicurezza nelle strade".

 

 

4.L’INTIFADA SI ALLARGA - SCONTRI A TEL AVIV

Maurizio Molinari per “la Stampa

 

I disordini palestinesi contagiano Jaffa, alle porte di Tel Aviv, e Benjamin Netanyahu punta l’indice contro il Movimento islamico della Galilea, accusandolo di essere «fra i registi dell’attuale ondata di terrorismo». Jaffa è la città araba attaccata a Tel Aviv, dove le ultime violenze risalivano al 2000 ovvero l’inizio della Seconda Intifada. La polizia viene colta di sorpresa quando una folla di dimostranti si avvicina alla locale scuola religiosa ebraica tentando l’assalto con sassi, molotov e petardi. Ne segue una battaglia che termina con cinque agenti feriti e una dozzina di arrestati

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Dentro la Linea Verde

Sono arabo-israeliani, cittadini a pieno titolo dello Stato ebraico, e l’impatto è una sorta di choc nazionale: su radio e tv leader religiosi musulmani ed ebrei si susseguono nel difendere Jaffa come «modello di coesistenza» dal 1948. Ma le bandiere verdi con le scritte coraniche innalzate in segno di sfida contro gli agenti suggeriscono che qualcosa è cambiato. Il portavoce della polizia, Micky Rosenfeld, punta l’indice contro il Movimento islamico del Nord, ovvero della Galilea, guidato da Sheikh Raed Salah, aggiungendo: «Sono gli stessi che organizzano le violenze nella moschea di Al Aqsa nella Città Vecchia di Gerusalemme».

donna palestinese accoltella israeliani a gerusalemme  5donna palestinese accoltella israeliani a gerusalemme 5

 

Il gruppo dei Morabitun, autori dei recenti disordini ad Al Aqsa, era «pagato e organizzato» dal Movimento Islamico che, aggiunge la polizia, «è dietro anche la battaglia di lunedì nelle strade di Nazareth». Si tratta di città arabe dentro i territori di Israele pre-1967 e suggeriscono il rischio che la possibile Intifada 3.0, iniziata attorno a Gerusalemme, si estenda agli arabo-israeliani, il 20% della popolazione. Il premier Netanyahu è lapidario: «Il Movimento islamico del Nord è fra i responsabili dell’ondata di terrore, incita all’odio come Hamas e l’Autorità palestinese» e promette «severi provvedimenti».

 

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L’affermarsi di una componente islamica fra gli arabo-israeliani, vicina ai Fratelli Musulmani, pone una nuova sfida alla sicurezza e Netanyahu decide di rimandare il vertice a Berlino con Angela Merkel. Gli attacchi al coltello si moltiplicano: alla Porta dei Leoni della Città Vecchia è una donna palestinese che si avventa contro un israeliano - che riesce a spararle - a Kityat Gat un soldato viene aggredito e a Petach Tikwa è un civile a essere accoltellato.

 

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Abu Mazen, presidente palestinese, si affida ad «Haaretz» per imputare tale ondata di violenze «alle politiche errate del governo Netanyahu» e a rispondergli è il presidente israeliano, Reuven Rivlin, secondo il quale «Abu Mazen ha definito gli ebrei puzzolenti con un linguaggio che incita all’odio e dovrebbe cessare di adoperare perché dobbiamo vivere assieme». Scontri anche in Cisgiordania, dove la novità viene dagli «attacchi dei coloni contro i palestinesi» secondo i portavoce di Ramallah che parlano di «auto incendiate e persone aggredite con sassi e armi da fuoco».

 

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