moni ovadia elly schlein

SINISTR-ELLY A PEZZI! LA STAMPA FA IL CONTROPELO A SCHLEIN CHE HA DETTO NO AL PIANO URSULA SUL RIARMO UE: “LA SEGRETARIA DEL PD VORREBBE TANTO ANDARE LÌ DOVE LA PORTA IL CUORE (DALLE PARTI DI MARCO TARQUINIO E CECILIA STRADA) MA, POICHÉ GUIDA UN PARTITO CHE HA UN INSIEME DI COMPATIBILITÀ, NON PUÒ O NON RIESCE FINO IN FONDO. UNA VOLTA SI RITROVÒ SOTTO UN PALCO DOVE MONI OVADIA ARRINGAVA CONTRO LA NATO E LE COLPE DELL'OCCIDENTE, MENTRE PUTIN AVANZAVA IN DONBASS E SCOPPIÒ UN PUTIFERIO. PROSSIMO CAPITOLO DEL PD: LA MUTAZIONE GENETICA”

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Alessandro De Angelis per “La Stampa” - Estratti

 

 

elly schlein

Partiamo da qui: dalla sfasatura, nell'ambito della stessa famiglia politica europea. Ieri i partiti socialisti, riunitisi per discutere del piano Ursula, hanno dichiarato: «È un punto di partenza, non un traguardo. Abbiamo bisogno di nuovi finanziamenti e questa è l'unica strada per un'Europa sicura». Insomma, tutto è migliorabile e perfettibile ma, nelle parole e nel tono, c'è il riconoscimento di un'esigenza e di un obiettivo condiviso di sicurezza.

 

 

 

La posizione è sensibilmente diversa da quella di Elly Schlein per cui il medesimo piano «non è la strada che serve all'Europa», perché quello che occorre è la difesa comune, non il «riarmo nazionale».

 

elly schlein alla direzione del pd foto lapresse

 

 

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In fondo, però, non è questo il punto. Prima ancora del merito sulle modalità tecniche con cui vengono erogate le risorse, su quanta spesa nazionale, su quanti progetti comuni, il punto, c'è poco da fare, è la postura. Rispetto a quella dei partiti, si sarebbe detto una volta, "fratelli", racconta, da parte della segretaria del Pd, di un bisogno di enfatizzare sempre l'elemento critico.

 

 

 

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elly schlein alla direzione del pd foto lapresse

 

 

La storia di questa "via italiana" è, semplicemente, la storia di un cuore altrove. Non tattica o calcolo. C'è poco da fare, si capisce che la segretaria del Pd vorrebbe tanto andare lì dove la porta il cuore (dalle parti di Marco Tarquinio e Cecilia Strada per intenderci) ma, poiché guida un partito che ha un insieme di compatibilità, non può (o non riesce) fino in fondo. È sempre così: una volta si ritrovò pure sotto un palco dove Moni Ovadia arringava contro la Nato e le colpe dell'Occidente, mentre Putin avanzava in Donbass e scoppiò un putiferio. Per evitare il bis recentemente ha evitato di andare alla manifestazione della "rete per disarmo" adducendo, solo alla fine, come pretesto non il sentimento rispetto a una piattaforma terzomondista, ma l'agenda fitta.

 

 

MONI OVADIA

 

Insomma, l'ambiguità alberga qui: sta con Kiev proprio perché deve, con "due popoli due Stati", però la sera del 7 ottobre si è tenuta a distanza dalle celebrazioni alla Sinagoga, preferendo salire sul palco di J-Ax per una bella cantata. La verità è che le è estranea la riflessione sulla sicurezza come terreno su cui si gioca la partita in questo mondo confuso.

 

 

 

Anzi subisce l'approccio di chi dice, lisciando il pelo alla demagogia e toccando corde d'antan, che ogni euro messo in sicurezza - concetto più ampio di "armi" - è tolto alle scuole. Perché quell'approccio è il suo. Il che rende l'europeismo un wishful thinking valoriale che non si misura con la contesa reale. La novità è che, siccome Elly Schlein farà le prossime liste elettorali, sul cuore altrove ha portato il grosso del Pd. Prossimo capitolo: la mutazione genetica.

elly schlein alla direzione del pd foto lapresse 2moni ovadia alla manifestazione per li palestinesi a roma