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Alberto D’Argenio per “la Repubblica”
MATTEO RENZI E LA BOMBA A ENRICO LETTA
L’ex presidente del Consiglio Enrico Letta lascia il Parlamento italiano. L’annuncio era stato anticipato dallo stesso Letta lo scorso 20 aprile, ma ieri l’esponente del Partito democratico ha rivelato in diretta a Dimartedì , su La7, di avere effettivamente lasciato Montecitorio. «Da oggi lascio il Parlamento, ho dato la lettera di dimissioni al presidente Boldrini», ha affermato l’ex vicesegretario dem ai tempi della gestione Bersani.
Letta è stato premier dall’aprile 2013 - dopo che lo stesso Bersani non era riuscito a costruire una maggioranza in seguito alla risicata vittoria elettorale del febbraio dello stesso anno - fino al 14 febbraio 2014, quando venne sfiduciato dalla Direzione del Pd che gli impose di cedere il passo da neosegretario del partito, Matteo Renzi. Celebre l’immagine della cerimonia della consegna della campanella a Palazzo Chigi, con lo sguardo gelido di Letta nei confronti del suo successore.
Letta ieri ha però sottolineato che le sue sono dimissioni dal Parlamento, «non dalla politica perché dalla politica non ci si può dimettere». E ancora, «il primo settembre comincio a lavorare a Parigi con la scuola di Affari Internazionali e Scienze Politiche. La mia non è una resa, faccio un passo di lato perché credo che oggi non abbiamo ascoltato il messaggio molto forte che è venuto dai cittadini che hanno detto basta con politica fatta da gente che non fa altro, che non ha un mestiere. Ma per me è un rilancio, non starò zitto, dirò la mia».
ASSEMBLEA PD PRIMA FILA MADIA RENZI LETTA
E anche ieri l’ex inquilino di Palazzo Chigi si è pronunciato sull’operato del governo. «Oggi — ha affermato — abbiamo condizioni straordinarie per agganciare la crescita e io dico a Renzi: lavora per unire e fare le cose, non per l’occupazione del potere. Si sta discutendo di cambio dei vertici della Cassa Depositi e Presiti e della Rai, invece bisogna occuparsi delle cose da fare non delle poltrone da occupare. Renzi ha vinto le primarie — ha aggiunto — sbaglia chi pensa che sia un usurpatore, ma credo che debba unire perché l’Italia ha un’occasione straordinaria per cogliere la ripresa».
RENZI E LETTA ALL ASSEMBLEA NAZIONALE PD
MATTEO RENZI NELL UFFICIO DI LETTA A PALAZZO CHIGI
Letta non ha risparmiato un’altra bacchettata a Renzi dicendo che «il Pd sul tema della legalità è stato meno forte e credibile di quanto avrebbe dovuto e se lo è il Pd rischia di esserlo l’intero Paese». Un riferimento anche al caso De Luca, che per Letta «è stato condannato qualche mese fa e secondo la legge Severino non può fare il presidente di Regione. Punto».
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