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Paolo Manzo per "La Stampa"
«Il fatto che la maggior parte dei ragazzi sia morta per intossicazione e non per ustioni è la prova che il piano di evacuazione non ha funzionato. Non sono riusciti a trovare la via di fuga, il fumo si è accumulato e sono caduti a terra perdendo i sensi e rimanendo schiacciati gli uni dagli altri». Sono durissime le parole di Moacyr Duarte, uno dei massimi esperti di sicurezza del Brasile che poi aggiunge «questo implica tutta una serie di responsabilità che nessuno in questo momento vorrebbe avere sulla coscienza».
E mentre il Brasile conta i suoi morti cominciano le perizie degli esperti. Nessuna norma elementare di sicurezza era stata rispettata dai proprietari della discoteca Kiss. «Al di là del comportamento assurdo dei bodyguard che all'inizio hanno impedito la fuga dei ragazzi la cosa più grave è che non ci fossero uscite di sicurezza», prosegue Duarte. Tanto che molte delle vittime avevano scambiato le porte dei bagni per le uscite di emergenza. Ed è qui infatti che i vigili del fuoco hanno trovato il più alto numero di cadaveri.
«La legislazione per la sicurezza delle discoteche esiste in Brasile - spiega Duarte - il problema sono i controlli». Che nel caso della Kiss avrebbero messo in evidenza l'assenza di autorizzazione dallo scorso agosto. Molti si interrogano adesso sull'esatto numero dei partecipanti alla festa. Il locale, dalla capienza di 2mila persone, secondo le testimonianze dei presenti era affollatissimo. I vigili del fuoco hanno rivelato altri dettagli inquietanti, dagli estintori non funzionanti fino alla porta d'uscita che risultava essere bloccata e che li ha spinti a spaccare a picconate le pareti del locale dalla strada per aprirsi un varco.
Una tragedia quella brasiliana che ricorda da vicino quella della discoteca di Buenos Aires Cromañón, il 30 dicembre del 2004 dove, per un incendio simile persero la vita 194 persone.
Il Brasile non è nuovo a tragedie di questo genere. L'incendio in assoluto più violento rimane quello appiccato da un dipendente, per vendetta, al tendone del «Gran Circus Nord-Americano» a Niterói il 15 dicembre 1961. Morirono in 500. Nel 1972, il 24 febbraio, fu la volta dell'edificio Andraus di San Paolo. I 32 piani vennero distrutti dalle fiamme che causarono la morte di 16 persone e più di 300 feriti.
A seguire lo spaventoso incendio che devastò nella stessa città l'edificio Joelma, il 1 febbraio del 1974. Morirono 187 persone, molte lanciatesi per disperazione dalla finestra. E ancora più indietro nel tempo, sempre San Paolo ricorda ancora il falso allarme lanciato all'interno del cinema Oberdan nel 1938. In preda al panico, schiacciati nella fuga morirono in 31. Trenta erano bambini. Ma ora, in attesa delle Olimpiadi, si sperava che le cose fossero cambiate.
Brasile: caos e soccorsi nei pressi della discoteca Brasile: caos e soccorsi nei pressi della discoteca Brasile: caos e soccorsi nei pressi della discoteca Brasile: caos e soccorsi nei pressi della discoteca Brasile: caos e soccorsi nei pressi della discoteca
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