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Carlotta Scozzari per Dagospia
Un'economia europea che non ne vuole sapere di riprendersi e dei mercati emergenti dove continuano a fioccare le vendite sulle valute sono i due principali fattori che stanno spingendo al ribasso, questo venerdì, le Borse europee. A Piazza Affari, alle 16.00, l'indice Ftse Mib, al termine di una settimana caratterizzata soprattutto dalle vendite, cede un altro 1,26%, mentre la valuta unica si mostra sempre più debole rispetto alle altre monete delle aree non emergenti. Il tasso di cambio tra l'euro e lo yen ha aggiornato i nuovi minimi da quasi due mesi, portandosi sotto quota 138, mentre la moneta unica è scesa sotto 1,35 verso il dollaro, toccando così il livello più basso da oltre una settimana.
Secondo esperti di mercato e addetti ai lavori, i dati macroeconomici giunti questa mattina dall'area dell'euro, con la disoccupazione vicina ai massimi al 12% e l'inflazione preliminare di gennaio allo 0,7% annuo, stanno alimentando l'aspettativa che già in occasione della riunione monetaria di giovedì la Bce annunci ulteriori misure accomodanti. Tanto più che, come fa notare l'esperto di Ig Vincenzo Longo, per il numero uno dell'Eurotower, Mario Darghi, proprio grazie allo scenario poco incoraggiante tratteggiato dai dati di oggi, potrebbe essere più facile "superare le resistenze tedesche". Anche perché sul mercato europeo comincia ad aleggiare il pericoloso spettro della deflazione.
Ma che cosa può fare ancora la Bce considerato che i tassi di interesse di riferimento sono già ai minimi storici dello 0,25%? Il ventaglio di misure a disposizione di Francoforte, sottolinea Ig, resta molto ampio: si va dal taglio del tasso di rifinanziamento principale allo 0,1% dallo 0,25% attuale all'acquisto di attività delle banche. E proprio quest'ultima è l'opzione che secondo gli esperti di Ig ha più chance di concretizzarsi. "Si tratterebbe - spiega Longo - di un quantitative easing (cioè del processo con cui la Federal Reserve americana ha comprato obbligazioni ogni mesi inondando i mercati di liquidità , ndr) all'europea, con la liquidità che potrebbe essere dirottata verso quelle banche che hanno la più alta concentrazione di prestiti in portafoglio, incentivando la riattivazione del credito".
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