RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Andrea Bonanni per “la Repubblica – Affari & Finanza”
MANFRED WEBER SILVIO BERLUSCONI ANTONIO TAJANI
Il ruolo cruciale che Forza Italia ha svolto nella caduta del governo Draghi, nonostante lo sbandieramento di valori liberali ed europeisti, segna anche un ennesimo passo nel progressivo spostamento a destra del Partito popolare europeo (Ppe), che ormai in Europa governa sia attraverso la tradizionale alleanza con i socialisti del Pse, sia grazie a convergenze caso per caso con l'Ecr, il partito dei conservatori europei guidato da Giorgia Meloni e dall'estrema destra polacca del Pis.
L'ultimo episodio è stato il voto congiunto di popolari e conservatori per annacquare la direttiva sulle emissioni inquinanti. Questo sistema "dei due forni", come avrebbe detto Andreotti, consente ai popolari europei di fare incetta di poltrone a Bruxelles anche se ormai non controllano quasi più nessun governo in Europa.
Il Ppe, infatti, esprime la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, la presidente del Parlamento europeo, la maltese Roberta Metsola, e anche il potente segretario generale del Parlamento, Klaus Welle. In compenso il Pse, dopo la morte di David Sassoli, si deve accontentare della poltrona del "ministro degli esteri" europeo, coperta dallo spagnolo Josep Borrell che però si trova schiacciato tra la von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, liberale.
Ora i corridoi dei palazzi comunitari sono in subbuglio perché Klaus Welle ha annunciato la decisione di ritirarsi. Ma il Ppe non ha alcuna intenzione di rinunciare a quella poltrona, cruciale per la gestione del Parlamento europeo, e ha già pronto il nome del successore. Si tratta dell'italiano Alessandro Chiocchetti, attuale capo di gabinetto della presidente Metsola.
Arrivato a Strasburgo come assistente parlamentare di Forza Italia, Chiocchetti ha fatto una brillante carriera come funzionario e uomo di fiducia di Antonio Tajani, che del Parlamento è stato anche presidente. Recentemente ha ricevuto una ulteriore promozione che gli conferisce un grado adeguato per andare a coprire l'incarico di segretario generale. Il Pse avrebbe sperato di poter mettere al posto di Welle un funzionario di area socialista, o almeno di poter avere voce in capitolo nella nomina del successore, che viene decisa dal "Bureau" dove siedono il presidente e i vicepresidenti del Parlamento.
Ma il leader del Ppe, Manfred Weber, ha fatto sapere di avere già una maggioranza "ad hoc" favorevole al candidato dei popolari con il sostegno dei liberali, dell'estrema sinistra (a cui in compenso verrebbe data la guida di una direzione generale creata ad hoc) e dei conservatori. Il voto sarà a settembre. Per il candidato italiano la strada sembra in discesa. Per i socialisti europei, dopo la scomparsa di Sassoli, è sempre più in salita.
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