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Mariolina Iossa per il "Corriere della Sera"
Prima l'ha chiamato «signorina» e ha detto che soffre di «turbe della psiche» poi, vista la tempesta che le sue parole hanno scatenato, ha fatto un passo indietro e in serata si è scusato, spiegando di essere stato frainteso.
L'assessore ai Trasporti del Comune di Lecce, Giuseppe Ripa del Pdl, ieri su Facebook, intervenendo sulla bacheca del sindaco di Lecce Paolo Perrone che aveva voluto aprire una discussione aspra sulla gestione della sanità in Puglia, ha definito il governatore della Regione Nichi Vendola una «signorina» appunto. Il sindaco ha subito preso le distanze postando una replica molto netta: «Mi piace fare politica gareggiando con gli avversari sui temi e sui contenuti, non sulle preferenze sessuali di questo o di quello, che sono un affare privato e dunque, come tale, da rispettare».
Ma questo non è servito a frenare l'assessore. Ripa ha precisato che «In natura esistono solo due tipi di generi umani: l'uomo e la donna. Il resto viene classificato scientificamente come "turbe della psiche", patologia che rientra nelle competenze della scienza sanitaria in generale e della psicanalisi in particolare». A questo punto la frittata era fatta e l'onda di reazioni indignate si è gonfiata fino a travolgere lo stesso Perrone che è dovuto nuovamente intervenire per dissociarsi dal suo assessore.
«Mi spiace Giuseppe - ha scritto il sindaco - ma devo dissociarmi pubblicamente dalle tue affermazioni inopportune e riconducibili al tuo modo di vedere le cose, non certamente al mio governo cittadino e alla mia persona. Mi scuso io a tuo nome per quello che hai detto sul presidente Vendola». E in serata l'assessore Ripa si è scusato.
Il governatore ha preferito non intervenire ma la sua vice, Loredana Capone, ha definito «inaccettabile», «indegno» e «meschino» il lessico usato dall'assessore. Secondo la Capone, il tentativo del sindaco Perrone «di mettere a tacere la polemica è maldestro» perché il primo cittadino avrebbe dovuto «prendere provvedimenti nei confronti di Ripa» e invece si preoccupa solo di «non perdere voti».
A Vendola è arrivata solidarietà a valanga. L'Arcigay ha chiesto le «dimissioni immediate di Ripa da qualunque incarico», Paola Concia (Pd) ha aggiunto che «chi pronuncia frasi del genere deve stare fuori dal governo della cosa pubblica», Ignazio Marino (sempre Pd) ha parlato di «becera violenza verbale», Leoluca Orlando di Italia dei Valori ha criticato duramente «l'ignobile linciaggio verbale di stampo omofobo». Ma anche nel Pdl c'è stato chi ha preso le distanze da Ripa.
Il senatore Raffaele Lauro ha detto che «non mancano argomenti politici e amministrativi per criticare la gestione Vendola ma è da condannare senza riserve il barbaro ricorso all'offesa gratuita verso la persona», e si è spinto fino al punto di chiedere con urgenza «una norma penale che sanzioni simili comportamenti». Di fronte a tutto ciò Ripa si deve essere sentito messo alle strette. Ed è tornato sui suoi passi. Così in serata è arrivata la sua nota, nella quale dice di essere stato «frainteso», porge le sue scuse al governatore e riconosce di essersi fatto «trascinare nella foga di un dibattito politico».
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