DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Angelo Allegri per “il Giornale”
Tutto sommato era prevedibile: Artyom Uss, l’imprenditore-spia russo fuggito dagli arresti domiciliari in Italia, è ricomparso ufficialmente ieri a Mosca. «In questi ultimi giorni particolarmente difficili mi sono state vicine persone forti e affidabili. Le ringrazio», ha dichiarato all’agenzia di stampa semi-ufficiale Ria-Novosti. Un riferimento per nulla velato alla complessa operazione dei servizi di sicurezza che ha riportato in madrepatria Uss, pedina evidentemente non trascurabile, e figlio del governatore della Regione di Krasnoyarsk.
Secondo il canale Telegram VChK-OGPU, considerato vicino alle forze di sicurezza russe e spesso attendibile, la liberazione di Uss è stata un’avventura in stile James Bond. Dopo che il 21 marzo la Corte d'Appello di Milano aveva approvato l'estradizione di Uss negli Stati Uniti, l’imprenditore ha rimosso il braccialetto elettronico ed è fuggito dal complesso residenziale di Basiglio dove aveva trascorso gli ultimi mesi.
LA STRUTTURA DOVE ARTEM USS ERA AI DOMICILIARI
A prenderlo in consegna un gruppo di 6 o 7 persone dell’Europa dell’Est che avrebbero utilizzato per la fuga macchine con targhe croate. Allo stesso Uss sarebbe stato fornito un passaporto russo con una falsa identità e il ritorno a casa sarebbe avvenuto attraverso la Turchia.
La parte più clamorosa della ricostruzione riguarda la presunta partecipazione alla fuga di «un ex ufficiale delle forze speciali dell’esercito italiano che ha vissuto a Mosca per più di 6 anni», perché «dopo aver lasciato l'esercito, si è trasferito in Russia, dove ha sposato una donna del posto». Sarebbe stato proprio l’Italiano, secondo VChK-OGPU, uno degli organizzatori dell’intera operazione. […]
Nelle dichiarazioni all’agenzia Ria-Novosti Uss ha spiegato la sua fuga: «Il tribunale italiano, sulla cui imparzialità inizialmente contavo, ha dimostrato la sua chiara parzialità politica. Purtroppo è pronto a piegarsi alle pressioni delle autorità statunitensi», ha aggiunto. […]
Nell’autunno scorso Uss era stato messo sotto accusa dalla Corte distrettuale di New York, insieme al suo socio Yuri Orekhov e ad altri tre cittadini russi. Secondo i magistrati americani, grazie allo schermo della loro società di trading con sede ad Amburgo e succursali in varie parti del mondo (da Dubai alla Malesia), Uss e Orekhov avevano messo in piedi un sistema per fornire la Russia di microprocessori e componenti tecnologici utilizzabili a scopi bellici per aerei, missili, radar e satelliti. […]
All’apparenza nessuno sorvegliava l’uomo d’affari russo e anche l’allarme del braccialetto elettronico è scattato con sospetto ritardo.
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