draghi mattarella

CHE FARE? SOLO MINISTRI TECNICI? MIX DI TECNICI E POLITICI? UN GOVERNO QUASI TOTALMENTE TECNICO MA CON DEGLI ESPERTI “DI AREA” A FARE DA CINGHIA DI TRASMISSIONE CON I PARTITI? LO DECIDERANNO DOMANI SERA DRAGHI E MATTARELLA (FOSSE PER LORO I PARTITI NON TOCCANO PALLA, ACCETTANO E BASTA). IN QUESTO QUADRO IL TOTOMINISTRI DI UN GABINETTO PREVALENTEMENTE TECNICO VEDE IN PRIMA FILA…

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Massimiliano Scafi per “il Giornale”

 

mattarella dracarys

Buone notizie, Nicola Zingaretti si è già arreso all' evidenza. «Salvini? È una novità, non c' è dubbio. Ma è lui che ci ha dato ragione, non ci siamo spostati noi». Ora il Pd può sostenere il governo assieme ai nemici leghisti. Mario Draghi però non si scompone, sapeva che la riluttanza dem sarebbe rientrata in fretta e che le manovre per metterlo davanti a una scelta, o noi o loro, sarebbero evaporate all' alba.

 

Il suo problema adesso, nella domenica umbra santificata al lavoro sulla squadra e a una lunga telefonata con il Quirinale, è un altro e riguarda l' alchimia: che tipo di esecutivo mettere in piedi? Quanto spazio concedere ai partiti, per quieto vivere? Pensa e ripensa, alla fine in serata la scelta sembra fatta: un governo tecnico con solo una traccia, una spruzzatina di politici. Chissà.

MARIO DRAGHI ARRIVA AL QUIRINALE

 

Fosse per lui, non ci sarebbero dubbi. Un po', come ha spiegato durante le consultazioni, per il «valore della competenza», una caratteristica necessaria per fronteggiare «le emergenze» che l' Italia deve superare. Un po' anche per seguire il mandato che gli ha affidato Sergio Mattarella, cioè formare un esecutivo «di alto profilo e sganciato da formule politiche».

 

E un po' per stroncare sul nascere il solito, prevedibile assalto alla diligenza. Dunque, un dream team per contrastare il Covid, vaccinare gli italiani e ottenere i 209 miliardi del Recovery Fund. E i nomi giusti il presidente incaricato li ha già in testa da tempo: i partiti in questo schema non toccano palla, accettano e basta. Il gioco è cambiato, le vecchie regole non valgono più.

 

SERGIO MATTARELLA MARIO DRAGHI

C' è tuttavia una seconda questione da considerare: se vogliamo, una trappola da scansare. Se Draghi darà l' impressione di commissariare il Parlamento, crescerà pure il rischio che, alla prima difficoltà o alla prima riforma che tocchi privilegi e rendite di posizione, i partiti inizino a sganciarsi.

 

Meglio allora trovare il modo di legarli, di coinvolgerli con dei ministeri. Ma non troppo, perché un' eccessiva presenza di leader di forze politiche opposte potrebbe rallentare la navigazione, oltre alla difficoltà di trovare spazio per i tanti aspiranti. Senza parlare delle gelosie interne: perché Franceschini sì e Orlando no, eccetera. La soluzione, come spesso succede, può essere a metà strada: un governo quasi totalmente tecnico ma con degli esperti «di area» a fare da cinghia di trasmissione.

MARIO DRAGHI E SERGIO MATTARELLA

 

Una cosa comunque appare sicura. Supermario non si farà dettare i nomi dalle segreterie. Sceglierà in piena autonomia, forte dell' incarico no-limits che gli è stato conferito: come prevede la Costituzione, l' unico con cui si consulterà è il capo dello Stato, che ha il potere di dire la sua.

 

Oggi comunque riprenderà il confronto con le delegazioni e il tema della squadra si intreccerà a quello del programma. Pure su questo l' incaricato è stato chiaro: sarà il programma di Draghi, non un compromesso.

 

Non a caso durante il primo giro ha citato l' articolo 95 della Carta, che stabilisce come l' indirizzo politico spetti a lui. Si al confronto, «però la sintesi la faccio io».

 

In questo quadro il totoministri di un gabinetto prevalentemente tecnico vede in prima fila Marta Cartabia, ex presidente della Consulta, per la Giustizia; Daniele Franco, direttore generale di Bankitalia, per l' Economia; Enrico Giovannini per il Lavoro, Alessandro Pansa, ex capo della polizia, per il Viminale; Tito Boeri per la pubblica amministrazione. E poi, per gli altri dicasteri economici, ecco Lucrezia Reichlin, Carlo Cottarelli, Dario Scannapieco.

daniele francoDario ScannapiecoLUCREZIA REICHLINmarta cartabia 2alessandro pansa foto di baccoenrico giovanninicottarelli