
DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA…
Tommaso Rodano per “il Fatto Quotidiano”
La festa del partito della nazione può essere un' esperienza estrema. Non tanto sui palchi e negli interventi, dove si alternano le Boschi e i Bersani, i Renzi e i D' Alema, che per tutto l'anno se ne sono dette e date di santa ragione. Ma soprattutto nell' offerta di intrattenimento, per così dire: nella stessa città, Reggio Emilia, si alterna il burroso cantautorato di Carmen Consoli con l' elettronica iperaggressiva dei Prodigy.
Quelli di Smack my bitch up (traduzione edulcorata: "colpisci la mia 'donnetta'". Ma in senso figurato: ci si riferisce a un' iniezione di eroina, molto poco partito della nazione). Gli inglesi hanno suonato ieri sera alla festa di Campovolo: evento da migliaia di persone e biglietti da 40 euro più prevendita.
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La "cantantessa" salirà sullo stesso palco il 12 settembre. Si tiene davvero tutto. È evidente - e non da oggi - che agli eredi del Pci le feste dell' Unità non servono più tanto a trovare un senso a una comunità politica con salamelle e gnocchi fritti, ma soprattutto a far quadrare i conti (specie col finanziamento pubblico agli sgoccioli).
L'ha ammesso anche Matteo Orfini, di recente: il Pd romano vuole ridare indietro i soldi ricevuti dal ras di Mafia Capitale Salvatore Buzzi, sì, ma non prima di chiudere il bilancio e di contare gli utili della festa capitolina (tenuta a luglio), perché per ora il piatto piange.
Allora l' offerta "eterogenea" si spiega anche così: bisogna fare cassa. L' hanno capito bene a Bologna, dove si aspettano un milione di visitatori (neanche fosse l' Expo).
C' è spazio tanto per Renzi e i suoi quanto per i rivoltosi; parleranno sia il premier che Bersani: al vecchio leader stavolta spetta la chiusura (che in genere tocca al segretario), bisogna riparare la grande offesa del mancato invito alla kermesse nazionale di aprile.
Ma a Bologna la politica è contorno. Il resto è folklore: c' è una ruota panoramica di 40 metri, un ristorante di pesce con tanto di ombrelloni e spiaggetta artificiale. E poi c' è un pezzo di Cocoricò. Il locale di Rimini si è preso le pagine estive per la morte di un ragazzo sotto effetto di Mdma e per la successiva chiusura forzata.
Ora alcuni dei suoi dj trovano diritto d'asilo proprio tra gli stand dei democratici, dove avevano suonato già l'anno scorso. La location è una pista da ballo da 3.200 metri: una maxi discoteca a cielo aperto. Quanto è pop questo Pd.
A Siena ci saranno 4 ministri (Pinotti, Poletti, Orlando e Boschi) e un luna park, con braccio rotante di 25 metri di altezza che fa il giro della morte. Per stomaci forti, ma forse meglio dei dibattiti. A Milano ci sono eccellenze gastronomiche (il re delle focacce di Palermo, Nino 'u Ballerino) e musica gratis. Ieri ha suonato Giuliano Palma, poi toccherà a Irene Grandi e a Don Joe dei Club Dogo (il gruppo di Gué Pequeno, ex boyfriend di Nicole Minetti).
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