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Tommaso Rodano per “il Fatto Quotidiano”
La festa del partito della nazione può essere un' esperienza estrema. Non tanto sui palchi e negli interventi, dove si alternano le Boschi e i Bersani, i Renzi e i D' Alema, che per tutto l'anno se ne sono dette e date di santa ragione. Ma soprattutto nell' offerta di intrattenimento, per così dire: nella stessa città, Reggio Emilia, si alterna il burroso cantautorato di Carmen Consoli con l' elettronica iperaggressiva dei Prodigy.
Quelli di Smack my bitch up (traduzione edulcorata: "colpisci la mia 'donnetta'". Ma in senso figurato: ci si riferisce a un' iniezione di eroina, molto poco partito della nazione). Gli inglesi hanno suonato ieri sera alla festa di Campovolo: evento da migliaia di persone e biglietti da 40 euro più prevendita.
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La "cantantessa" salirà sullo stesso palco il 12 settembre. Si tiene davvero tutto. È evidente - e non da oggi - che agli eredi del Pci le feste dell' Unità non servono più tanto a trovare un senso a una comunità politica con salamelle e gnocchi fritti, ma soprattutto a far quadrare i conti (specie col finanziamento pubblico agli sgoccioli).
L'ha ammesso anche Matteo Orfini, di recente: il Pd romano vuole ridare indietro i soldi ricevuti dal ras di Mafia Capitale Salvatore Buzzi, sì, ma non prima di chiudere il bilancio e di contare gli utili della festa capitolina (tenuta a luglio), perché per ora il piatto piange.
Allora l' offerta "eterogenea" si spiega anche così: bisogna fare cassa. L' hanno capito bene a Bologna, dove si aspettano un milione di visitatori (neanche fosse l' Expo).
C' è spazio tanto per Renzi e i suoi quanto per i rivoltosi; parleranno sia il premier che Bersani: al vecchio leader stavolta spetta la chiusura (che in genere tocca al segretario), bisogna riparare la grande offesa del mancato invito alla kermesse nazionale di aprile.
Ma a Bologna la politica è contorno. Il resto è folklore: c' è una ruota panoramica di 40 metri, un ristorante di pesce con tanto di ombrelloni e spiaggetta artificiale. E poi c' è un pezzo di Cocoricò. Il locale di Rimini si è preso le pagine estive per la morte di un ragazzo sotto effetto di Mdma e per la successiva chiusura forzata.
Ora alcuni dei suoi dj trovano diritto d'asilo proprio tra gli stand dei democratici, dove avevano suonato già l'anno scorso. La location è una pista da ballo da 3.200 metri: una maxi discoteca a cielo aperto. Quanto è pop questo Pd.
A Siena ci saranno 4 ministri (Pinotti, Poletti, Orlando e Boschi) e un luna park, con braccio rotante di 25 metri di altezza che fa il giro della morte. Per stomaci forti, ma forse meglio dei dibattiti. A Milano ci sono eccellenze gastronomiche (il re delle focacce di Palermo, Nino 'u Ballerino) e musica gratis. Ieri ha suonato Giuliano Palma, poi toccherà a Irene Grandi e a Don Joe dei Club Dogo (il gruppo di Gué Pequeno, ex boyfriend di Nicole Minetti).
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