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“NESSUN PAESE EUROPEO COME L’ITALIA SI DIVIDE SULLA POLITICA ESTERA ANCHE SE NON È MAI ESISTITA UNA POLITICA ESTERA ALTERNATIVA A QUELLA A CUI SI ACCONCIANO TUTTI I GOVERNI – FOLLI: “IL PARLAMENTO SI È DIVISO CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA, CON LE POLEMICHE SUL RIARMO EUROPEO, SI È ACCESA CON LA TRAGEDIA DI GAZA E INFINE LA FRATTURA HA TOCCATO L'APICE CON L'ATTACCO ISRAELIANO A TEHERAN. OVUNQUE SI TENDE A OFFRIRE UN'IMMAGINE DI CONCORDIA PER SOSTENERE L'INTERESSE NAZIONALE. DA NOI, NO. LA POLITICA ESTERA È QUASI SEMPRE L'OCCASIONE PER UNA POLEMICA PROVINCIALE PER..."

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Meloni Salvini

Estratto dell’articolo di Stefano Folli per “la Repubblica”

 

Forse mai come nelle ultime settimane il Parlamento è stato così diviso sulla politica estera. […] colpisce la divergenza sulla crisi internazionale. È cominciata con la guerra russo-ucraina, proseguita con le polemiche sul riarmo europeo, si è accesa con il Medio Oriente — dal pogrom antisemita del 7 ottobre 2023 alla tragedia di Gaza — , e infine la frattura ha toccato l'apice con l'attacco israeliano a Teheran.

 

schlein landini conte

Non c'è, a quanto sembra, un altro paese europeo in cui la politica si divide in modo così netto di fronte a una crisi internazionale che coinvolge da vicino le istituzioni e sollecita sul piano emotivo l'opinione pubblica. Ovunque si tende a offrire un'immagine di relativa concordia perché si tratta di sostenere l'interesse nazionale. Da noi, no. La politica estera è quasi sempre l'occasione per una polemica provinciale in cui ci si sforza di ottenere qualche vantaggio di breve momento a scapito dell'avversario di turno.

 

renzi conte schlein

È una gara a cui partecipano quasi tutti, a destra come a sinistra, e che offre il meglio di sé nell'arena dei "talk show" televisivi. […] Non esiste, né è mai esistita, una politica estera alternativa a quella a cui si acconciano tutti i governi. Esistono sfumature, accenti, magari retoriche diverse, tuttavia l'Italia media potenza conta per quello che è. Il "sovranismo", quando entra nei palazzi romani, tende a evolvere in un conservatorismo abbastanza inoffensivo, come si è visto con il rapporto fra la Meloni e la presidente democristiana tedesca della Commissione.

 

ANTONIO TAJANI - GIORGIA MELONI - JD VANCE - MATTEO SALVINI

Si, ci sono gli Orbán, i Fico, ma non sono in grado d'imporre un modello nazionalista che sia credibile. L'inglese Nigel Farage è l'unico ad aver ottenuto un risultato fragoroso, ma adesso è da vedere se riuscirà a conquistare la maggioranza ai comuni. Senza questo passaggio, non potrà cantare vittoria sul serio. Quanto alla premier italiana, è troppo accorta per diventare lo strumento di Trump contro gli assetti dell'Unione. È ciò che sognano le opposizioni, ma assomiglia a un gioco un po' infantile. […] Non sembra che le cose vadano in questa direzione.

GIUSEPPE CONTE - ELLY SCHLEIN - NICOLA FRATOIANNI - ANGELO BONELLI - MANIFESTAZIONE PD AVS M5S PER GAZA - FOTO LAPRESSE - FOTO LAPRESSE

 

D'altra parte, il centrosinistra non può trasformarsi in quello che talvolta sembra: una coalizione pronta a sostenere le ragioni di Teheran e del suo oscurantismo religioso contro l'opportunità di un "cambio di regime" nella terra degli ayatollah. In passato il presidente della Repubblica ha saputo far sentire il suo peso di regolatore della politica estera. Non c'è dubbio che saprà farlo di nuovo all'occorrenza. Per ora osserva la mediocrità del dibattito. C'è peraltro un terreno su cui l'Italia si muove con disinvoltura. È il rapporto con Ankara con le sue proiezioni in Africa del nord ma anche con le repubbliche asiatiche […] utile se la crisi dovesse proseguire e inasprirsi sul piano energetico.