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Salvo Palazzolo per "la Repubblica"
Nei giorni delle polemiche sulle sue vacanze di lusso (pagate non è ancora chiaro da chi), il governatore della Lombardia Roberto Formigoni ha convocato in tutta fretta i suoi superconsulenti alla sicurezza, gli uomini che dovrebbero vigilare sulle infiltrazioni dell´Ndrangheta negli appalti della Regione: il generale Mario Mori e l´ex colonnello Giuseppe De Donno.
Quelle convocazioni non sono passate inosservate, perché i due ex ufficiali del Ros sono i principali indagati della Procura di Palermo nell´indagine sulla trattativa mafia-Stato: per questa ragione, Mori e De Donno erano anche intercettati dalla Dia di Palermo. Così, nei giorni scorsi, i magistrati siciliani hanno inviato un dossier ai colleghi della Procura di Milano: in un´intercettazione, che risale alla metà di aprile, sul telefono di Mori arriva la chiamata della segretaria di Formigoni, per fissare un incontro col governatore, a Roma.
Qualche minuto dopo, Mori chiama De Donno e gli chiede «quali problemi» abbia Formigoni. Così, il discorso finisce sulle ultime polemiche. Il presidente «ha paura», spiega De Donno. E racconta di essere andato a trovarlo la settimana precedente, «per lavoro». Ma quale «lavoro»? E soprattutto quale «paura» ha Formigoni? Per le polemiche politiche, o per un´eventuale inchiesta della magistratura?
Di certo c´è solo che Giuseppe De Donno è oggi l´amministratore di una società che si occupa di security. E così nelle carte dell´inchiesta sulla trattativa è nato il giallo di una bonifica che potrebbe essere stata fatta dagli uomini di De Donno in un ufficio o in un´abitazione di Formigoni. Ecco perché i pm di Palermo hanno inviato le intercettazioni alla Procura di Milano, a cui spettano tutte le valutazioni.
Di certo, le carte di Palermo ripropongono la polemica sull´incarico dato dal governatore della Lombardia a Mori e De Donno. L´inchiesta che li riguarda (condotta dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai sostituti Nino Di Matteo, Paolo Guido e Lia Sava) sembra ormai alle battute finali. Intanto, le intercettazioni sui telefoni dei due ex ufficiali hanno già creato un piccolo terremoto: la prima commissione del Csm, competente sui trasferimenti d´ufficio per incompatibilità , si sta occupando del procuratore di Nola Paolo Mancuso, sorpreso a chiedere una raccomandazione a De Donno per la sua nomina a procuratore di Napoli.
Del caso si occuperà anche il procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani. E Magistratura Democratica ha già preso le distanze da Mancuso: «Il tema della questione morale - dice il segretario Piergiorgio Morosini - non può ammettere compromessi, tentennamenti o incertezze».
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