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“L’ITALIA HA GIÀ LASCIATO ANDARE ARTEM USS, E NON SIAMO STATI TROPPO CONTENTI” – IL GOVERNO AMERICANO CHIEDE ALL’IRAN DI RILASCIARE CECILIA SALA “SENZA CONDIZIONI”, MA A WASHINGTON SANNO BENISSIMO LA GIORNALISTA NON SARÀ LIBERATA SENZA IL RILASCIO DELL’IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, ARRESTATO IN ITALIA IL 17 DICEMBRE – LA VIA D’USCITA SECONDO UN FUNZIONARIO A STELLE E STRISCE: “NOI NON RITIREREMO LA RICHIESTA DI ESTRADIZIONE. LA STRADA MIGLIORE PER L’ITALIA È CHE TROVI UN MODO PER FARE UN ACCORDO PRIMA CHE L’ESTRADIZIONE VENGA ONORATA. NON SO COME, MA L’HANNO FATTO IN PASSATO…

1. GLI USA: «RILASCIATELA SENZA CONDIZIONI» NESSUN PASSO INDIETRO SULL’UOMO DEI DRONI

Estratto dell’articolo di Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”

 

CECILIA SALA

Il governo americano chiede il «rilascio immediato e incondizionato» di Cecilia Sala come di «tutti i prigionieri detenuti in modo arbitrario dall’Iran», precisando che «il regime iraniano continua a tenere ingiustamente in carcere cittadini di altri Paesi, spesso per usarli come leva politica», dice un portavoce del dipartimento di Stato al Corriere .

 

Ma come riportarla a casa, se l’Iran lascia intendere di considerarla una moneta di scambio per Mohammad Abedini-Najafabadi, arrestato a Malpensa su richiesta del dipartimento di Giustizia americano? «Noi non la ritireremo (la richiesta di estradizione, ndr )... La strada migliore per l’Italia è che trovi un modo per fare un accordo prima che l’estradizione venga onorata», dice al Corriere un funzionario Usa […].

 

«Non so come, ma l’hanno fatto in passato», aggiunge il funzionario, riferendosi al caso di Artem Uss, il presunto trafficante d’armi russo arrestato in Italia nel 2023 e di cui il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti aveva chiesto l’estradizione ma che è fuggito mentre si trovava agli arresti domiciliari nel nostro Paese.

 

Mohammad Abedini najafabadi

«L’Italia l’ha lasciato andare e non siamo stati troppo contenti, ma d’altro canto l’Italia deve averne tratto qualche beneficio». Nel caso di Cecilia Sala, secondo il funzionario americano, alla fine «l’Italia può argomentare di agire in nome di ciò che è giusto per il Paese e per il suo interesse nazionale».

 

Gli Stati Uniti si sono visti costretti più volte a fare scambi di prigionieri politici con Paesi come l’Iran e la Russia. Un aspetto importante riguarda i tempi. «Quando qualcuno viene arrestato, c’è un momento in cui puoi intervenire, quando la persona non è ancora completamente avvolta dal sistema giudiziario. Una volta che inizia, è difficile per un Paese, a meno che non sia la Russia, porre fine rapidamente ad un processo in tribunale. In termini di tempi, siete in un buon momento, questo è un arresto recente».

 

CECILIA SALA

Ma il funzionario avverte: «Gli iraniani sono bravi a negoziare ma devi andare al sodo, perché vogliono essere diplomatici e girare intorno alla questione. Bisogna capire chi ha in mano il caso della vostra giornalista, probabilmente i Guardiani della Rivoluzione, e iniziare a lavorare ad un accordo.

 

Se lasciate andare quest’uomo (Abedini, ndr ) o trovate un meccanismo, oppure negate l’estradizione negli Stati Uniti... bisogna iniziare a organizzarlo in modo più rapido possibile e fuori dall’occhio pubblico. In passato gli iraniani sono stati bravi a tenere queste cose sotto silenzio».

 

ARTEM USS

«[…]  come governo devi prendere una decisione: se pagare il prezzo oppure no.

E questo richiede tempi lunghi, perché nessuno vuole che sia troppo veloce per non dimostrare che il sistema (degli ostaggi politici ndr ) dà frutti.

 

Ma sappiamo già come finisce questa storia, sappiamo cosa ci vuole per riportare a casa la vostra giornalista. La domanda è: lo fai in tre settimane oppure fra tre anni? Questa è una decisione che dovrà prendere il governo italiano. Gli Stati Uniti possono avere un piccolo ruolo, ma io direi: accelerate. Questa è la sua vita».

 

[…]

la fuga di artem uss 1

2. PRESSING DI TEHERAN PER LA SCARCERAZIONE DEL PROPRIO DETENUTO LA CAUTELA DI ROMA

Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/politica/2024/12/30/news/cecilia_sala_iran_governo_meloni_tajani-423912401/

 

Stretto tra le pressioni di Washington e le richieste informali delle autorità iraniane, il governo cerca una scappatoia diplomatica per liberare Cecilia Sala entro un mese. Oggi l’avvocato messo a disposizione della giornalista dalla nostra ambasciata dovrebbe riuscire a ottenere un documento con i capi d’imputazione spiccati dalla repubblica islamica.

 

Mohammad Abedini najafabadi

[…] La premier Giorgia Meloni segue la vicenda dalla sua casa al Torrino. Antonio Tajani ieri ha telefonato di nuovo con i genitori di Sala. Anche il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, ha avuto interlocuzioni con esponenti di Teheran. Ma sono attivi sin dal 19 dicembre – e nelle ultime ore quest’attività si è intensificata – pure i nostri servizi segreti, tramite l’Aise.

 

[…] Il governo batte tutte le piste. Anche quella di uno scambio triangolare, come già avvenuto in altri casi: la liberazione di prigionieri iraniani in altri Paesi, che potrebbero rientrare a Teheran solo dopo la liberazione della reporter romana. Il rebus resta complicato. Il ministero della Giustizia, su richiesta di Chigi, ha iniziato a esaminare il caso di Abedini.

 

ARTEM USS

Approfondendo i termini dell’estradizione. E come questa possa essere eventualmente negata dal guardasigilli Carlo Nordio. Secondo alcune fonti, nell’incontro a Teheran con la nostra ambasciatrice, il viceministro agli Esteri iraniano, parlando dell’arrestato a Malpensa, avrebbe sostenuto che una sua scarcerazione potrebbe agevolare la risoluzione del caso Sala. Fonti governative però negano che la questione sia stata affrontata o posta in questi termini.

 

È possibile che Meloni e Tajani abbiano già attivato canali con Washington, per capire come sarebbe recepito un eventuale diniego all’estradizione. Sia da parte dell’amministrazione in carica, sia da quella che si insedierà il 20 gennaio.

 

Meloni incontrerà Joe Biden nell’ultima trasferta del presidente Usa in Italia, programmata da tempo, dal 9 al 12 gennaio. Quanto a Donald Trump, nella cerchia della premier c’è chi non esclude che Meloni possa ricorrere anche stavolta all’amico Elon Musk, che con l’Iran ha relazioni commerciali e che a novembre ha incontrato riservatamente l’ambasciatore di Teheran alle NazioniUnite.

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cecilia sala LA VERA FOTO DI ARTEM USS