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1. VISITE
Jena per la Stampa
Quando s’è visto arrovare la Boschi in ospedale Gentiloni ha pensato al peggio
2. GENTILONI TORNA AL LAVORO
Goffredo De Marchis per la Repubblica
Oggi presiederà il consiglio dei ministri. E il 18, quasi sicuramente, sarà a Berlino per incontrare Angela Merkel e guidare gli imprenditori italiani in un forum con i colleghi tedeschi. Un appuntamento che cade esattamente a una settimana di distanza dal suo ultimo viaggio all’estero, a Parigi per incontrare Hollande. Quella sera, al rientro, il malore e l’operazione di angioplastica per installare uno stent. Paolo Gentiloni vuole quindi trasmettere l’immagine di un recupero lampo.
Lo ha già fatto ieri, in parte, trasferendosi dalla terapia intensiva della cardiologia al 10° piano del Policlinico Gemelli, lì dove sono le stanze solventi, l’area dell’ospedale, sede dell’Università Cattolica, che ospita anche i papi. Nessuna blindatura, due guardie del corpo in borghese e auricolari all’ingresso.
I parenti degli altri degenti non sono sottoposti ad alcun controllo, entrano ed escono tranquillamente. La stanza del premier è in fondo al corridoio. Davanti alla porta un altro paio di agenti, una poltroncina blu, un tavolino, un divanetto come a formare un piccolo salotto.
Di fatto ieri è stata una giornata di lavoro. Il sottosegretario alla Presidenza Maria Elena Boschi è entrata nel policlinico a fine mattinata per fare il punto sul consiglio di oggi, che si terrà appena poche ore dopo le dimissioni (cliniche s’intende) di Gentiloni. Alle 15 invece è arrivato Matteo Renzi.
A differenza della Boschi, il segretario del Pd è entrato da un ingresso secondario e dallo stesso è uscito un’ora dopo, facendosi guidare per i corridoi del nosocomio, famoso per essere un’eccellenza sanitaria e un posto dove ci si perde facilmente viste le dimensioni. Cappotto blu, senza cravatta, ha salutato i sanitari e si è infilato nella stanza dei premier. Visita di cortesia ma non solo, considerando la durata. Alla fine però Renzi è stato attento a non farsi sfuggire nemmeno una parola. Solo un sorriso alla domanda sulla salute del premier.
La mattina invece erano passati per un saluto il rettore della Cattolica Franco Anelli, che è al vertice della struttura insieme con il presidente della Fondazione Giovanni Raimondi e il direttore generale Enrico Zampedri. Oltre al preside della facoltà di Medicina Rocco Bellantone e naturalmente all’equipe dei medici curanti guidati da Filippo Crea. Il bollettino dell’altro ieri del resto diceva già molto: “Eccellente funzione cardiaca”. Significa che il paziente si è ripreso bene. Lo testimonia anche il rispetto dei tempi di degenza in ospedale.
Dunque finora, se verrà confermato il viaggio a Berlino, Gentiloni ha dovuto rinunciare solo al bilaterale con Theresa May, in agenda questa settimana. Non andrà invece al vertice di Davos, ma la data era stata cancellata già prima dell’operazione. Il messaggio alla politica è quello di una ripresa piena dell’attività, di un governo che è in sella, «che lavora finché ha la fiducia del Parlamento», come ha detto Gentiloni nel suo discorso della fiducia. E che quindi marcia in parallelo con i giochi politici sulla legge elettorale e sulle elezioni anticipate che, Renzi in primis, mantiene come suo obiettivo principale.
Dopo aver usato whatsapp e gli sms nei primi giorni post-operatori, ieri Gentiloni ha fatto e ricevuto molte telefonate. Ha parlato con Luigi Zanda, amico e presidente dei senatori Pd, e con altri colleghi di partito e ministri. Tenendo sempre i contatti con la sua struttura a Palazzo Chigi. Perchè il consiglio dei ministri di oggi non è di routine. Ci sono da varare i decreti attuativi della legge sulle unioni civili, si discute di scuola ed è previsto un passaggio sul caso Del Sette, il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, indagato per rivelazioni di segreti d’ufficio. Il dilemma è se confermare o no nell’incarico l’alto ufficiale.
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