DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"
Il suo destino giudiziario è legato a quello di Silvio Berlusconi ormai da oltre quattro anni. E questa sarà per lui una settimana decisiva, con la decisione del giudice di Bari che giovedì dovrà pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio per sfruttamento della prostituzione.
Ma, almeno apparentemente, Gianpaolo Tarantini ha voluto prendere le distanze dall'ex premier e dal suo mondo. In un'intervista rilasciata la scorsa settimana a Il Fatto quotidiano sua moglie sostiene che fa soltanto il «mammo» mentre lei ha ripreso l'attività di avvocato civilista. In realtà «Gianpy» è diventato consulente del principe del Qatar, Tamim Bin Hamad bin Khalifa al-Thani, 33 anni.
Incredibile, ma vero. Non si sa quando e dove i due si siano conosciuti, ma chi ha incontrato il principe in Italia negli ultimi mesi, racconta che «Gianpy» è sempre al suo fianco. Gli tiene l'agenda, fissa gli appuntamenti, talvolta viene incaricato di occuparsi di alcuni investimenti immobiliari da quello che viene ritenuto uno degli uomini più ricchi del mondo. La scelta del padre di abdicare in suo favore presa nel giugno scorso, lo ha catapultato al centro dell'attenzione internazionale.
Anche se Tamim era già conosciuto, soprattutto per essere stato vice comandante delle forze armate del suo Paese, titolare dei dossier diplomatici, presidente del comitato olimpico e responsabile dell'organizzazione e degli investimenti (circa 120 miliardi di dollari) dei mondiali di calcio del 2022.
à possibile che la scintilla tra i due sia scoccata in Costa Smeralda, dove nell'estate del 2009 Tarantini aveva «agganciato» anche Berlusconi e dove la famiglia del principe ha comprato hotel di lusso per 650 milioni di euro.
In Italia il fondo sovrano del Qatar ha pure una partecipazione del 40 per cento nel progetto Porta Nuova di Hines a Milano, il Four Seasons di Firenze e il Gallia di Milano. In questa girandola di affari Tarantini si è trovato evidentemente a proprio agio, anche tenendo conto che con i ricchi e famosi lui ha sempre avuto dimestichezza.
Travolto dalle inchieste sulle feste di Berlusconi e dall'accusa di aver spacciato cocaina per ottenere appalti della sanità barese, ha trascorso quasi un anno tra carcere e arresti domiciliari. E una volta libero è diventato amico inseparabile di Stefano Ricucci, imprenditore che forse tanto ricco non è più, ma certamente è molto conosciuto. Adesso sembra preferire un'esistenza più defilata, ma ugualmente dorata. In attesa che la giustizia faccia il suo corso.
A Roma «Gianpy» è indagato per estorsione per i 500 mila euro ricevuti da Berlusconi attraverso il faccendiere Valter Lavitola, oltre al pagamento dell'appartamento romano, degli avvocati, delle vacanze e di uno stipendio mensile di oltre 5 mila euro. I magistrati di Bari sono invece convinti che il Cavaliere in questo modo abbia pagato il suo «silenzio» e nei prossimi giorni potrebbero sollecitare il rinvio a giudizio dell'ex premier. «Se così sarà - conferma il difensore Alessandro Diddi - si dimostrerà che Tarantini non ha mai ricattato nessuno e noi ci auguriamo che a questo punto i magistrati romani archivino al più l'accusa nei suoi confronti».
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