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Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
Cresce la voglia di Olimpiadi nella giunta di Roma. E il dubbio si insinua nel cuore del Movimento. «Dico sì ai Giochi se saranno per la città e se si farà una grande opera per i cittadini - si espone il responsabile all’urbanistica, Paolo Berdini – Se le Olimpiadi si fanno per la città e per la vita delle persone, allora non si può dire no». Certo, l’assessore è un indipendente senza trascorsi cinquestelle, ma non è il solo a tifare per l’evento.
Il reggente Luigi Di Maio predica prudenza e si consulta con Giovanni Malagò. Virginia Raggi è sulla stessa linea del vicepresidente della Camera, nonostante il pressing di Alessandro Di Battista e Paola Taverna, i più quotati portabandiera del no. E la partita è lontana dall’essere chiusa.
Per l’attesissimo incontro tra la sindaca e il presidente del Coni, infatti, bisognerà aspettare altri venti giorni. Dopo le Paralimpiadi, filtra dal Campidoglio, per rispettare la “tregua olimpica” stabilita alla vigilia di Rio2016.
virginia raggi sindaca di roma
E dire che il tempo stringe. Entro il 7 ottobre la Capitale deve inviare un nuovo dossier al Cio. L’ala dura del Movimento preferirebbe addirittura far scadere i termini per la candidatura senza neanche approvare una delibera ad hoc. E invece Raggi prende tempo, media, valuta ogni scenario. Berdini ha messo in fila per lei le richieste più stringenti: tra queste, lo spostamento del villaggio olimpico lontano dai terreni di Francesco Gaetano Caltagirone e dell’area del canottaggio dalla zona di Ponte Galeria.
La soluzione meno traumatica per il Movimento, quindi quella preferita dalla prima cittadina, resta al momento il no. A patto però di non essere costretti a prestare il fianco ad accuse fastidiose di bruciare fondi e opportunità in nome di una promessa della campagna elettorale. Che è poi il timore espresso con grande chiarezza anche da Berdini, durante Agorà Estate: «Al massimo tra 10 giorni decideremo.
Certo, mi dispiacerebbe se Milano ci sfilasse l’occasione». Esistono anche parecchie controindicazioni, secondo l’assessore: «Expo Milano 2015 è stato una devastazione, hanno urbanizzato a vuoto 120 ettari di territorio. Se quelle sono le Olimpiadi, dico di no». E però esistono anche grandi opportunità: «Se serviranno per fare le quattro linee tram o la messa in sicurezza degli impianti sportivi, allora dico sì».
Grandi progetti, che per il momento si scontrano con lo scetticismo della Casaleggio associati. Nel quartier generale di Milano il dossier preoccupa non poco, a maggior ragione dopo la mossa di Berdini: «Non dobbiamo mostrarci ambigui, né altalenanti». Ma c’è di più.
La trincea dei contrari ai Giochi si sposta - se possibile - qualche altro metro in avanti. Non basta più che i Giochi non pesino sulle tasche dei cittadini romani, come promettono Coni e governo, adesso la pretesa è che l’intera operazione non gravi sui conti pubblici italiani. Come? Si reclama un grande piano di sponsorizzazione capace di coprire le spese dell’organizzazione che, al netto di alcune infrastrutture e interventi per la mobilità, ammonterà ad almeno cinque miliardi. Realisticamente, gli sponsor potranno coprire al massimo un paio di miliardi.
DI BATTISTA MALAGO' MONTEZEMOLO
Il governo spera comunque di piegare queste resistenze e invita a tener conto di un sondaggio Censis che accredita la maggioranza dei romani favorevole alle Olimpiadi. Quanto a Matteo Renzi, ha attivato ogni canale disponibile per mettere pressione ai cinquestelle. «Se proprio Roma non se la sente - rilancia Eugenio Giani, presidente del consiglio regionale della Toscana - io lancio l’idea dei Giochi a Firenze». La sfida pre-olimpica continua.
virginia raggi si intrattiene con il pubblico
DI MAIO DI BATTISTA
virginia raggi alla festa del fatto quotidiano (2)
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