DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
1. S&D, 'MELONI? NON FAREMO ALLEANZE CON L'ESTREMA DESTRA'
(ANSA) - "La nostra linea rimane chiara: non collaboreremo né con l'estrema destra né con chi stringerà accordi con loro". Lo spiega all'ANSA la presidente del gruppo dei Socialisti e Democratici, Iratxe Garcia Perez, rispondendo ad una domanda su un possibile allargamento della maggioranza al Parlamento europeo ai gruppi di destra inclusa la delegazione di Fratelli d'Italia. Ieri la premier Giorgia Meloni ha escluso, da parte sua, una maggioranza con i Socialisti Ue.
2. LA FAVOLA DI MELONI E L'UVA
Estratto dell’articolo di Andrea Bonanni per “la Repubblica”
giorgia meloni ursula von der leyen kiev
Come nella favola della volpe e l'uva, cantata da Esopo più di duemila e seicento anni fa, Giorgia Meloni ha annunciato che metterà il veto ad una maggioranza con i socialisti in Europa. Ma lo ha fatto dopo che i socialisti europei avevano già messo il veto ad una maggioranza con lei.
[…] È evidente che la mossa della premier, che è anche la leader del gruppo europeo dei conservatori, ha una doppia valenza: una che guarda al fronte interno, e una che guarda al futuro Parlamento Ue che sarà eletto tra due settimane.
OLAF SCHOLZ URSULA VON DER LEYEN EMMANUEL MACRON
Sul fronte interno Meloni vuole evitare di essere scavalcata a destra da parte della Lega di Salvini. […] Sul fronte europeo, visto che i socialisti e i verdi hanno di fatto già confermato il loro veto ad una maggioranza allargata ai conservatori, Meloni punta invece a inglobare l'estrema destra in un unico partito che vada dall'ungherese Orbán, alla Lega italiana e al RN della francese Le Pen.
Un simile schieramento potrebbe aspirare a diventare il secondo gruppo politico nel Parlamento di Strasburgo. E, se il risultato delle elezioni fosse particolarmente favorevole […], potrebbe proporsi come alleato del Partito popolare in alternativa ai socialisti.
donald tusk ursula von der leyen
Il progetto di esportare in Europa il modello politico italiano ha una sua logica e anche una sua legittimità. Tuttavia si scontra con due ostacoli. Il primo è che tutti i sondaggi danno le destre in crescita, ma non così tanto da poter formare una maggioranza con il Ppe. Quindi l'ago della bilancia resterebbero i liberali di Renew Europe, guidato dal presidente francese Macron. Ma la Francia non è l'Italia, né per cultura politica né per sistema istituzionale. E appare inverosimile che Macron possa accettare una coalizione europea con un gruppo politico in cui la sua arci-rivale Marine Le Pen avrebbe un ruolo di grande rilievo.
Le dichiarazioni di Meloni aprono anche una pericolosa crisi che contrappone la sua figura di leader politico e il suo ruolo di capo del governo italiano. Le maggioranze e le minoranze, in Europa, si definiscono al momento dell'elezione del presidente della Commissione da parte del nuovo Parlamento.
volodymyr zelensky giorgia meloni justin trudeau ursula von der leyen
Ma la designazione del candidato, in un delicato bilanciamento che comprende anche le nomine del presidente del Consiglio europeo e del presidente dello stesso Parlamento, viene fatta dai capi stato e di governo. E questa è una decisione che richiede l'unanimità. Visto che al momento, a parte l'Ungheria e l'Italia, tutti i governi nazionali sono guidati o dai socialisti, o dai popolari o dai liberali, è difficile immaginare che il presidente designato della Commissione possa risultare sgradito a questi tre partiti, che dunque gli garantiranno anche il loro appoggio in parlamento.
URSULA VON DER LEYEN - EMMANUEL MACRON - GIORGIA MELONI - SUMMIT EU MED 9 MALTA
Meloni, dunque, si troverà nell'imbarazzante situazione di dover approvare, come capo del governo italiano, un candidato presidente della Commissione. Ma poi, in qualità di leader dell'estrema destra europea, dovrà votare contro la sua nomina in Parlamento per non trovarsi in maggioranza con i socialisti.
Una situazione che non sembra preoccupare la leader di FdI, ma che dovrebbe preoccupare, e molto, la responsabile del governo italiano esposto, ancora una volta, ad una situazione imbarazzante. L'eccesso di protagonismo porta a queste cadute. Forse, dopo la favola di Esopo, bisognerebbe citare anche quella di Fedro sulla rana e il bue. Narra di una ranocchia che cerca di gonfiarsi smisuratamente per essere più grossa di un bue che sta con lei nel prato. Non c'è bisogno di dire che la ranocchia, almeno nella favola, finisce molto male.
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