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MA QUANTO E' BRAVA LA "PARAGURA" MELONA A RIGIRARE LA FRITTATA SUL GARANTE DELLA PRIVACY! – DOPO “REPORT”, LA DUCETTA BUTTA LA PALLA SULLA SINISTRA E IRONIZZA: “IL GARANTE È STATO ELETTO DURANTE IL GOVERNO PD-M5S DI CONTE, IL PRESIDENTE È IN QUOTA PARTITO DEMOCRATICO, SE NON SI FIDANO NON SE LA POSSONO CERTO PRENDERE CON ME. FORSE DOVEVANO SCEGLIERE MEGLIO” – MA COME LE RICORDA SIGFRIDO RANUCCI, L’UNICO MEMBRO VERAMENTE ORGANICO AI PARTITI È AGOSTINO GHIGLIA, EX FRONTE DELLA GIOVENTÙ, CANDIDATO FDI DAL 2023 AL 2019 (GLI ALTRI QUATTRO SONO PROFESSORI O PROFESSIONISTI VICINI AI PARTITI) – TUTTI INVOCANO LE DIMISSIONI, MA I MEMBRI DELL’AUTHORITY SI GARANTISCONO A OLTRANZA LA POLTRONA…
RUOTOLO, 'ASSURDO NON POTER REVOCARE GARANTI DELLA PRIVACY'
(ANSA) - "È assurdo che in Italia si possa chiedere l'impeachment del capo dello Stato e non si possano revocare i garanti per la privacy".
Lo afferma Sandro Ruotolo, responsabile Cultura e informazione della segreteria Pd, in un'intervista al Corriere della Sera, sottolineando anche che "in un Paese normale è il giornalismo che fa le pulci al potere, non il potere che fa le pulci al giornalismo come sta avvenendo in Italia con querele temerarie e intimidazioni contro Sigfrido Ranucci e la redazione di Report".
Gli attuali garanti "sono stati votati sia dalla Camera sia dal Senato durante il periodo del Conte bis. Per prassi si eleggono due esponenti di maggioranza e due di opposizione.
Meloni usa strumentalmente questo argomento per buttarla in caciara e cercare di oscurare il fatto che in questo Paese di intimidazione in intimidazione è in corso un attacco alla libertà di stampa".
AGOSTINO GHIGLIA - GIORGIA MELONI
In merito al rischio che quello del Pd sembri un attacco alle istituzioni di Garanzia, Ruotolo domanda: "dopo che Ghiglia è stato visto entrare nella sede di FdI alla vigilia della decisione del Garante nei confronti di Report e ha balbettato che andava a incontrare il suo amico Italo Bocchino, salvo poi scoprire che aveva visto Arianna Meloni, quale credibilità ha questa Authority? Quale autorevolezza?". Ranucci "fa giornalismo d'inchiesta. Evviva. Invece evidentemente nella destra sono abituati solo alle fake news".
Agostino Ghiglia membro del Garante della Privacy entra nella sede di Fratelli d Italia
GARANTE DELLA PRIVACY SCONTRO MELONI-SCHLEIN FDI: SÌ ALLO SCIOGLIMENTO
Estratto dell’articolo di Irene Famà per “La Stampa”
Sull'affaire Report si consuma lo scontro Schlein - Meloni. Le opposizioni, con la leader del Pd in testa, chiedono le dimissioni dell'intero consiglio del Garante della Privacy. La premier ribatte: «Li hanno eletti loro». E il deputato Giovanni Donzelli aggiunge: «Nomine Pd e M5s, non le difendiamo».
La faccenda è la seguente: il garante ha comminato una sanzione di 150mila euro per aver trasmesso, l'8 dicembre 2024, un audio tra l'ex ministro Gennaro Sangiuliano e la moglie. Secondo l'Autorità sarebbero stati violati, tra gli altri, il codice della Privacy e il regolamento generale sulla protezione dei dati. Nel frattempo, Report ha sollevato sospetti sull'indipendenza del Garante.
PASQUALE STANZIONE - GARANTE DEI DATI PERSONALI
Come mai? Un membro del collegio in quota FdI, Agostino Ghiglia, è stato ripreso mentre entrava nella sede del partito poche ore prima che scattasse la sanzione. C'è poi un'altra questione. Ieri sera è andata in onda un'inchiesta sugli smart glasses di Meta: il Garante avrebbe inizialmente proposto una sanzione di 44 milioni di euro alla società californiana per presunte violazioni, poi la sanzione sarebbe stata ridotta a 12 milioni e infine azzerata.
«Scelta - sottolineano le opposizioni - che potrebbe dare luogo addirittura alla configurazione di un danno erariale». E proprio il giorno prima della riunione in cui si è deciso di ridurre drasticamente la multa, Ghiglia ha incontrato il rappresentante di Meta Italia.
Agostino Ghiglia - giorgia meloni - guido crosetto
Al centro della bufera il Garante della Privacy accusato di «conflitti d'interesse e mancata terzietà». Di essere banderuola di pressioni e interessi politici.
Elly Schlein attacca: «Sta emergendo un quadro grave e desolante sulle modalità di gestione dell'Autorità che rende necessario un segnale forte di discontinuità». Unica alternativa? «Le dimissioni dell'intero consiglio». E il gruppo del Pd al Senato, con un'interrogazione, si rivolge direttamente alla premier e al ministro dell'Economia.
sigfrido ranucci barbara floridia commissione vigilanza rai foto lapresse
Giorgia Meloni, a Fiumicino poco prima di imbarcarsi per un comizio a Bari, puntualizza: «L'Authority non è di nostra competenza, l'azzeramento è una decisione che spetta al collegio». Poi attacca: «L'attuale Garante è stato eletto durante il governo giallorosso, quindi del Pd e del M5s. Il presidente è in quota Partito Democratico e dire che sia pressato dal governo di centrodestra mi sembra ridicolo».
La premier ironizza: «Se non si fidano di chi hanno messo alla presidenza dell'Authority, non se la possono di certo prendere con me. Forse dovevano scegliere meglio». Discutere sulla legge? «Se volete, la rifacciamo. Ma non è opera mia: forse ve la dovreste prendere con qualcun altro...».
NICOLA ZINGARETTI E GIUSEPPE CONTE
Botta e risposta in cui si inserisce anche il conduttore di Report Sigfrido Ranucci. Nel consiglio, ricorda, «ci sono anche uno della Lega e uno di Fdi. E l'unico proprio organico a FdI mi pare sia Ghiglia, ex Fronte della Gioventù, candidato dal 2013 al 2019». Detto questo, la frase della premier «è corretta dal punto di vista istituzionale, spetta a loro dimettersi».
Negli uffici del Garante di Piazza Venezia a Roma, il membro del collegio Guido Scorza, in quota M5s, dice che «la scelta, per ora, è stata quella di restare», poi si dice «certo» che si arriverà a fine mandato. Più netta la posizione di Ghiglia, che non vede «nessun motivo» per lasciare.
Il fronte di Fratelli d'Italia è compatto. E il responsabile organizzazione di FdI Donzelli passa al contrattacco: «Favorevoli, con grande slancio e giubilo, allo scioglimento di qualsiasi ente o autorità nominata dalla sinistra. Premesso che nei sistemi democratici lo scioglimento delle autorità indipendenti non compete alla politica, non sarà certo FdI a difendere l'Autorità targata Pd-M5s». […]
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