DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
GIORGIA MELONI NEL DISCORSO PER LA FIDUCIA ALLA CAMERA
1 - LA TELEFONATA TRA BIDEN E MELONI, E LE DUE NOTE DI CASA BIANCA E PALAZZO CHIGI
Estratto da www.corriere.it
Nella serata di ieri, poco dopo aver incassato la fiducia alla Camera, Giorgia Meloni ha parlato al telefono con il presidente degli Stati Uniti, che le ha espresso le sue congratulazioni dopo la sua nomina.
A renderlo noto è stata una nota del governo italiano e della Casa Bianca.
«Biden e Meloni hanno sottolineato la forte relazione tra gli Stati Uniti e l’Italia e hanno espresso la loro disponibilità a lavorare insieme nell’Alleanza transatlantica per affrontare le sfide comuni. Hanno discusso del loro impegno a continuare a fornire assistenza all’Ucraina, ritenendo la Russia responsabile della sua aggressione, affrontando le sfide poste dalla Cina e garantendo risorse energetiche sostenibili e convenienti», si legge nella nota della Casa Bianca.
Più asciutta — e priva di riferimenti espliciti alla Cina — la nota di Palazzo Chigi: «Il Presidente Meloni ha ringraziato il Presidente Biden per le congratulazioni e ha ribadito la profonda amicizia che lega Italia e Usa. Meloni ha sottolineato l’importanza della partnership transatlantica, soprattutto alla luce delle storiche sfide che le democrazie occidentali stanno affrontando, come la guerra in Ucraina e la crisi energetica e alimentare».
2 - LA PREMIER AL TELEFONO CON BIDEN POI VIAGGIO A KIEV E BOLLETTE
Estratto dell'articolo di Tommaso Ciriaco e Emanuele Lauria per www.repubblica.it
GIORGIA MELONI NEL DISCORSO PER LA FIDUCIA ALLA CAMERA
Due priorità, due emergenze. Giorgia Meloni deve correre. E agire con urgenza sui dossier che rischiano di affossarla già in partenza. Sul primo, l’atlantismo, è zavorrata dal solido rapporto con Mosca di Matteo Salvini e dagli audio filoputiniani di Silvio Berlusconi.
A sera, sente al telefono il presidente Usa Joe Biden, sottolineando «l’importanza della partnership transatlantica, soprattutto alla luce delle storiche sfide che le democrazie occidentali stanno affrontando, come la guerra in Ucraina e la crisi energetica e alimentare». Il secondo terreno su cui misurarsi immediatamente è quello del caro energia, a cui dedicherà un decreto che compensi il costo fuori controllo di bollette e benzina per la porzione restante del 2022.
Più difficile, invece, cercare di dare immediatamente un’impronta politica alla sua azione. Tenterà però almeno di dare il via libera entro fine anno alla flat tax per le partite Iva fino a centomila euro, che potrebbe essere inserita nel decreto fiscale abbinato alla finanziaria.
[…] È evidente, comunque, che senza soluzioni strutturali concordate con l’Unione europea, la presidente del Consiglio dovrà limitarsi a misure asfittiche in materia di politica economica. In questo senso, la bozza di missioni internazionali in via di definizione serve a coprire Meloni su due fronti, entrambi necessari: atlantico ed europeo. Se è ancora in dubbio la sua partecipazione alla Cop 27 di Sharm el Sheikh, volerà invece prestissimo a Bruxelles.
Poi, probabilmente, visiterà Kiev. I bombardamenti russi hanno congelato il viaggio, ma la leader potrebbe sfruttare il periodico cessate il fuoco temporaneo assicurato da Mosca per le visite di alcuni capi di Stato stranieri (ieri è toccato al tedesco Frank-Walter Steinmeier, costretto però a ripararsi in un rifugio per un allarme aereo) per incontrare Zelensky prima del 15 novembre, quando è attesa a Bali per il G20. Ma non basta.
Il premier potrebbe ricevere già la prossima settimana a Roma il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg (l’alternativa è un bilaterale durante la missione nella capitale belga). Un manifesto programmatico — Europa, Ucraina, alleanza atlantica — che certamente non piacerà a Matteo Salvini.
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