GIOVANI TURCHI O VECCHI TRUCCHI? NO AD AMATO, RENZI PREMIER

Maria Teresa Meli per "Il Corriere della Sera"

Seduto su un divanetto nel Transatlantico di Montecitorio, verso le otto di sera, uno dei leader dei Giovani turchi, Andrea Orlando, spiega: «Noi lo diciamo ufficialmente: se governo politico deve essere, allora chi meglio di Matteo Renzi a guidarlo? In questo modo il nostro partito tiene e sfidiamo apertamente Grillo e Berlusconi. Se diranno di no, problemi loro». Il «governatore» della Liguria Claudio Burlando che siede accanto a Orlando annuisce con la testa e osserva: «A Berlusconi sarà difficile dire di no».

Qualche ora prima Matteo Orfini e Renzi hanno un abboccamento. E in serata il primo farà un'uscita pubblica a favore del sindaco, a Piazza Pulita, su La7. Chiarisce Orfini: «In un momento come questo il Partito democratico deve assumersi la responsabilità politica e prendere un'iniziativa per sbloccare la situazione: per questo candidiamo Renzi alla presidenza del Consiglio».

Il sindaco di Firenze sa che sta giocando la partita della vita, che potrebbe bruciarsi. Ma come dice il renziano Michele Anzaldi, «mai come in questo momento lui è popolare. Popolarissimo». Sfrutterà questo fattore, il primo cittadino del capoluogo toscano, il quale è convinto che in questo modo si «possa contendere l'elettorato al centrodestra».

Ma Giorgio Napolitano potrebbe mai intraprendere questa strada? Sarebbe per lui una garanzia che il Partito democratico fa sul serio, che non ha più voglia di dividersi e di riversare le proprie dinamiche congressuali sulle vicende politiche italiane, come è accaduto per le votazioni del presidente della Repubblica. E, del resto, il nome del sindaco di Firenze era già uscito nelle precedenti consultazioni, quelle che si sono concluse con la decisione di Giorgio Napolitano di affidare la pratica ai «saggi».

Certo, qualcuno se ne dovrà fare una ragione. Rosy Bindi, per esempio, che ancora l'altro ieri tentava di bloccare la strada di Enrico Letta e che con il sindaco di Firenze, notoriamente, ha più di un problema. E poi il Pd, come spiega Stefano Fassina, «non può reggere Giuliano Amato, né il vicesegretario Letta».

Un ragionamento analogo a quello che fa Orfini prima ancora di aver parlato con Renzi e definito con il sindaco rottamatore la linea da seguire per sancire una volta per tutte il ricambio generazionale nel Partito democratico: «Amato non esiste, non è che noi votiamo un premier e un governo qualsiasi. Il nostro sarà un sì a determinate condizioni. E comunque sappiate che noi abbiamo in serbo il piano B».

Il piano B è quello che in realtà il sindaco di Firenze accarezza da qualche tempo. Le trattative tra Renzi e i Giovani turchi vanno avanti non da ora. Ma è difficile che la candidatura del primo cittadino del capoluogo toscano passi in modo del tutto indolore. «Anche se io ritengo - sottolinea Burlando - che la maggior parte dei nostri dirigenti dovrebbero offrirgli il loro appoggio. In questo modo il partito può riprendere il cammino». Già, i mal di pancia di Bindi, Franco Marini e Beppe Fioroni, tanto per fare tre nomi di esponenti del Pd che hanno con Renzi un difficile rapporto, sono dati per scontati.

Però come farà Enrico Letta a dire di no all'uomo più popolare del Pd? E Dario Franceschini già da giorni va candidando il sindaco. L'operazione è appena avviata, per questo Renzi ufficialmente nega che questa «sia un'ipotesi in campo». Ma i Giovani turchi gli tirano la volata. E aspettano di vedere quello che succederà oggi in Direzione e come risponderà l'uomo del Colle.

 

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