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Gabriele Carrer per “la Verità”
GIOVANNI PUGLIESE LUIGI DI MAIO
Anche i diplomatici tengono famiglia. Ieri sera a Bruxelles l' ambasciatore Maurizio Massari, dal 2016 rappresentante italiano presso l' Ue, ha ospitato un cocktail per salutare l' ambasciatore aggiunto Giovanni Pugliese, diventato consigliere economico di Luigi Di Maio, e il primo consigliere Debora Lepre e dare il benvenuto all' ambasciatore Michele Quaroni.
Quest' ultimo, consigliere diplomatico al ministero dell' Economia con Pier Carlo Padoan, nella giornata di ieri ha sostituito al Consiglio europeo sulla competitività Di Maio, che ha preferito restare a Roma per seguire gli sviluppi della manovra.
Non hanno sorpreso nessuno né l' ingresso di Quaroni né l' uscita di Pugliese, scelto da Di Maio nonostante abbia molti estimatori nel mondo del centrodestra per la sua esperienza in materia di competitività e antitrust. Un' esperienza che potrà rivelarsi utile su dossier caldi come quello dell' Ilva.
Ma molti di coloro che hanno ricevuto l' invito dall' ambasciatore Massari sono rimasti spiazzati nel leggere il nome della Lepre, consigliere per la politica commerciale a Bruxelles, tra i partenti. Destinazione? Roma, Palazzo Chigi.
GIOVANNI PUGLIESE DEBORA LEPRE
Ancora non è chiaro se nell' ufficio diplomatico del presidente del Consiglio Giuseppe Conte o in un ministero senza portafoglio. Fatto sta che grazie a questo rientro in patria la Lepre potrà riabbracciare suo marito. Eh sì, perché la Lepre è la seconda moglie di Pugliese.
Curioso come questo amore, che potrà continuare dopo Bruxelles anche a Roma senza problemi di distanze, nasca sotto il segno del Movimento 5 stelle: i due diplomatici infatti saranno agli ordini di due esponenti pentastellati, cioè Di Maio e Conte.
Curioso se si pensa a quanto fatto dalla Lepre a Bruxelles e a quanto detto da Di Maio non più tardi di due mesi fa. La Lepre, da stimato consigliere per la politica commerciale, negli ultimi anni si è occupata dei negoziati per il Ceta, l' accordo di libero scambio con il Canada (conclusosi con successo) e per il Ttip, il patto transatlantico (che si è arenato).
Di Maio a luglio, confermando la volontà di bloccare la ratifica del Ceta, attaccava i diplomatici minacciando: «Se anche uno solo dei funzionari italiani che rappresentano l' Italia all' estero continuerà a difendere trattati scellerati come il Ceta, sarà rimosso».
Difficile che qualcuno non continui a difenderli visto che la valutazione del primo anno ha dimostrato come le esportazioni dell' agroalimentare italiano siano aumentate del 7,4% con picchi del 35% del prosciutto di San Daniele.
Da questa storia non esce bene neppure la rappresentanza italiana a Bruxelles, già finita nel mirino del governo pentastellato per il caso di Mario Nava, l' ex presidente della Consob dimessosi per la supposta incompatibilità con il ruolo alla Commissione europea.
Per Lega e Movimento 5 stelle la sede diplomatica all' Ue avrebbe dovuto avvertire l' allora premier Paolo Gentiloni quando decise di nominare Nava alla commissione anziché limitarsi a fare «da passacarte», come sostengono fonti europee alla Verità.
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