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BYE BYE CINA - LA DECISIONE DELL’ITALIA DI LASCIARE LA “VIA DELLA SETA” E' STATA FAVORITA DALL’ANTI-COERCION INSTRUMENT APPROVATO IN EUROPA: SE LA CINA DECIDESSE DI PUNIRE L’ITALIA, L’INTERA UE DOVREBBE DIFENDERLA CON RITORSIONI VERSO PECHINO POTENZIALMENTE MOLTO PESANTI - IL DOCUMENTO E' CONCEPITO COME DETERRENTE A QUALSIASI POTENZIALE COERCIZIONE ECONOMICA ATTRAVERSO IMPOSIZIONE DI TARIFFE, RESTRIZIONI AL COMMERCIO DI SERVIZIO E ALL'ACCESSO AGLI INVESTIMENTI ESTERI DIRETTI...
joe biden giorgia meloni vertice nato vilnius 2
Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
La decisione è presa, nella sostanza. L’Italia non rinnoverà il Memorandum of understanding (MOU) che la lega alla nuova Via della Seta cinese […] a Bruxelles erano avvenuti sviluppi che hanno aiutato la scelta di Roma, offrendo un’importante copertura. All’inizio di giugno le autorità dell’Unione Europea hanno raggiunto l’accordo politico sull’Anti-Coercion Instrument (ACI), che secondo il vice presidente esecutivo Dombrovskis «lancia un chiaro segnale ai nostri partner globali che rigettiamo ogni forma di coercizione economica da parte di paesi terzi». I diplomatici lo vedono quasi come l’equivalente economico dell’Articolo V della Nato, che obbliga i paesi a difendere un altro membro aggredito militarmente.
GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN
Basta sostituire la parola paese aggredito con Italia, e paese aggressore con Cina, per capire cosa significhi. «L’ACI - secondo Bruxelles - è innanzitutto concepito per fungere da deterrente contro qualsiasi potenziale coercizione economica. Se la coercizione ha comunque luogo, l’ACI fornisce una struttura per convincere il paese terzo a cessare le misure, attraverso dialogo e impegno. Se tuttavia l’impegno fallisce, dà anche all’Ue accesso a un’ampia gamma di possibili contromisure contro un paese coercitivo. Queste includono l’imposizione di tariffe, restrizioni al commercio di servizi, e all’accesso agli investimenti esteri diretti o agli appalti pubblici».
Dunque se la Cina decidesse di punire l’Italia per l’uscita dalla Via della Seta, l’intera Unione dovrebbe difenderla con ritorsioni potenzialmente molto pesanti. In più Roma avrebbe ottenuto la garanzia che se Pechino cacciasse le nostre imprese, gli alleati europei non cercherebbero di rimpiazzarle, e quindi non ci sarebbero concorrenti tedeschi, francesi o spagnoli pronti ad approfittare delle nostre disgrazie.
Forte di questi impegni che dovrebbero essere ratificati in autunno, ossia prima della scadenza del nostro MOU con la Cina, Meloni andrà giovedì alla Casa Bianca più forte e protetta. Dagli Usa si attende garanzie simili, e magari qualche supporto economico, ma vuole soprattutto capire alla fonte quali sono i margini per tenere aperte le relazioni commerciali con la Repubblica popolare, pur non rinnovando la Via della Seta. […]
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