DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
Giovanna Vitale per “la Repubblica”
PAPA BERGOGLIO TRA LA FOLLA A PIAZZA SAN PIETRO jpeg
Smaltita la sorpresa, dalle parti di Palazzo Chigi è ora tempo di preoccupazione. Il Giubileo straordinario indetto da papa Francesco è uno di quegli appuntamenti di caratura planetaria che l’Italia non può permettersi di sottovalutare. Specie sotto il profilo organizzativo.
IGNAZIO MARINO E PAPA BERGOGLIO
Ecco perché le prime mosse del sindaco Marino — quel «Roma è pronta» dichiarato a caldo, senza mostrare il minimo assillo per una città quotidianamente assediata da ingorghi, buche e sporcizia — hanno irritato non poco l’entourage del premier. Ora indeciso sul da farsi. Se cioè nominare un commissario che assuma su di sé il coordinamento degli interventi per l’Anno Santo, ipotesi che però in Campidoglio osteggiano con forza, oppure lasciar fare a Marino, nella speranza che vada tutto per il meglio.
A meno che, alla fine, non prevalga la terza via — ossia un commissariamento soft — che significa affidare poteri speciali (a cominciare da quelli per l’emergenza traffico) al prefetto di Roma. L’attuale titolare, Giuseppe Pecoraro, andrà in pensione a fine mese, dal primo aprile arriverà il nuovo. E siccome in pole c’è Franco Gabrielli, capo della Protezione civile, questa strada potrebbe fornire garanzie al governo senza sembrare uno schiaffo al sindaco della capitale. A maggior ragione dopo l’annuncio dato ieri dal ministro Alfano, pronto ad attivare «una cabina di regia presso il Viminale e gruppi di lavoro ad hoc sulla sicurezza» della città e dei milioni di pellegrini che dall’8 dicembre si riverseranno in Vaticano.
L’inquilino del Campidoglio, tuttavia, di farsi mettere qualcuno sopra, non ne vuol proprio sapere. A dispetto dei segnali contrari che arrivano da ogni parte, e non solo dai parlamentari di rito renziano: significativa è a tutt’oggi l’assenza in agenda di un incontro con il sottosegretario Graziano Delrio. Perciò, infastidito per le «interferenze» e le «candidature stile Rutelli» (l’ex sindaco che in tanti vorrebbero a guidare le operazioni per il Giubileo ma che si è già detto «indisponibile a incarichi pubblici»), Marino ha deciso di resistere.
Pecoraro IL Prefetto GIuseppe Pecoraro
E di fare da solo. Innanzitutto ha istituito un pool interno al Comune, composto dagli assessori più fidati (Mobilità, Lavori Pubblici, Urbanistica e Grandi eventi), che «si interfaccerà poi con Palazzo Chigi, Vaticano e Regione Lazio per discutere le misure da adottare». Quindi ha fatto precisare allo staff che «non esistono norme che obblighino ad individuare l’eventuale commissario in una persona diversa dal sindaco», tant’è che con Rutelli le due figure coincisero, e che comunque «si valuterà con il governo se l’evento si potrà gestire in modo ordinario oppure c’è il bisogno di una figura ad hoc».
Infine ha tagliato corto: «Questo è il Giubileo della misericordia, non della cuccagna o delle poltrone», lanciando poi una staffilata al suo predecessore: «Nel 2000 c’erano persone esperte ma che purtroppo poi sono finite in scandali come Bertolaso. Noi stiamo andando in una direzione diversa. Abbiamo un assessore alla Legalità che controlla ogni appalto».
Prima che diventi istituzionale, ci prova il presidente del Pd a scongiurare il frontale: «Il papa indice il Giubileo straordinario della misericordia e il meglio che riusciamo a fare è discutere di chi fa il commissario?», twitta Matteo Orfini. Ma il più è fatto. «Chiedo al papa che si faccia a Milano, magari sfruttando le strutture dell’Expo», provoca il leghista Calderoli. In sintonia con il leader padano: «Affaristi, trafficoni e amici di Mafia Capitale sono pronti», avverte Salvini. Caustico Storace: «Sul Giubileo, il Pd litiga per il commissario. L’hanno scambiato per la festa dell’Unità». L’ultima parola spetta al governo. Oggi forse si saprà.
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