IL CUL DE SAC DI BARACK - COSA FARÀ OBAMA ORA CHE C’È UNA SENTENZA DI UN GIUDICE FEDERALE AMERICANO CHE DICHIARA L’ATTIVITÀ DELLA NSA “QUASI SICURAMENTE” INCOSTITUZIONALE?

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Da ‘Il Foglio'

Lunedì il giudice Richard Leon del Tribunale federale del distretto di Columbia ha detto in una sentenza che il programma di raccolta e conservazione delle telefonate dei cittadini americani (non le intercettazioni all'estero) della Nsa, l'Agenzia per la sicurezza nazionale, "quasi sicuramente" viola la Costituzione degli Stati Uniti. Il giudice ha chiesto il blocco del programma di intercettazioni, ma l'ordinanza non avrà effetto immediato: bisognerà aspettare l'appello, ci potrebbero volere sei mesi. Il caso potrebbe allungarsi ancora, fino ad arrivare alla Corte suprema.

Ad aver intentato il procedimento legale contro la Nsa è stato Larry Klayman, attivista ultraconservatore che sul suo sito si definisce "a one man Tea Party", famoso per le infinite cause - contro l'Amministrazione Clinton, contro l'Amministrazione Obama, contro Facebook, contro sua madre. Klayman tempo fa si è detto convinto che il presidente Obama sia un musulmano socialista nato in Kenya.

La sentenza del giudice Leon invalida un precedente del 1979 (Smith vs. Maryland, non si può avere ragionevole aspettativa di privacy se si sottopongono le informazioni private a una parte terza come le compagnie telefoniche) che costituiva il pilastro della legittimità giuridica dell'operato della Nsa e mette nei guai l'Amministrazione Obama, quella della religione della trasparenza e dello smantellamento del Patriot Act.

Ora l'Amministrazione dovrà fare ricorso per difendere un programma che nel Patriot Act ha le sue radici e che un giudice federale ha ritenuto con ogni probabilità incostituzionale. Obama è imprigionato dalla sua stessa retorica, sa che nonostante i suoi eccessi la Nsa è essenziale per la sicurezza, ha annunciato riforme ma difficilmente accontenterà gli intransigenti. Il sistema di spionaggio indiscriminato "sta collassando", ha scritto ieri il leaker Edward Snowden in una "lettera aperta al popolo brasiliano", in cui ha offerto aiuto per le indagini sulla Nsa e ha chiesto a Brasilia garanzie diplomatiche.

 

 

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