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“GIUDICI COMUNISTI” – OGGI A PALERMO L’ARRINGA DI GIULIA BONGIORNO AL PROCESSO OPEN ARMS, SALVINI BERSAGLIA I MAGISTRATI E PARLA DI “PROCESSO POLITICO” ALLA BERLUSCONI, GIURANDO DI ”NON AVERE PAURA DEL CARCERE”: “HO DIFESO I CONFINI” - DOPO LA VALANGA DI INSULTI E MINACCE SOCIAL, SEGUITE ALLA RICHIESTA DI 6 ANNI NEI CONFRONTI DEL CAPITONE FATTA DALLA PROCURA DI PALERMO, È STATA ASSEGNATA LA SCORTA ALLA PM GIORGIA RIGHI – IN PIAZZA A PALERMO ANCHE I MINISTRI LEGHISTI GIORGETTI, CALDEROLI E VALDITARA (MA NON CI SARA' VANNACCI...) - VIDEO
Open Arms: assegnata la scorta a pm del processo
(ANSA) - Dopo la valanga di insulti e minacce social, seguite alla richiesta di pena fatta dalla Procura di Palermo al processo al ministro Matteo Salvini, imputato di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio, è stata assegnata la scorta alla pm Giorgia Righi, una delle magistrate che rappresenta l'accusa.
Righi, che fa anche parte della Direzione Antimafia, era l'unica del pool a non essere ancora tutelata. La Procura aveva chiesto la condanna del leader della Lega a 6 anni per avere illegittimamente rifiutato l'approdo alla nave della ong Open Arms con 147 migranti a bordo ad agosto del 2019. Oggi è prevista l'arringa difensiva.
IL PROCESSO E LA PIAZZA
Lorenzo De Cicco per “la Repubblica” - Estratti
A Giancarlo Giorgetti, che pure sarebbe impegnato a scrivere la manovra, toccherà montare sull’aereo alle 7 di mattina da Roma, sempre che non spunti alla fine un mal di schiena. Roberto Calderoli e Giuseppe Valditara erano già qui a Palermo ieri, coi capigruppo Riccardo Molinari e Max Romeo e il grosso dei parlamentari del Carroccio: tutti a cena con Matteo Salvini, alle Terrazze di Mondello, millefoglie di parmigiana e crudité . Ristorante blindatissimo, iper chic: «Ma no, molto sobrio, niente brindisi», glissa Romeo. Per la Lega è il giorno del “tutti convocati”.
Stamattina, ore 10, Giulia Bongiorno terrà l’arringa finale del processo Open Arms: la Procura ha chiesto 6 anni per il vicepremier, imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Salvini - che già ieri notte bersagliava i «magistrati comunisti, perché è un processo politico», alla Berlusconi, giurando di «non avere paura del carcere» - tenta di capitalizzare l’onda d’urto giudiziaria.
Sostiene di avere «difeso i confini». Cerca la solidarietà dei suoi, in Italia e perfino in Europa: ieri, volato a Bruxelles per il primo vertice dei Patrioti, ha strappato una nota di vicinanza da Viktor Orbàn, Marine Le Pen, Geert Wilders, l’ex conservatore Santiago Abascal e gli altri leader sovranisti. Con Le Pen si sono consolati a vicenda, visto che pure la francese è inguaiata in tribunale, accusata di appropriazione indebita.
Solidarietà quasi pretesa, fisica, da tutti gli eletti leghisti, perfino da chi ha i galloni ministeriali: a tutti è stato chiesto di timbrare il cartellino. E quasi tutti hanno risposto, non sempre con entusiasmo, ad orecchiare i mugugni al gate di Fiumicino. Qualcuno però non ci sarà. Assente Roberto Vannacci: «Avevo un impegno personale, ma massimo appoggio a Salvini», ha detto ieri, dopo una photo opp col segretario in Belgio. Non si farà vedere Lorenzo Fontana, che da presidente della Camera vuole tenere un profilo istituzionale. Tra i ministri, mancherà Matteo Piantedosi, che è al governo in quota Carroccio, ma da titolare dell’Interno (e da prefetto) non può mischiarsi a una sortita anti-giudici.
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