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GUIDICI IN BONAFEDE – IL PRESIDENTE DELL’ANM MINISCI CHIEDE A BONAFEDE, IL SIMPATICO MINISTRO DELLA GIUSTIZIA SENTITO IN PROCURA PER LO SCANDALO LANZALONE, DI BLOCCARE LA RIFORMA SULLE INTERCETTAZIONI "SENSIBILI" IN VIGORE DA LUGLIO: “CREERÀ DISTORSIONI E DANNI ALLE INDAGINI E AL DIRITTO ALLA DIFESA” – IL MINISTRO CONFERMA TRA GLI APPLAUSI DEI MAGISTRATI CHE IL TESTO SARÀ BLOCCATO, AGGIUNGENDO CHE...
Fabrizio Caccia per il "Corriere della Sera"
«Signor ministro, blocchi la riforma». Così, Francesco Minisci, il presidente dell' Associazione nazionale magistrati (Anm), si è rivolto ieri al ministro 5 Stelle della Giustizia, Alfonso Bonafede, ospite a Roma del convegno del Consiglio superiore della magistratura (Csm) sul codice di organizzazione degli uffici giudiziari.
«Blocchi la riforma sulle intercettazioni - ha detto Minisci, che da tre mesi è a capo del sindacato delle toghe -. La blocchi perché non raggiunge lo scopo che si era posta, e cioè quello di evitare la pubblicazione di intercettazioni sensibili. Al contrario, invece, creerà distorsioni e danni alle indagini e al diritto alla difesa».
La riforma, attesa da dieci anni e approvata alla fine dell' anno scorso, doveva entrare in vigore il prossimo 12 luglio.
francesco minisci, piercamillo davigo
Ma il ministro 5 Stelle, tra gli applausi dei tanti magistrati presenti, ieri ha confermato che il testo «verrà senz' altro bloccato». Lo aveva già annunciato sul blog del movimento, qualche giorno fa: «Bloccherò la cosiddetta "legge bavaglio" fatta dal precedente governo perché la ritengo una legge vergognosa. Penso infatti che le intercettazioni siano fondamentali nella lotta alla corruzione e che siano uno strumento importantissimo che intendo salvaguardare ad ogni costo».
Ieri, però, Bonafede ha aggiunto dettagli rilevanti: «Avvierò una valutazione delle risorse che sono state investite per la strumentazione che la legge rendeva necessaria».
Strumentazione che verrà comunque riutilizzata, «perché non ci piace buttare soldi». E infine: «Il mio impegno prioritario è capire le linee della riscrittura del provvedimento e su questo avvierò un confronto già la prossima settimana con procure e avvocati». La riforma, perciò, sarà riscritta.
Ma al neoguardasigilli risponde a distanza il suo predecessore, il dem Andrea Orlando, invitandolo a non fare «dichiarazioni affrettate». Le risorse «che il ministero ha investito sulle strumentazioni - afferma Orlando - non sono legate alla riforma delle intercettazioni, ma a rendere più sicuro il sistema informatico che le raccoglie e le gestisce e dunque per l' esigenza di tutelare sicurezza e riservatezza».
Critico con Bonafede anche David Ermini, capogruppo Pd in Commissione Giustizia alla Camera: «Il blocco della riforma - dice - lascerà le cose come sono. E cioè senza tutela per i cittadini onesti e perbene che, pur non essendo coinvolti nelle indagini, si troveranno sbattuti in prima pagina e continueranno ad avere la loro vita privata rovinata senza che nessuno ne risponda mai».
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