DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER…
Estratto dell’articolo di Andrea Malaguti per “la Stampa”
«Il Pd è arrogante. I progressisti siamo noi. Sul terzo mandato c'è la disponibilità di tutti di fare la cosa più giusta per il Movimento». Avvocato del Popolo con simpatie leghiste nel Conte Uno, centrista con lieve strabismo mancino nel Conte Due, malpancista draghiano nel Conte accantonato, infine eco-warrior e difensore dei deboli nella tragicomica estate pre-elettorale. Un Giuseppe Conte insolitamente amaro spiega in questa intervista a La Stampa come intende rimettere assieme i cocci del Movimento Cinque Stelle.
[…] Presidente Conte, ha ucciso lei il governo Draghi?
[…] «Veramente il primo colpo di questa crisi l'ha sparato chi ha inserito nel decreto sugli aiuti una norma sull'inceneritore di Roma sapendo perfettamente di mettere due dita negli occhi al Movimento e di attaccare le nostre battaglie decennali per l'ambiente, la transizione energetica e l'economia circolare».
Perché nessuno si vuole prendere la responsabilità di avere affondato Draghi?
«Perché c'è una diffusa forma di ipocrisia. E quindi si prova a scaricare la colpa sul Movimento che ha solo chiesto di risolvere alcune criticità. Ma il punto vero è un altro. Un governo di unità nazionale che non riesce a costruire un terreno di dialettica politica ma si affida a un decisionismo autoreferenziale, alimentato solo da una ristretta cerchia di collaboratori, finisce inevitabilmente per andare in cortocircuito e saltare».
[…] Letta, semplificando molto, le ha dato del traditore.
«Ma io l'unico impegno l'ho preso con i cittadini. I nostri obiettivi sono chiari: portare avanti le battaglie sulla giustizia sociale e sulla tutela ambientale. Come avevamo spiegato sin dal primo momento erano queste le ragioni del nostro appoggio al governo Draghi: difendere le nostre riforme su ambiente e giustizia sociale».
Traditore è brutto. Non le fa male?
«È un'infamia, ma non mi fa male. […]».
Il campo largo non esiste più.
«L'ho sempre detto. Non si può pensare di definire con arroganza un perimetro di gioco e stabilire arbitrariamente chi vi è ammesso. […]».
[…] Una ferita che non si cura?
«Tocca al Pd decidere che cosa fare. Ovvio che se i dem cercano una svolta moderata che possa accogliere anche l'agenda di Calenda noi non ci possiamo stare».
Immagino che Calenda pensi lo stesso.
«Immagino anch' io. Certamente è impossibile costruire qualcosa di utile per i cittadini con chi - dando sfogo a pulsioni antidemocratiche - ha dichiarato più volte che il suo scopo è distruggere il Movimento».
Al di là delle aspettative di Calenda, sono i sondaggi a dire che per il Movimento le cose non vanno bene.
«Ci risentiamo il 26 settembre, dopo che gli italiani si saranno espressi».
In attesa di un improbabile chiarimento col Pd, va avanti con Speranza e Articolo 1?
«Con loro c'è genuina consonanza di cose da fare».
Landini può essere un vostro compagno di viaggio?
«Nel rispetto dei ruoli reciproci. Landini, come Bombardieri, si sta dimostrando molto sensibile al dramma che si sta abbattendo sull'Italia e sicuramente sono interlocutori che possono contribuire alla nostra agenda progressista».
Salvini, Calenda, Renzi, Draghi, ora Letta. Non è facile andare d'accordo con lei.
«Questa domanda può essere fatta a chiunque nel quadro attuale dove sembrano tutti contro tutti. Ma nella mia vita politica io non ho mai attaccato e non mi sono mai scontrato con nessuno per motivi personali. Ho sempre posto questioni politiche».
Anche con Draghi?
«Certo. Ho sempre rispettato il suo ruolo e confidato sul fatto che il suo prestigio potesse essere utile al Paese in questo momento drammatico».
Quel "prestigio" se n'è andato.
«Stavo aggiungendo che il prestigio non basta. Che servono risposte concrete. […]».
[…] Davvero il reddito di cittadinanza le piace così com' è?
«Qualsiasi riforma va calibrata nel corso del tempo, però bisogna intendersi: un conto è renderla più efficace, un altro cercare di smantellarla come vogliono fare Italia Viva e Fratelli d'Italia che continuano a comportarsi come se la povertà non esistesse».
Il ministro Di Maio ha detto a La Stampa: con Conte il Movimento ha perso 11 milioni di voti e regalato il potere alla destra.
«Ma davvero vuole che risponda a battute di questo livello?»
Mi piacerebbe.
«Di Maio forse dimentica che è stato lui a dimezzare in pochi mesi il consenso ottenuto nel 2018. Da lui mi sarei aspettato un maggiore senso di responsabilità, visto il delicatissimo ruolo istituzionale che ricopre. Invece non ha mai perso occasione per fomentare e contribuire a destabilizzare la maggioranza».
VLADIMIR PUTIN E GIUSEPPE CONTE
Alla caduta di Draghi, a Mosca hanno brindato.
«Hanno poco da festeggiare. Le elezioni sono la forza delle democrazie. Nei sistemi autocratici come il loro le crepe sono meno visibili, ma quando appaiono fanno crollare quei sistemi di botto».
Lei Putin non l'aveva capito?
«Non è questione di capire. Putin ha una sua agenda e degli interessi strategici chiari da tempo. Ora ha commesso un gravissimo errore storico che mette a rischio il suo stesso sistema».
Presidente, nessuna deroga al doppio mandato, lo dice Grillo. Come fa con Fico o Taverna?
«Quella del doppio mandato è stata una intuizione straordinaria. La politica non deve pensare all'autoconservazione altrimenti si rischia di trovare un ministro degli Esteri che invece di pensare alla guerra si dedica anima e corpo a garantirsi una carriera politica».
Così ha parlato di Di Maio ma non di Fico.
«Le persone che sono rimaste nel Movimento mi hanno assicurato anche in queste ore che sono pronte a lavorare con noi comunque vada».
[…] Alessandro Di Battista lo riprende a bordo?
«È un po' che non lo sento. Avremo occasione di confrontarci».
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