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“GIUSEPPI” SPARANE UN’ALTRA – SIAMO AL CONTE CHE SMENTISCE CONTE: SUL GIALLO DELLA MANCATA ISTITUZIONE DELLA ZONA ROSSA AD ALZANO E NEMBRO SPUNTA L’INTERVISTA DEL 2 APRILE IN CUI LA VOLPE CON LA POCHETTE DICE DI ESSERE A CONOSCENZA DELL’ALLARME DEL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO – UNA VERSIONE SMENTITA DAVANTI AI GIUDICI IL 12 GIUGNO QUANDO HA GIURATO DI NON AVER VISTO IL VERBALE – GLI ALLEATI MOLLANO LO SCHIAVO DI CASALINO: “HA VOLUTO I PIENI POTERI? ORA È UN PROBLEMA SUO…”

Stefano Zurlo per "Il Giornale"

 

giuseppe conte e rocco casalino

L'ha visto. No, non l'ha visto. Sì. No. Forse. Conte contraddice Conte e il giallo sulla mancata istituzione della zona rossa ad Alzano e Nembro si complica. Qualcosa non quadra: il Presidente del consiglio lesse il verbale del Comitato tecnico scientifico che il 3 marzo chiedeva di blindare i due comuni dove il contagio era esploso?

 

Bene, a quanto sembra, c'è un Conte 1 che ai pm di Bergamo dice di non aver mai avuto fra le mani quel verbale e un Conte 2 che in un'intervista al Fatto aveva sostanzialmente affermato il contrario. Mistero, sullo sfondo di una diatriba che da mesi provoca scintille fra Milano e Roma, fra Palazzo Lombardia e Palazzo Chigi. Ora, peró, si scopre qualche dettaglio ulteriore.

giuseppe conte roberto speranza

 

Il 3 marzo si riunisce il Comitato tecnico scientifico, insomma la task force degli scienziati che aiuta il governo nella comprensione e gestione della terrificante epidemia che in Europa ha colpito per primo il nostro Paese. La situazione è drammatica: a Bergamo siamo a quota 372 casi di Covid. E il quadro è ancora più fosco a Nembro e Alzano, rispettivamente con 56 e 26 casi.

 

Il Cts - come si viene a sapere scorrendo il verbale pubblicato dall'Eco di Bergamo - suggerisce la blindatura dei due comuni aggrediti dal Corona, anzi per essere più precisi «le opportune misure restrittive». Insomma, la zona rossa. Poi il testo della seduta viene inviato a Palazzo Chigi. La Lombardia, che ha partecipato in collegamento al meeting del Cts come tutte le altre regioni, non propone nulla, ma il boccino ce l'ha ormai il governo.

verbale del comitato tecnico scientifico sulla zona rossa ad alzano e nembro

 

L'esecutivo peró temporeggia e perde giorni preziosi, anzi determinanti, per contrastare l'avanzata rapidissima dell'infezione. Solo l'8 marzo, alle 3 del mattino, vengono chiuse 14 province, fra cui Bergamo; il giorno dopo, 9 marzo, scatta il lockdown in tutta Italia.

 

Ma la domanda da farsi, a questo punto, è un'altra: Conte ha consultato quell'importantissimo documento partorito dal Cts? Siamo così al Conte 1 e al Conte 2: non i due esecutivi da lui guidati, ma le due versioni divergenti, malignamente messe in evidenza da Open di Enrico Mentana. Il 12 giugno Conte viene sentito dai magistrati di Bergamo che indagano sul mancato contrasto della pandemia e ai pm il capo del governo dice: «Quel verbale non mi è mai arrivato».

conte casalino

 

Possibile? I magistrati, sorpresi come nota il Corriere della sera nel divulgare il testo dell'audizione, insistono, ma Giuseppi conferma: «Quel documento non l'ho mai visto». Qualcosa stride. In un'intervista al Fatto Quotidiano il 2 aprile, Conte aveva raccontato un'altra verità: «Mi permetta di ricostruire cronologicamente i passaggi. La sera del 3 marzo il Comitato tecnico scientifico propone per la prima volta la possibilità di una nuova zona rossa per i comuni di Alzano Lombardo e Nembro. Ormai vi erano chiari segnali di un contagio diffuso in vari altri comuni lombardi, anche a Bergamo, a Cremona, a Brescia». Insomma, forse non aveva studiato a memoria le indicazioni del Cts, ma il succo dell'allarme lanciato dagli esperti gli era già chiaro il 2 aprile.

giuseppe conte 1

 

 Dunque, più di due mesi prima di prendere in contropiede la Procura di Bergamo, spiegando candidamente di ignorare quelle carte. Particolare peraltro a dir poco sconcertante: è difficile credere che la task force abbia caldeggiato la creazione di una zona rossa alle porte di Bergamo, in un territorio flagellato dal virus, e il capo del governo non ne abbia saputo nulla.

 

Ci sarebbe stata in questo caso un'inspiegabile falla nella catena di comando e il premier sarebbe stato tenuto all'oscuro di valutazioni della massima rilevanza e urgenza per il destino del Paese. Fra polemiche e rivelazioni, l'inchiesta di Bergamo va avanti. Mentre in serata Conte rilancia: «Per quanto riguarda il verbale del 3 marzo, ne sono venuto a conoscenza il 5». Ci sarà modo per chiarire quelle affermazioni che fanno a pugni e mettono in difficoltà il presidente del consiglio.

 

Luca Cesaretti per "Il Giornale"

alzano lombardo

 

Una strana, gelida cortina di silenzio avvolge da ieri Palazzo Chigi. Il premier finisce nella bufera dopo la desecretazione (ritardata, e ottenuta da un consigliere regionale lombardo ex Pd ora vicino a Carlo Calenda, Niccolò Carretta) dei verbali del Comitato tecnico scientifico, che il 3 marzo aveva chiesto l'istituzione di una zona rossa ad Alzano e Nembro. Indicazione su cui il governo tergiversò, per poi optare cinque giorni dopo per il locKdown nazionale.

 

GIUSEPPE CONTE IL GRANDE DITTATORE

Il centrodestra, in testa la Lega (che non vede l'ora di scaricare sull'esecutivo le scelte relative alla Lombardia, di cui Roma e il Pirellone si sono per mesi rimpallati la responsabilità) dà fiato alle trombe e cinge d'assedio il premier, chiedendone le dimissioni. Le associazioni delle vittime del bergamasco reclamano chiarezza e chiedono che siano resi pubblici tutti gli altri verbali di quei giorni.

 

Da Palazzo Chigi nessuna reazione ufficiale, ma trapela una linea di difesa un po' traballante: «Si vuol forse accusare il governo di aver operato per mettere in sicurezza anche il Sud del paese?». Ma mentre sul premier piovono fulmini e saette, dalla maggioranza non si leva neppure un fiato in sua difesa. Solo a sera arriva una difesa d'ufficio, affidata alla sottosegretaria Simona Malpezzi: «Chiedendo l'arresto dei membri del governo, che ha gestito meglio di altri l'emergenza, Salvini ha toccato il fondo».

 

alzano lombardo

Ma è l'unica voce che rompe il silenzio Pd. Tace Italia viva e pure Leu, e tacciono i Cinque Stelle, con la timida eccezione del viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, considerato assai vicino al premier e piuttosto estraneo alle bande interne al partito della Casaleggio: «Nessuno disse che la zona di Alzano e Nembro andava chiusa e basta: la chiusura era un'opzione». Chi parla, a taccuini chiusi, spiega così il silenzio: «C'è il timore di esporsi - dice un esponente dei Dem - anche perché le decisioni sull'emergenza sono state tutte accentrate a Palazzo Chigi...».

giuseppe conte alla camera

 

Più esplicito un dirigente di Italia viva: «Conte ha voluto i dpcm, il protagonismo personale, le conferenze stampa notturne su Facebook, i pieni poteri, l'emarginazione del Parlamento? E allora, oltre agli onori, se ne prenda pure gli oneri». Il sindaco Pd di Bergamo Giorgio Gori ricorda: «Che il Cts avesse raccomandato la zona rossa in Val Seriana lo sappiamo dal 3 marzo. Cosa accadde poi? Il governo esita per quattro giorni e poi opta per la zona arancione estesa a tutta la Lombardia. La Regione, invece, si chiama fuori: la zona rossa non tocca a noi.

 

l'ennesima conferenza stampa di conte by osho

Ma non la chiede neanche il governo». In casa 5Stelle, poi, massima freddezza: «Nessuna presa di distanza, ma la nostra linea è quella del basso profilo. Anche perché è meglio aspettare e vedere cos' altro viene fuori». Già: il problema è che di verbali Cts di quei giorni ne mancano ancora diversi all'appello. E amici e nemici di Conte, nella maggioranza, attendono di vedere cos' altro uscirà.

GIUSEPPE CONTE E IL BONUS MONOPATTINOgiuseppe conte meme 1giuseppe conte meme 2giuseppe conte memealzano lombardo nembroAlzano Lombardo Alzano LombardoGIUSEPPE CONTE