E GIUSTIZIA FU - PERCHÉ IL CAPO DI GABINETTO DI ORLANDO, GIOVANNI MELILLO, HA DECISO DI CAMBIARE ARIA E MIRA ALLA PRIMA POLTRONA DELLA PROCURA DI MILANO (MA RENZI TIFA GRECO) – CANTONE HA TUTTI I MAGISTRATI TOSTI CONTRO, DA DAVIGO A SCARPINATO. COME MEDIATORE TRA GOVERNO E GIUDICI, C’È LEGNINI

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DAGONOTA

 

RENZI CANTONERENZI CANTONE

Il ministro della Giustizia Orlando aveva il compito, all’inizio del governo Renzi, di fare da collegamento/mediatore tra i magistrati e il Pittibullo toscano. Tempo perso: Renzi l’ha sempre scavalcato con dichiarazioni a dir poco inopportune che hanno fatto sì che il terribile Davigo arrivasse alla presidenza dell’Associazione Nazionale Magistrati. Di qui la decisione del capo di gabinetto di Orlando, Giovanni Melillo, di cambiare aria e mirare alla prima poltrona della Procura di Milano, fino a ieri occupata da Bruti Liberati.

GIOVANNI MELILLOGIOVANNI MELILLO

 

Ma Melillo non gode dell’appoggio renziano, che vuole invece incoronare Francesco Greco e per la bisogna si sta muovendo vice presidente del Csm Legnini. Già ex sottosegretario al Tesoro, Legnini ha ora anche il compito di evitare che i magistrati si compattino contro il governo.

 

piercamillo davigopiercamillo davigo

Diventato renziano Violante,  il magistrato Cantone, che Renzi aveva scelto come scudo salva-magistratura, messo a capo di una authority anti-corruzione, che fine ha fatto? Difendi Renzi oggi, difendi Matteo domani, Cantone si è ritrovato tutti i magistrati tosti contro, da Davigo a Scarpinato. I quali hanno un solo obiettivo: non vogliono che il bulletto di Rignano applichi ciò che non è riuscito a Berlusconi, dalla stretta sulle intercettazioni alla separazione delle carriere.

Francesco GrecoFrancesco Grecointervento di giovanni legniniintervento di giovanni legnini