"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……
Elisa Calessi per "Libero"
Si sono visti alcuni giorni fa. A Bologna. Proprio dietro le Due Torri, nel meraviglioso palazzo, a sinistra guardando la chiesa, che dà su piazza Santo Stefano. A casa di Romano Prodi. Proprio dove tante volte si sono decisi i destini del centrosinistra. Dove si è inventato l'Ulivo, dove, nel 2005, i dirigenti dei Ds e della Margherita convinsero il Professore a riprovarci. Solo che questa volta, dall'altra parte della scrivania, non c'era uno dei soliti leader che da vent'anni guidano la macchina del centrosinistra. C'era Matteo Renzi. Il rompiscatole, l'indisponente.
Quello che i big del Pd vedono come fumo negli occhi. E forse è anche per questo - inutile nasconderlo - che a Prodi, invece, è molto simpatico. Si sono visti, dunque. E non è stata una visita di cortesia. Renzi ha chiesto al professore, due volte premier del centrosinistra, l'unico a battere Silvio Berlusconi, di unirsi a lui nella battaglia delle primarie. Di essere della squadra, di dargli una mano nella sfida contro Pier Luigi Bersani. Naturalmente se il sindaco di Firenze è arrivato a tanto è perché, dall'altra parte, c'è - e da tempo - un interessamento nei suoi confronti. Non è un caso che all'ultima Leopolda, lo scorso anno, ci fosse Arturo Parisi. E non era l'unico personaggio vicino a Prodi presente in sala. Dunque l'approccio non è di ora.
Ma è in questi giorni che si è cominciato a stringere sul serio. Il sindaco di Firenze gli avrebbe fatto varie proposte. Ovviamente nulla di definito, anche perché molto dipende da quello che lo stesso Prodi intende fare. Certo la posta in gioco più alta, per il Professore, è il Quirinale. Se i due stringessero un patto e Renzi diventasse presidente del Consiglio, è chiaro che quella possibilità diventerebbe assai concreta. Ma non è l'unica chance per il Professore. Si dice perfino che il sindaco gli abbia offerto di fare un passo indietro così che Prodi si candidi premier e lui faccia il suo vice. Ma è una voce che chi conosce Renzi esclude nel modo più assoluto.
Anche perché le primarie, comunque, le dovrebbe fare il sindaco di Firenze. Sarebbe complicato vincerle e poi non candidarsi a Palazzo Chigi. In ogni caso il problema, spiega chi ha combinato l'incontro, non è certo «cosa farà Prodi». Un posto prestigioso per il Professore si troverà di sicuro, se Renzi dovesse vincere le primarie e poi le elezioni. Del resto la conversazione tra i due non è stata incentrata su questi dettagli (che però sono stati sfiorati o comunque sono impliciti).
La verità , spiega chi lo conosce, è che Prodi non vede l'ora di ribaltare questa creatura, il Pd, che fin dall'inizio lo ha disconosciuto. Quella per cui ha lavorato tutta la vita, ma che, presa in mano da altri, ha fatto cadere il suo governo. E ora non ha più nulla dell'ispirazione originaria. Per questo vede di buon occhio tutto quello che può dare una «scossa» al Pd. Che può ridisegnare il centrosinistra.
Chi, allora, meglio di Renzi? D'altra parte per il rottamatore Prodi rappresenta la carta vincente. Con lui avrebbe il marchio ulivista doc, che nel popolo del Pd ha ancora un grande appeal. Con il Prof a fianco nessuno potrebbe accusarlo di lavorare per quel Berlusconi che solo Prodi, fin qui, ha battuto.
ROMANO PRODI matteo renzi MATTEO RENZI ROMANO PRODIPIERLUIGI BERSANI Arturo Parisi - Copyright PIzziENRICO LETTA
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