
DAGOREPORT – QUESTA VOLTA PAPA FRANCESCO HA RISCHIATO DAVVERO DI MORIRE, ED È STATO RIPRESO PER LO…
Omero Ciai per “la Repubblica”
È come se all’improvviso, senza avvisare, gli avessero dato un grosso cazzotto sotto il mento. Di quelli che ti lasciano senza fiato. Barcollanti, sconcertati e vinti. Il vecchio esilio cubano è stordito. Sulla piazzetta del “Versailles”, lo storico ristorante tempio dell’anticastrismo puro e duro, c’è una folla allo stesso tempo furiosa e perplessa.
Miguel e Alcibiades, due cubani che lasciarono l’isola ragazzini con i loro genitori negli anni Sessanta, sollevano cartelli di protesta appena scritti. «È una vergogna », strillano, «quel maledetto Obama non doveva farci questo.
È incredibile, assurdo. Inconcepibile. È un patto con la dittatura. Va a letto con il diavolo. Così i Castro rimarranno al potere per sempre». Sulla via, la famosa calle ocho, dove per decenni i cubani in fuga dall’isola di Fidel hanno trovato accoglienza e asilo, le macchine si fermano, i finestrini si abbassano: «Che è successo?», chiedono. Poi si fermano dove possono e ingrossano la protesta.
Nonostante il rumors dello scambio incrociato di spie fra Cuba e gli Stati Uniti circolasse da giorni, nessuno credeva che Obama e Raúl potessero farlo davvero. Sulla stampa di Miami era tutto un fiorire di articoli contro il New York Times e l’idea che l’embargo andasse perlomeno alleggerito.
Dopo i discorsi sulla riconciliazione ecco la prima azione tra obama raul castro e dilma rousseff
Ma quel che più duole è il resto. Il discorso di Obama che, finalmente, prende atto come mezzo secolo di embargo non sia servito a nulla e apre. Apre a nuove relazioni diplomatiche, ai viaggi degli americani, ai commerci. Un terremoto diplomatico che sembra chiudere un’epoca. E che, in qualche modo, riconosce Cuba con un Castro al potere. Qualcosa di inaccettabile per l’esilio cubano, ma anche per i repubblicani, da Bush padre a Marco Rubio.
Ma, e va aggiunto subito, i cubani che vivono in America non sono più un blocco granitico anticastrista. Anzi, molti oggi stanno dalla parte di Obama. Anche da questa parte dello Stretto della Florida sono stanchi di guerra. E come ci dice un giovane manager cubano, Manuel: «Qui i contrari alla svolta sono soltanto quelli che con l’anticastrismo ci hanno lucrato. Quelli che hanno preso e prendono soldi dal governo americano per combattere il regime di Cuba».
Perfino Pablo Alfonso, un giornalista che per anni dalle colonne del Miami Herald ha seguito l’interminabile conflitto, è emozionato. Arrivò qui dopo aver trascorso dieci in galera a Cuba perché militava in una organizzazione di dissidenti cattolici. Ma oggi pensa che l’apertura di Obama sia positiva. «Un nuovo e necessario inizio».
La mossa del presidente americano Barack Obama era ciò che voleva Raúl. Lo disse subito il presidente cubano. Appena preso il posto del fratello ammalato nel 2008. Se gli americani vogliono nuove relazioni — disse — devono farlo ora, con me. Altrimenti sarà peggio. E’ evidente che alla Casa Bianca hanno saputo cogliere il ramoscello d’ulivo e, soprattutto fidarsi. Fidarsi che non era l’ennesima presa in giro. Negli anni di Fidel Castro tutto questo sarebbe stato impossibile. Gli Stati Uniti erano «l’impero» che andava umiliato con ogni mezzo e possibilmente anche sconfitto. Come accadde nella Baia dei Porci, 1961.
Raúl invece è di un’altra pasta. Pensa che per sopravvivere ha bisogno di rapporti fluidi con Washington non di contrasti ideologici. Vuole trasformare l’isola in un Paese con una economia capace di sfamare i suoi abitanti, non costringerli a sacrifici perenni in nome del socialismo. E sicuramente nell’accelerazione di queste ore hanno avuto un ruolo fondamentale la crisi del petrolio e le conseguenti difficoltà del Venezuela, Paese dal quale Cuba riceve migliaia di barili di greggio.
«Un errore, un gravissimo errore», insistono Miguel e Alcibiades tremolanti sulla piazzetta del Versailles: «Obama sta salvando i Castro dal loro abisso».
DAGOREPORT – QUESTA VOLTA PAPA FRANCESCO HA RISCHIATO DAVVERO DI MORIRE, ED È STATO RIPRESO PER LO…
DAGOREPORT - SOPRAVVIVERÀ IL GOVERNO DI GIORGIA MELONI AL VOTO, PREVISTO PER OTTOBRE, DI CINQUE…
FLASH – IL CEO DI BLACKSTONE, STEPHEN SCHWARZMAN, AVRÀ ANCHE A CUORE GLI INVESTIMENTI DEL SUO FONDO…
DAGOREPORT - LA SITUAZIONE DEL GOVERNO MELONI È GRAVE. PROBABILMENTE NON SERIA, MA DISPERATA SÌ - SE…
DAGOREPORT – TUTTI A GUARDARE L’UCRAINA, MA IN ISRAELE È IN CORSO UN GOLPETTO DI NETANYAHU: “BIBI”…
DAGOREPORT - LE MATTANE DI TRUMP SVEGLIANO L'EUROPA: DOPO IL VIAGGIO IN INDIA, URSULA VOLA A…