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Alessandro Simeone per www.repubblica.it
Avvocato del Comitato Scientifico de Il Familiarista, portale interdisciplinare in materia di diritto di famiglia di Giuffrè Francis Lefebvre
All'inizio c'era il totem del tenore di vita. Per circa trent'anni l'assegno veniva riconosciuto indipendentemente dalle specificità delle singole storie familiari; il che dava luogo a sentenze a volte anche clamorosamente ingiuste. Poi è arrivata la controrivoluzione della sentenza Grilli del maggio dell'anno scorso che rischiava di creare situazioni altrettanto ingiuste e a volte paradossali.
Oggi la Cassazione, intervenendo a Sezioni Unite, ha messo un punto fermo, cambiando radicalmente la funzione e la natura dell'assegno di divorzio, che viene riconosciuta in una funzione tanto assistenziale quanto compensativa e perequativa.
Secondo i nuovi principi, che tutti i Tribunali dovranno applicare, non si dovrà più tener conto né solo del tenore di vita, né solo della cosiddetta autosufficienza economica. Viceversa l'assegno sarà dovuto all'esito di un bilancio dell'impegno dato da ciascuno dei coniugi durante la vita matrimoniale, tenendo in considerazione le singole storie familiari, il contribuito dato al ménage della famiglia, l'età dei coniugi e le loro capacità reddituali future.
LORO SORRENTINO BERLUSCONI SERVILLO VERONICA LARIO ELENA SOFIA RICCI
Via dunque agli automatismi o alle rendite parassitarie, ma soluzioni concrete basate sui singoli casi, così da valorizzare pienamente i principi di pari dignità sociale e solidarietà scolpiti nella nostra Costituzione.
Con questa sentenza davvero rivoluzionaria, sia sotto il profilo del ragionamento giuridico, sia degli aspetti pratici che ne deriveranno, i giudici ci avvicinano ai più moderni ordinamenti europei (Francia, Spagna e Inghilterra). Ci si augura, dunque, di non vedere mai più assegni riconosciuti solo perché uno dei due è ricco, così come da adesso i sacrifici fatti da ciascuno dei coniugi nella vita matrimoniale verranno pienamente valorizzati.
Perché il matrimonio non deve essere una cambiale a vita, ma è e deve rimanere un impegno serio, la cui rottura non può gravare solamente su una delle due parti.
VERONICA LARIO E SILVIO BERLUSCONIcassazione
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