renzi berlusconi di maio salvini

ANCORA TU? MA NON DOVEVAMO VEDERCI PIU'? - DOPO LA BATOSTA ELETTORALE BERLUSCONI E RENZI TORNANO SULLA SCENA SOLO PER ROMPERE LE UOVA NEL PANIERE ALLE STRATEGIE DI SALVINI E DI MAIO - IL CAV E IL BULLETTO HANNO TROVATO UN "ACCORDO SILENZIOSO": RENDERE IMPOSSIBILE SIA UN’ALLENZA M5S/-LEGA, SIA UNA PD-CINQUESTELLE

 

Ugo Magri per “la Stampa”

 

SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI

Dal 4 marzo hanno invaso la scena e, per cinquantuno giorni, non si è parlato altro che del loro governo. Ci hanno dato l'illusione che l'Italia avesse voltato pagina cacciando i vecchi partiti, e dunque il 25 aprile potesse rappresentare la ricorrenza giusta per celebrarli come nuovi liberatori. Invece, proprio ieri, anziché l' apoteosi è accaduto l' imprevisto.

 

Tanto Luigi Di Maio quanto Matteo Salvini sono scomparsi dai radar e, come in una macchina del tempo, ecco riproporsi la coppia degli sconfitti: Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, i soci del Nazareno, trattati fin qui come soprammobili anzi peggio, quali impresentabili con cui non si può nemmeno prendere un caffè insieme. Entrambi stanno facendo disperare i presunti vincitori. L'ex segretario Pd è diventato di colpo l'ostacolo che si frappone tra i Cinque stelle e la felicità, il paracarro contro cui rischia di fracassarsi la speranza grillina di conquistare la «stanza dei bottoni».

renzi berlusconi

 

Quanto all' ex Cavaliere, sta consumando la più perfida delle vendette. Incarna ciò che il leader della Lega aveva rappresentato per lui: una spina nel fianco, una variabile fuori controllo, una scheggia impazzita, rendendo a Salvini la vita impossibile.

 

L'enormità berlusconiana dei Cinque stelle paragonati a Hitler, più che un insulto a Di Maio va interpretata come avvertimento all' alleato padano, un modo rozzo ma efficace per dissuaderlo qualora fosse tentato di «inciuciare» nuovamente coi Cinque stelle. Corre voce che, sotto sotto, Salvini non abbia del tutto rinunciato all' idea. Berlusconi, al corrente delle intenzioni leghiste, farà di tutto per impedirlo.

BERLUSCONI ED IL SUDORE DI SALVINI

 

Fino a questo punto, c'è riuscito perché tra Silvio e Matteo, paradossalmente, chi ha più da rimetterci sembra proprio il secondo, al quale viene sempre più spesso rimproverato (vedi il solito Brunetta) uno scivolone tattico non da lui: quell' impegno solenne a non dialogare mai e poi mai col Pd che ha privato il centrodestra di un possibile interlocutore a sinistra e l' ha lasciato in balia di Di Maio.

 

Ma il capo grillino non se la passa meglio. È costretto a fare i conti con un tale, Renzi, che da due mesi attende in riva all' Arno il cadavere di chi gli ha soffiato il giocattolo. Con propositi di rivalsa perlomeno pari a quelli di Berlusconi, in un certo senso complementari. Senza i senatori renziani non ci sarà intesa possibile tra M5S e Pd perché mancherebbero i numeri necessari. Ecco spiegata la grande incertezza di queste ore, la nube di pessimismo che avvolge perfino il Colle più alto, dove Sergio Mattarella è alle prese con un puzzle sempre più intricato.

 

DI MAIO RENZI

Se nel pomeriggio l' esploratore Fico chiederà altro tempo, in attesa che la direzione del Pd si pronunci, non sarà certo il Capo dello Stato a negarlo. Tutte le strade, perfino le più impervie, vanno tentate fino in fondo anche semplicemente per constatare che sono vicoli ciechi. Però quale senso avrebbe concedere il «time out» senza un segnale minimo di speranza, qualcosa che agli occhi del Paese giustifichi altre snervanti attese?

 

FICO E DI MAIO SERVONO LE PIZZE

Forse proprio questo desiderano, i due «guastatori»: dimostrare che né Di Maio né Salvini hanno titolo per comportarsi da nuovi padroni, e la loro presunta vittoria è una mezza sconfitta che carica su di loro l' onere di trovare la via d' uscita (ma non ne sono capaci). Più monta l' impazienza della gente che spera nella «flat tax», più cresce la delusione tra quanti sono già in fila per il reddito di cittadinanza, più si logora il sogno di voltare pagina, e meno fa paura a Renzi o a Berlusconi la minaccia di un voto-bis in autunno, con cui Di Maio e Salvini speravano di metterli in riga. Continuando di questo passo, l' arma atomica rischia di rivelarsi una pistola ad acqua.